Misty Hill GDR

My life is damned

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-chaos
view post Posted on 26/12/2011, 01:20 by: -chaos
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Nella mente della giovane vorticavano fin troppe imprecazioni che avrebbero potuto far costernare qualunque essere umano o meno presente sulla faccia della Terra. Sì, era una ragazza con il tatto di un elefante in una cristalleria appena inaugurata. No. Non era sempre così; solamente quando le faceva male la cicatrice lungo la schiena. Quel dolore liberava una parte di lei che non voleva mai e poi mai lasciare a piede libero anche perché non la rendeva per nulla lucida e, di certo, nella sua vita doveva esserlo sempre e comunque.
Stava cercando di rialzarsi quando vide quel ragazzo - Sam, se si ricordava bene - comparire nel suo campo visivo. Rimase per qualche secondo allibita. Non riusciva quasi a capacitarsi che qualcuno stesse cercando di dare una mano a lei. Proprio a lei che era un maschiaccio, che faticava a dire "per favore" e che viveva in una stanza di motel perché voleva vendicarsi con il torturatore dell'Inferno in persona per via della cicatrice che le percorreva prepotentemente la schiena.
« Non ne ho biso... »
Cominciò a pronunciare mentre abbozzava un sorriso per le parole di quel ragazzo. Peccato che una fitta alla schiena la obbligò a sopprimere quel piccolo miracolo che si era disegnato sul volto di lei. Strinse i denti e non rivelò il suo reale dolore. Mai lo rivelava. Era quasi come se rivelare ciò la rendesse più vulnerabile di quanto già non fosse.
« Grazie. »
Concluse, infine, sentendo quella parola pesare quanto un masso mentre la pronunciava, ma non ci fece molto caso. Quel ragazzo sembrava a posto. Non doveva preoccuparsi di lui, piuttosto doveva controllare quei due tipi alle sue spalle che non lo stavano di certo adorando per quella sua entrata in scena decisamente cavalleresca.
« Torna al bancone prima che ti facciano del male. »
Disse a denti stretti sperando che i due demoni alle sue spalle non la sentissero. Non voleva quel ragazzo sulla coscienza. Già doveav parare il fondoschiena a quella ragazza fin troppo leggera di Cheryl. Non poteva accollarsi pure Sam. Non per lui, ovviamente, ma con la schiena che si ritrovava, poteva salvare solamente una persona per volta.
Chi cavolo se lo aspettava che due demoni grandi e grossi si presentassero, proprio quella sera, in quel pub?
Come Alexandra non si aspettava che uno di loro la prendesse per un braccio e la facesse girare verso di lui dicendole che c'era qualcuno che la cercava. L'orgoglio di lei si infervorò. Non aspettava altro. Peccato che quel luogo fosse troppo affollato e non potesse chiedere altro con riferimenti espliciti a quel soggetto, ma poteva tergiversare platealmente.
« Sa dove trovarmi. Digli che venga direttamente lui la prossima volta, se ha coraggio. »
Era il suo orgoglio a parlare attraverso quelle parole pronunciate in un sibilo pungente e sprezzante. Non voleva passare per una poco di buono agli occhi di nessuno. Aveva bisogno di quel lavoro per pagarsi il motel, oltre al mantenere se stessa e pagarsi la benzina per la sua adorata Harley.
Cercò di scrollarsi di dosso quella mano possente che le stringeva ancora il braccio, ma non ottenne nessun risultato degno di nota.
Voleva estrarre una delle due armi che aveva con sé, ma, se l'avesse fatto, sarebbe stata licenziata. Era proprio nei casini quella volta.
 
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