Misty Hill GDR

My life is damned

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Lorelay
view post Posted on 27/12/2011, 00:14




samsi11
Era impensabile quello che sarebbe successo di lì a pochi momenti. Sam era sicurissimo che tutto sarebbe andato come immaginato: Alexandra sarebbe rientrata e avrebbe risolto l'accaduto semplicemente accantonandolo come una scazzottata tra le tante in un bar di sera, quelli del locale avrebbero continuato a fare ciò che stavano esattamente facendo (vista la loro completa incuranza) e lui avrebbe preso il solito sacco di botte da portare a casa e lasciar guarire sotto le cure poco delicate del fratello, mentre quei demoni sarebbero stati rispediti al Creatore, ammesso che Egli li avrebbe tenuti indietro in qualche scantinato divino per gli scarti infernali.
Ma niente andò come immaginato dal cacciatore, proprio niente. O quasi, almeno quelli dentro al locale continuavano a farsi i fatti loro, e su questo non ci pioveva.
Ma no. La prima nota storta fu Alexandra lanciata contro un edificio, la seconda...beh, tutto quello che seguì quella scena. Tanto che Sam stesso rimase inizialmente spiazzato e ci mise più di un paio di secondi a fare due più due.
Perchè mai due demoni se la stavano prendendo con una barista qualunque?
Semplice.
Forse non era proprio una barista qualunque.
Dopo il primo breve spaesamento, non si fece prendere da un secondo attimo di debolezza, non rientrò come suggerito da Alexandra, ma nemmeno fece la spacconata di sparare contro il demone che la teneva pigiata contro il muro, il rischio di colpirla era troppo alto.
Ancora imperversando nel silenzio...optò per l'avvertimento, e questo consisteva nel... Beh, la successione di eventi fu rapida e coincisa: Sam estraette la Colt, la puntò contro il demone alleato di quello che deteneva Alexandra, e gli fece esplodereun colpo in piena testa, con il risultato che la breve luce dell'essere dentro l'umano...esplose determinando la dipartita di entrambi, demone e umano.
"Lasciala e dimmi cosa cerchi da lei, o il prossimo ad essere colpito, credimi, sarai tu. Mi sono piuttosto perfezionato nella mira, non vuoi mettermi alla prova, vero?"
Disse con tono austero, di quelli che vorrebbero far capire che non c'è niente da fare, la situazione è in mano a qualcuno che non la mollerà facilmente. Spostò un istante lo sguardo su Alexandra per fare eco alle sue stesse parole.
"E le domande...per favore...falle dopo". - avrebbe sorriso magari, ma non era l'attimo giusto.
 
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view post Posted on 27/12/2011, 00:36
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Alexandra rimase sbalordita da quanto vide fare a Sam. Estrasse pure lui un'arma da fuoco e, con essa, sparò al demone che non la stava tenendo bloccata alla parete. Lo sguardo di lei non si allontanò dal ragazzo, seppur sentisse che l'aria le mancava sempre di più. Doveva evitare di parlare e pensare a come tirarsi fuori da quella situazione. Non poteva di certo sparare. Non sentiva il suo corpo. Non poteva dare un calcio a quell'essere che aveva di fronte. Non poteva fare nulla e la cosa la faceva adirare e non poco.
Ritornò a guardare in volto il demone che, come risposta alle parole di Sam, si mise a ridere, attento a non allentare la presa psichica sulla ragazza. Lo sguardo di lei si era assottigliato, quasi volesse fulminarlo con esso. Seh, magari avesse potuto. Allora sì che sarebbe riuscita a liberarsi
Lei sperava con tutta se stessa che quel demone non dicesse nulla, ma così non fu, infatti quella presenza proferì eccome parola.
« Prendi le difese di una sconosciuta che potrebbe essere una di noi. Tu che ne sai? Solamente perché hai un'arma in mano non significa che io debba dirti quello che è in realtà questa ragazzina. » - lo sguardo di quel demone divenne più sicuro e si posò per qualche istante su Alexandra - « Però mentire non rientra nei miei piani odierni, quindi mi sento costretto a passare alla conclusione di quest'incontro. »
Alexandra si ritrovò a guardare Sam per qualche istante, poi a guardare, nuovamente, quel demone sadico che non la lasciava andare da quella presa psichica. Sentì la schiena bruciarle come quella notte di anni prima e quasi pregò per far cessare quel dolore. La cicatrice sulla schiena. Quello era il suo unico punto debole, oltre al freddo che stava provando in quel vicolo.
« Crepa. »
Disse soltanto a quella presenza demoniaca mentre il dolore lancinante la pervadeva. Non poteva essere stato così tanto sadico. Non spettava a lui quel compito, vero? Spettava al suo superiore. Almeno così credeva lei.
« Dovresti ringraziarmi che io sono più delicato di chi tu ben sai. »
Lo voleva togliere di mezzo con tutte le sue forze, ma ne era impossibilitata. Già era un casino controbattere il dolore senza urlare o imprecare, figuriamoci muovere solamente un dito. Quel demone era stato troppo furbo per i suoi gusti.
Ad Alexandra rimaneva solamente sperare che Sam non si facese scrupoli e che togliesse di mezzo quel demone.
 
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Lorelay
view post Posted on 27/12/2011, 00:49




samsi11
La verità era che... mentre quel demone parlava, anche Alexandra era passata in secondo piano. Si trattava di un istintivo odio viscerale contro quelle "creature", qualcosa che travalicava il buon senso e si avvinghiava allo stomaco, come un parassita desideroso di succhiare via tutta la bontà presente in un individuo, rimpiazzandola con odio puro e ferale. E forse in parte si trattava di un desiderio ben più nascosto che portava il nome di una donna e segreti che, come sempre, sarebbe meglio venissero seppelliti sotto tre metri di terra, assieme ai vermi brulicanti.
La testa ribolliva, la mano di Sam era ferma e decisa, così come le sue labbra chiuse in un'espressione dura e priva di pietà. Quelle parole, quelle del demone, furono il vero scatto del dito sul grilletto, quello che Sam fece, lo fece in silenzio, la soddisfazione di un dialogo inconcludente non sarebbe stata del demone, né quello meritava altri preziosi secondi di vita. La decisione era chiara e repentina. Il demone doveva morire, Alexandra doveva salvarsi.
E' così che prese la mira, con pensieri semplici e lineari.
Poi sparò, liberando dal dolore Alex, e liberando l'umano dalla possessione e...ahimè anche dalla vita. Era l'altra faccia della medaglia.
Finito l'attimo eterno di tensione, Sam scrollò le spalle e rimise la Colt nella sua fondina, scattando finalmente in soccorso di Alexandra.
"Svelta, dobbiamo andarcene di qui, ce la fai a camminare? Puoi appoggiarti su di me altrimenti" - disse affabilmente sostenendola nel caso in cui non riuscisse a farlo da sola. Gli occhi saettavano ad osservare la strada intorno per paura di incontri non piacevoli, dovevano filarsela e alla svelta, vista la situazione non sarebbe stato facile, ma l'auto fortuna volle che non fosse distante.
"Sarebbe meglio caricare i corpi"...disse, riflettendo a voce alta.
 
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view post Posted on 27/12/2011, 23:12
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L'ira di Alexandra non si placò. Non aveva di certo bisogno che qualcuno le facesse terra bruciata intorno. Se poi quel soggetto era un demone, allora non meritava neppure di rimanere vivo per poterlo raccontare, peccato che lei fosse bloccata da quella presa psichica che non accennava, manco per un secondo, a diminuire la sua intensità. Il respiro le mancava, fortuna che Sam sparò a quel demone e lei, portandosi una mano al collo, riprese a respirare, seppur affannosamente. Non era più abituata a quelle prese psichiche.
Si appoggiò appena al ragazzo che l'aveva appena salvata. La schiena le faceva un dolore immane. Doveva controllare cosa aveav fatto quel demone poco prima. Non si aspettava nulla di buono.
Si appoggiò definitivamente a Sam per poi bloccarsi e guardarlo in volto mentre parlava.
Aveva ragione. Dovevano portare via i corpi, ma lei non era in grado. Lo sentiva che non ne era in grado. La schiena era un tugurio che le bruciava dal dolore. Come minimo le si era riaperta la cicatrice che suo fratello maggiore, anni prima, aveva ricucito come meglio era riuscito.
« Scusa, ma dovrai farcela da solo. » - lei guardò lui, sperando che quest'ultimo capisse che lei non era in grado di fare sforzi - « Dove hai parcheggiato? »
Gli chiese ipotizzando che lui fosse automunito in quanto aveva menzionato il fatto di caricare le carcasse di quei due esseri umani morti.
Lei non riusciva a guardarli. Si sentiva in colpa verso di loro, ma mai l'avrebbe ammesso. Lei non era una persona che esternava le sue emozioni, anche perché si sentiva una sorta di pedina nelle mani di un'unica grande forza: la sua vendetta che covava da anni in lei.
Non distolse lo sguardo, quindi, dal volto del ragazzo. Non voleva risultare un peso per lui. Avrebbe fatto di tutto per non essere una palla al piede per quel ragazzo.
" Dovevo togliere di mezzo prima quei due, maledizione! "
Continuava a ripetersi mentre aspettava la prossima mossa del ragazzo. Voleva solamente riposare, anche perché sentiva la testa fin troppo leggera.
" No. Non di nuovo. "
Era come anni prima, solo che, questa volta, lei non avrebbe ceduto a quella sensazione di oblio mentale dettato unicamente dal dolore misto al sangue che stava perdendo dalla ferita, oramai riaperta, sulla sua schiena.
 
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Lorelay
view post Posted on 28/12/2011, 23:27




4strokes
Se solo avesse avuto sangue di demone la sua forza sarebbe stata a dir poco superiore rispetto a quella che poteva permettersi normalmente. Si morse un labbro osservando i corpi a terra, ma la verità era che doveva muoversi, perdere tempo non sarebbe servito a nulla, anzi. Specialmente considerando che Alexandra non mostrava affatto una buona cera.
"Non ti preoccupare, è qui vicino, tu... beh avverti se arriva qualcuno"
Disse, non rendendosi conto subito delle condizioni della barista, in fondo come poteva sapere della sua vecchia ferita? Scostò i corpi velocemente, in maniera che non fossero esposti a luce diretta, così da passare inosservati nel maledettissimo caso che passasse qualcuno, poi sparì dietro un angolo, a recuperare l'auto con cui si affacciò in strada pochi momenti dopo.
Scese dalla macchina e aprì il cofano, diede una rapida occhiata ad Alex che sembrava stare sempre peggio ed ebbe un attimo di esitazione, tra l'aiutare lei o il caricare i corpi. Optò per la seconda opzione in quanto la situazione era davvero scomoda ed il pericolo di essere scoperto a trascinare cadaveri aveva la priorità di risoluzione, almeno fintanto che...dopo aver caricato i corpi e richiuso il cofano, non si rese conto delle effettive condizioni di Alexandra presso cui si avvicinò.
"Ma che diav..." - rimase senza parole notando il sangue dietro di lei, l'aveva sfiorata alla schiena con la mano per sollevarla e portarla verso l'auto, ed il contatto improvviso con qualcosa di caldo e bagnato gli fece saltare il cuore in gola. Allarmato sgranò gli occhi sbrigandosi poi a trascinarla via con attenzione, sollevandola tra le braccia.
"Sei ferita dannazione! Come stai...cosa ti senti? Se mi puoi aiutare a capire cosa hai posso rimediare o...o posso lasciarti in ospedale"
Aggiunse con difficoltà, l'ospedale era l'opzione peggiore dal suo punto di vista. Troppe domande.
Ad ogni modo, la fece accomodare lentamente in auto e con attenzione, saltando poi al posto del guidatore in tutta fretta.
"Decidi e rapidamente, ospedale o...beh con me." - disse preoccupato, ma anche determinato a fare qualcosa, beh... oltre allo sbarazzarsi di quei corpi naturalmente.
 
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view post Posted on 31/12/2011, 16:32
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Si appoggiò ad un muro tramite una spalla mentre Sam, dopo aver portato la macchina decisamente vicina a quel vicolo che conduceva al locale, caricava i corpi in macchina, per evitare domande, da chiunque, in merito. Non voleva passare guai. Già il guai avevano trovato lei e, di certo, Alexandra non era il tipo che voleva il bis tanto facilmente. Già non voleva trovarsi con la testa leggera come in quel momento, però doveva resistere.
Quando sentì le parole del ragazzo, dopo che la ebbe, nuovamente, presa tra le sue braccia, si obbligò a non arrossire come una ragazzina. Aveva ben altro a cui pensare in quel momento. Doveva rimanere lucida e, soprattutto, non lasciarsi sopraffare da quella sorta di oblio che la chiamava, all'interno della sua testa, a gran voce.
« Non sento la testa e neppure la schiena. » - cominciò per poi ritrovarsi a tacere quando lui le chiese cosa le fosse successo - « Qualunque cosa, ma non in ospedale. » - pronunciò mentre lottava per stare sveglia; stava perdendo troppo sangue e non le piaceva quella cosa - « Farebbero troppe domande. »
Concluse, infine, quasi ad avvalorare la sua teoria in merito. Non voleva passare altri guai e, soprattutto, non voleva farne passare a lui.
Quando la adagiò in macchina le parve quasi di potersi lasciare andare al sonno, ma non voleva. Doveva rimanere sveglia. Non si mosse sul sedile, piuttosto cercò qualcosa che attirasse la sua attenzione sino a quando Sam non avesse fermato la macchina, ovunque lui stesse andando.
Solamente in quel momento le venne in mente che, una volta rimessa in sesto, si sarebbe dovuta occupare del collega Roy e dirgli chissà quale menzogna a fine di copertura, recuperare la sua adorata Harley al pub e, soprattutto, chiamare suo padre per sapere che cosa avesse combinato Heath - il fratello maggiore di lei - per far arrivare così presto la cavalleria alla sua ricerca e con quella veemenza ossessiva.
" Arriverà presto. "
Quello continuava a ripetersi mentre cercava di rimanere sveglia. Sapeva perfettamente che quel demone l'avrebbe trovata prima o poi, eppure voleva essere lei a fare la prima mossa e, per ovvie ragioni, in quello stato non poteva. Cominciò a sperare, quindi, che Sam avesse una mano più ferma di Heath anni fa quando l'aveva ricucita.
 
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Lorelay
view post Posted on 2/1/2012, 22:50




4strokes
Sam mise in moto l'auto e in fretta si allontanò da quel vicolo, se non si era affacciato ancora nessuno, non era detto che non sarebbe successo di lì a breve, quindi era meglio togliere le tende alla svelta, prima di dover sbrigare brutte grane in aggiunta di quelle presenti.
Inspirò a fondo e sospirò, rilassando i muscoli dopo che il momento adrenalinico fu rimpiazzato da quello riflessivo. Alexandra aveva espresso la sua preferenza, in ospedale ci sarebbero state troppe possibili domande, era un'opzione che escludeva anche lui per lo stesso motivo, ma che non avrebbe di certo imposto alla semi-sconosciuta... già, giusto una decina di minuti prima stavano in quel locale a scambiarsi convenevoli e mezze frasi, ed ora... Ed ora scappava alla grande rientrando al motel. Chiamò Bob spiegando velocemente la situazione in merito ai corpi di cui disfarsi, gli diede appuntamento proprio di fronte al motel in cui alloggiava, uno di quelli dispersi lungo una strada a bordo città dove la nebbia ancora si addensava, ma dove la gente sembrava meno restìa al contatto rispetto alla città vera e propria.
"Ecco siamo arrivati, tu non muoverti ancora, ci penso io a tirarti fuori e a portarti in camera, ho... una certa esperienza con le ammaccature"
Disse appena un po' esitante per quella verità che di certo non veniva sbandierata a destra e a manca, ma la ragazza aveva evidente bisogno di soccorso. Parcheggiò l'auto, Bob era fuori ad aspettarlo e gli tirò le chiavi "Pensaci tu al resto, grazie" - gli disse in maniera sbrigativa, la priorità ce l'aveva ovviamente Alex.
Aprì lo sportello e facendo attenzione ai movimenti per tirarla fuori di lì con le braccia, se la caricò di nuovo in braccio e si diresse dritto e di filato verso la stanza, incespicando un po' con le chiavi riuscì ad aprire dopo pochi istanti la porta che venne richiusa alle sue spalle da un colpo col piede, e distese Alex sul proprio letto adagiandola lungo il fianco destro.
A quel punto si chinò su di lei analizzandone lo stato e facendo le dovute domande.
"Ora...beh sarebbe il caso che tu mi aiutassi a capire in che modo posso soccorrerti... Devi liberarti dai vestiti" - la osservò confuso, non sapendo da che parte iniziare, abitudini del genere ce le aveva col fratello, non certo con una donna, sospirò e si scosse dallo stupido imbarazzo, per darsi seriamente da fare e accantonare ogni comportamento idiota.
"No, da sola non puoi farcela...ti aiuto. - disse alla fine, con risolutezza nell'aiutarla a liberarsi dell'indumento per osservare la ferita alla schiena e capire il da farsi. Quando ebbe sollevato a sufficienza la stoffa corse in bagno e tornò con un asciugamano e una bacinella di acqua tiepida per pulire la ferita e individuare l'entità della stessa. Sospirò di nuovo, stavolta ben più affranto.
"Qui...ci sarà parecchio da fare..."
 
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view post Posted on 2/1/2012, 23:40
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22 replies since 9/11/2011, 19:27   130 views
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