Misty Hill GDR

My life is damned

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view post Posted on 9/11/2011, 19:27
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Alexandra mai aveva potuto concepire l'idea che degli esseri umani pienamente consapevoli, nonché adulti, potessero abbassarsi ad ubriacarsi solamente per dimenticare problemi, famiglie e lavoro. Lei viveva solamente per la vendetta e, di certo, pensare che terzi si ubriacavano solamente per poter dimenticare tutto era una sorta di vigliaccheria bella e buona per lei. Intendiamoci. Alexandra mai era stata uno stinco di Santo, ma mai era stata un'ipocrita. Hai dei problemi? Risolviteli. Quella era la sua filosofia. Ecco perché viveva di vendetta da quando suo fratello le aveva ricucito la schiena.
Quella sera, però, non poteva sopportare i clienti ubriachi seduti al bancone. Quasi avrebbe preferito fare il turno da cameriera e servire pietanze ai tavoli, ma... No. Lei aveva deciso di prendere il turno di una sua collega perché lei non voleva vedere il suo ex ragazzo che sarebbe venuto eccome a bere una birra o qualche super-alcolico con un solo obiettivo: sballarsi. Proprio per "salvare" una sua collega stava riempiendo un boccale con della birra scura alla spina.
« A lei. »
Disse solamente mentre porgeva il boccale a quel cliente che, invece di focalizzarsi sulla sua birra, stava guardando le curve della barman che aveva davanti. Alexandra, come minimo, avrebbe voluto sparargli con una delle sue armi che aveva tra il pullover color mattone - con sotto una camicia nera - ed i pantaloni neri. Eppure non poteva e doveva evitare di notare gli sguardi che i clienti le lanciavano. Se solamente avesse pensato a tutto ciò, avrebbe sul serio rischiato di offendere o sparare a qualcuno dei presenti. Odiava essere l'oggetto delle attenzioni di quei soggetti che non avevano mai qualcosa da perdere e, di conseguenza, potevano permettersi quegli sguardi decisamente indecenti.
 
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Lorelay
view post Posted on 10/11/2011, 00:22




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Come spesso accadeva, separarsi da Dean non lasciava intatte le certezze del fratello più giovane, ma al contrario della routine, era l'altro a recarsi nei bar ad affondare i pensieri, non certo lui. Il punto è che le cose cambiano, o a volte hanno bisogno solo di essere rinfrescate, quello che deve rinfrescare lui stasera è il fatto di essere solo un ragazzo, giovane e strappato alla sua vita ordinaria, che in fondo...ordinaria non è mai stata. Entrò nel locale senza nemmeno starsi a guardare troppo intorno, niente scocciature, niente caccia, niente di niente. Una colt sotto la giacca non chiusa totalmente, ma tenuta tale dalle mani infilate nelle tasche, felpa grigia sotto e jeans, anfibi ai piedi e aria alienata in volto.
Si diresse verso il bancone, dritto come un treno, non uno sguardo alla gente lì accanto, men che meno alle donne, una, o forse più di una, puntavano ancora dritte al cuore con gli spilli dei ricordi, tristi per la maggior parte, amari come il sapore in bocca che avrebbe avuto a momenti, quando avrebbe ordinato un whiskey, liscio e tranquillo, un po' di calore fittizio da mandare giù.
« Un whiskey, anche un jack va bene »
Niente di pretenzioso insomma, alzò giusto un istante lo sguardo, quanto bastava per intercettare i baristi dietro il bancone, e rendersi conto con chi avrebbe avuto a che fare, perchè si sa, i baristi di tanto in tanto scocciano con le loro domande, e dargli uno sguardo lo avrebbe aiutato a prepararsi le risposte per trincerarsi dietro il classico rifugio nel silenzio.
 
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view post Posted on 10/11/2011, 18:58
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Come minimo avrebbe sparato ad uno dei classici abituè amici del suo datore di lavoro. Non sopportava quegli sguardi quasi ossessivi al suo fondoschiena e a ben altro. Non era mai stata il tipo tollerante. Quando aveva un problema, Alexandra se lo risolveva con le buone, a volte, o con le cattive, nella maggior parte dei casi, infischiandosene altamente del parere degli altri.
Porse sorridente - sì; il sorriso era d'obbligo nel suo lavoro, purtroppo - l'ennesima birra ad un cliente per poi sentire un'ordinazione decisamente diversa dal solito boccale di birra o dal solito superalcolito stereotipato ed esaltato dai più giovani che bazzigavano per quel locale.
« Arriva subito. »
Disse solamente guardando appena in volto il cliente che le aveva commissionato quel drink. Prese la bottiglia del whiskey e ne riempì, con il garbo dettato dalla situazione e dal suo ruolo tra quelle mura, un bicchiere né troppo grande, né troppo infimo in fatto di grandezza.
Ripose la bottiglia dietro al bancone e porse il bicchiere al cliente con quel sorriso cordiale che, in verità, non era per nulla vero.
« A lei. »
Concluse come con chiunque altro cliente. Guardò appena in volto il ragazzo. Sì era un ragazzo. Non si soffermò, però, molto su di lui. Lei, ad essere sinceri, voleva essere fuori da quelle quattro mura che sapevano, da un lato, di alcolici e dall'altro di cibo o di taverna per nulla familiare. Lei aveva una vendetta da portare a termine. Non pensava ad altro. Peccato che le toccasse il turno della chiusura del locale quella sera, sempre che non arrivasse qualche buona anima pronta a darle il cambio. Seh. Quella opzione era decisamente fin troppo remota, se non impossibile.
Tornò, quindi, al suo lavoro andando a lavare qualche bicchiere. Doveva mostrarsi occupata. Doveva sempre e comunque, non che la cosa fosse tanto difficile da mostrare dietro quel bancone.
 
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Lorelay
view post Posted on 14/12/2011, 14:51




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Non era tipo da superalcolici, ma comunque non era tipo da alcolici in generale, non sopra la norma della cena almeno. Ma dalla morte di Jessica, più di una volta aveva lasciato andare i pensieri dentro bicchieri di questo o quell'altro "dimenticatutto". Non ai livelli di Dean comunque che...quando ci si metteva, ci si metteva di brutto. Semplice disparità di resistenze e abitudini, a dispetto della sua mole fisica, certamente non piccola, non era di quei tipi che possono permettersi alcool a iosa senza rimetterci il fegato e la testa.
Ci andava piano, tutto qui. Un whiskey, semplice e puro.
Alzò gli occhi verso la barista e ringraziò con uno dei suoi tipici assensi con sorriso di circostanza annesso, ignaro di essere già stato preso di mira da una ragazza, le apparenze possono anche ingannare, ma ad un rapido sguardo tutto parlava di "poco di buono". Notò con la coda dell'occhio i movimenti al suo fianco, la bionda coda alta, il trucco così pesante da farla apparire una maschera di donna, anziché una vera donna, gli abiti succinti anche per il posto...forse la prima a comportarsi un po' più normalmente rispetto alla solita gente vista lì in città, ma comunque...non gradita.
- Sì sì...salve - rispose al suo saluto, guardandosi intorno imbarazzato per non saper togliersi dalla situazione indesiderata. Non appena l'altra fece cenno di appoggiare il gomito al bancone per avvicinarsi, lui si scansò un po' di lato cercando disperatamente lo sguardo della barista, basandosi sul concetto, forse un po' troppo inflazionato, dei baristi come "salvavita".
Era una situazione da "Dean" quella, non da "Sam", lui calzava poco i panni del donnaiolo, e di solito li calzava anche male e goffamente, quando tra l'altro...era il fratello stesso a buttarcelo in mezzo. No, non era decisamente in cerca di compagnia.
 
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view post Posted on 14/12/2011, 19:40
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Almeno un grazie non seguito da qualche vezzeggiativo decisamente allusivo, per quella serata, l'aveva ricevuto.
Gratificata, seppur senza mostrare ciò, tornò a servire come se nulla fosse. Aveva fin troppi clienti da gestire e, di certo, Bill o Brooke non sarebbero corsi in suo aiuto. Seh. Il primo era fin troppo preso a servire una tavolo con quattro ragazze - al ché Alexandra preferii non pensare all'argomento di quella conversazione trapelante risatine, sorrisini e sguardi fin troppo eloquenti -, mentre la seconda andava avanti ed indietro servendo ai tavoli con una gonna che, ad essere sinceri, poteva sembrare maggiormente un fazzioletto data la sua entità effettiva.
Alexandra soppresse un sospiro tornando ad asciugare qualche bicchiere appena lavato in fretta e furia ben celate.
Notò lo sguardo del ragazzo al quale aveva dato un whiskey. Non capì al volo a cosa alludesse il ragazzo sino a quando non vide la bionda accantoa lui. Portò, suo malgrado, gli occhi al cielo e, con nonchalance, si avvicinò a quella.
« Se cerchi Jake, lo trovi al solito tavolo. »
Non mise enfasi o solarità in quella frase. Quella era la solita frase che ogni sera che Cheryl compariva, Alexandra sfoderava per evitare che quella bionda dalle curve ben evidenti, facesse scoppiare una rivoluzione al bancone.
Quanto odiava quel lavoro, ma era l'unico che aveva trovato per non fare la barbona e, soprattutto, pagarsi la stanza che pagava a peso d'oro.
La castana guardò distrattamente la bionda rimanendole di fronte, mentre continuava ad asciugare quel boccale appena lavato.
Fortuna che la bionda recepì il messaggio e si allontanò dal bancone. Alexandra soppresse un sospiro di sollievo. Non sopportava quella bionda. Era sempre la solita vecchia storia. Lei non era di certo il tipo adatto a relazioni interpersonali che si scostassero dal "cosa ti porto?" oppure dal "prego". La presenza di Cheryl le dava su ai nervi. Era troppo appariscente secondo i suoi gusti.
« Scusala, ma finche non trova il suo grande amore non è felice. »
" Peccato che, finche non trova Jake, ci provi con tutti gli esseri umani di questa terra che siano uomini. "
Si ritrovò a dire, quasi per giustificare la bionda. Non era proprio da lei, eppure l'aveva fatto. Tanto valeva che quel ragazzo si sbrigasse a rigere di lei per la figura del cavolo che aveva appena fatto.
 
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Lorelay
view post Posted on 15/12/2011, 11:24




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Sam si limitò a sorridere imbarazzato per l'ennesimo invito della bionda a condividere qualcosa da bere. Ma l'intervento della barista alla fine era giunto così come sperato. Alternò lo sguardo tra le due, facendo una breve alzata di spalle nel ricambiare lo sguardo un po' affranto della rimorchiatrice di turno, mentre la stessa ringraziava Alexandra e si allontanava per raggiungere il tavolo. Lui...beh lui dopo un breve sospiro di sollievo, alzò leggermente il bicchiere in segno di ringraziamento verso Alex.
- Tu non hai idea di che favore mi hai fatto. -
Disse ricacciando in gola qualche sorso del whiskey, il tempo di abbozzare l'effetto dell'alcool con una strizzata d'occhio ed il classico "bocca aperta+prendo respiro" che consegue al sorso del whiskey. Come detto, non era mai stato un gran bevitore, non quanto Dean. Si umettò le labbra riassaporando il sapore rimasto e rimase un poco in silenzio a fissare il bicchiere pensieroso, le dita a carezzare il vetro in maniera distratta.
- A dirla tutta magari non sbaglia... voglio dire, gente come quella arriva a conoscere sempre un sacco di gente, non c'è niente di male a lanciarsi un po' no? Ma... no - sorrise scuotendo il capo - non c'è niente da fare, certi approcci mi fanno sentire come un animale in gabbia, grazie ... - assottigliò lo sguardo per leggere il nome sulla targhetta presumibilmente attaccata al petto (?) - ...
Istantaneamente abbassò lo sguardo, vuoi la timidezza di fondo, vuoi il pensiero del tutto maschile di aver indirizzato lo sguardo sì alla targhetta, ma anche verso un punto ben preciso ed equivocabile proprio a causa della targhetta, decise di svagare mettendo in fila le classiche parole di circostanza da bar.
- Mmm... se volessi sgranocchiare qualcosa, che mi consiglieresti di prendere qui? -
Chiese quindi, ignorando l'entrata di un paio di persone dal fare decisamente losco dietro di sé, che avevano appena varcato la soglia del bar, occhi scuri, mento basso e sguardi in tralice ai presenti, il tipico modo di fare di chi stava ispezionando il luogo e non con buone intenzioni.
 
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view post Posted on 19/12/2011, 15:55
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L'aveva... Ringraziata per qualcosa che esulasse totalmente dal porgergli qualche alcolico? Per lei era decisamente strana quella situazione, anche perché non era di certo il tipo che era abituato a riceve ringraziamenti. Lei era un orso. Non a caso faceva un lavoro ove non doveva esposri più di tanto, oltre al fatto che quel lavoro non lo sentisse neppure totalmente suo. Lei sognava di poter stare nella sua stanza di motel e cercare quel bastardo che le aveva martoriato la schiena, farlo rimpiangere di essere uscito dall'Inferno e farcelo ritornare con tutti gli onori. Non si aspettava, di conseguenza, che qualcuno la ringraziasse per aver scacciato Cheryl dal bancone del bar per mandarla tra le braccia di quella piovra di Jake.
Alzò appena un sopracciglio, ancora stupita, per poi cercare di tornare nella media. Non voelva dare nell'occhio e, soprattutto, essere etichettata come una ragazza fuori dalla media. Sapeva benissimo di esserlo, ma non voleva che gli altri lo pensassero.
« Non ti preoccupare. So quanto sa essere assillante Cheryl quando punta qualcuno. »
Rimase ad ascoltare le parole del ragazzo, mentre continuava ad asciugare boccali, bicchieri e qualunque altra cosa che era lavata nel lavandino, dietro al bancone. Non riusciva ad immaginarsi con le mani in mano. Lei era fatta per fare sempre e comunque qualcosa. Rimanere immobile lo vedeva come una sorta di morte apparente e la cosa non le piaceva per niente. Era la classica ragazza che diceva che si sarebbe riposata una volta morta, ma, in realtà, pensava tutt'altro, ossia che nemmeno in quello stato si sarebbe riposata. La vendetta interiore la fomentava, la caricava, quasi quando il rancore la tenesse attiva a prescindere. Era una macchina che provava emozioni solamente se strettamente necessario. Era già una sorta di miracolo non da poco se stesse parlando con quel ragazzo del quale ignorava ancora il nome.
« Conoscere molte persone, a volte, porta a situazioni per nulla piacevoli, garantisco io. »
Alexandra sapeva bene che parlare di cose del genere le faceva male, ma non le importava. Lei viveva per la sua vendetta personale. Parlarne, seppur velatamente, non le avrebbe fatto male, seppur il suo interlocutore stesse guardando ben altro.
Lei si trattenne dal far correre la mano destra ad una delle sue armi che aveva con se. Non doveva estrarle al lavoro. Non doveva. Doveva far finta di niente e non offendere quel ragazzo, eppure la sua boccaccia fu più veloce della sua mente.
« Mi chiamo Alexandra se stai cercando di leggere il nome sulla targhetta. »
Non era poi stata così scortese. Era decisamente un passo avanti per il suo carattere decisamente intrattabile.
« Patatine, arachidi, noccioline varie, scegli pure. »
Si obbligò, quindi a non assumere un tono scontroso. Era riuscito a trattenere quel tono prima, poteva farcela anche ora.
Il suo sguardo, però, venne catturato da due soggetti che entrarono e cominciarono a guardarsi intorno, quasi ad ispezionare l'ambiente. Ci mancavano solamente i loschi figuri in quella serata. Non era mai stata un'amante dei turni fuori dalla norma, ma, purtroppo, quella sera le sarebbe toccato.
Appoggiò il boccale appena asciugato al suo posto e lanciò un'occhiata indagatrice verso quelle due figure. Non voleva guai, ma se loro li cercavano, beh... Li avevano trovati.
 
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Lorelay
view post Posted on 22/12/2011, 19:32




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Beccato nella discreta figuraccia, Sam rimase in bilico sulle possibili parole da pronunciare a propria difesa optando, alla fine, per un semplice assenso alla ragazza di cui ripeté appunto il nome.
- Alexandra... suppongo non sia una vera e propria presentazione ma - s'impappinò un istante, vuoi perchè quel che stava dicendo riconfermava la figuraccia di poco prima che aveva messo in luce il suo tentativo di leggere il suo nome sulla targhetta, vuoi il suo continuo mandare occhiate ai tipi appena entrati che destavano la sua attenzione...
- Ecco io sono Sam e prenderò arachidi, sì sì vada per gli arachidi, olive se ce ne sono...-
Aggiunse, voltandosi ancora una volta verso i tizi all'entrata che ormai si stavano dirigendo verso un preciso tavolo del locale, quello nei pressi di Cheryl, la quale si era alzata e stava svagando per allontanarsi dalla combriccola. Fatto non strano fu che la bloccarono, come nella più classica delle scene; parlavano piano, dal banco Sam e Alex probabilmente non erano in grado di sentire le chiacchiere, ma gli sguardi e le posizioni lasciavano trasparire una situazione generalmente definita "ostile". E se Sam si "incartava" ancora di più nel parlare era proprio a causa di quella distrazione che lo teneva sulle spine.
- Quasi quasi concordo sulla tua idea del conoscere le persone uguale a situazioni poco piacevoli - disse con una punta di sarcasmo ripensando agli incontri di lui e di suo fratello avuti con la gente, sempre a causa di un lavoro di caccia, non certo per scampagnate rilassanti.
Un movimento scattoso verso Cheryl fece sobbalzare Sam.
Si trattava di uno dei due individui che la prese al polso e si avvicinò a sussurrarle qualcosa. Ma il fatto più preoccupante non era quello dell'accerchiamento della ragazza, ma del menefreghismo del locale in generale. Ognuno si voltava pensando ai fatti propri. Ognuno continuava la propria conversazione e persino colui che un attimo prima allungava le mani alle spalle della bionda, stava ora sfogliando un quotidiano con noncuranza.
Sam si voltò verso Alexandra quasi a studiarne la reazione, osservandola giusto un istante, poi poggiando il gomito al bancone, voltò il busto con nonchalance verso il teatrino in atto, per tenerli maggiormente sotto controllo. No ok, non era un eroe, ma stare fermo di fronte ad aggressioni pubbliche e oltretutto su una donna, non rientrava propriamente nel suo carattere.
Aleggiava, almeno per lui, una tensione che non sembrava condivisa dagli altri.
Il tizio che non aveva ancora toccato Cheryl sembrava voler rimanere in linea d'aria verso l'uscita, forse per impedire una probabile fuga della donna. Per un istante Sam ebbe l'impressione che gli occhi dell'uomo si erano colorati interamente di nero, aprì e richiuse le palpebre cercando di capire se era uno scherzo di una mancata lacrimazione o...che altro.
 
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view post Posted on 23/12/2011, 23:27
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" Ottimo. L'ho pure messo in imbarazzo. Che persona del cavolo che sono. "
Si ritrò a pensare Alexandra mentre notava il ragazzo di fronte a lei incespicare mentre parlava. Non era un incespicare dovuto all'eccessivo alcohol ingerito. Un bicchiere di whiskey non metteva al tappeto nessuno. Alexandra ne era certa. Quello era tutto frutto di imbarazzo. Era riuscita, suo malgrado, a metterla in imbarazzo.
« A te. »
Disse solamente porgendo le due ciotoline contenenti arachidi ed olive al ragazzo. Aveva trovato tutto dietro al bancone e, caso più unico che raro, si era ritrovata davanti un clientei che richiedeva ciò e non solamente un pretesto per guardarle il fondoschiena mentre si piegava.
Doveva davvero riconoscerlo a quel ragazzo. Era decisamente sopra la media di quel locale in quanto non aveva ancora fatto apprezzamenti, taciti o meno, per quanto riguardava il corpo di lei. Conquistava punti quel ragazzo senza rendersene conto, ma lei non diede molto peso a ciò.
Lo sguardo di lei vagava tra Sam - così si era presentato quel ragazzo ad Alexandra - e gli uomini che si erano avvicinati troppo a Cheryl, nei pressi del consueto tavolo di Jake ed i suoi compari.
Nessuno muoveva un dito e, ad essere sinceri, ad Alexandra parve di vedere, per qualche istante, gli occhi di quegli individui che stavano bloccando Cheryl, divenire neri come la pece.
Lo sguardo di Alexandra si assottigliò per qualche istante, per poi ricomporsi. Non voleva rogne durante il suo turno. Giusto un'oretta ed avrebbe staccato. No. Il destino, a quanto pareva, ce l'aveva con lei. Quello pensava la ragazza bruna mentre cercava il suo collega Roy, il quale le doveva un favore da una settimana. Voleva andare a placare gli animi, oltre a scoprire se era una visionaria completa o meno.
« Situazioni poco piacevoli proprio come quella che avrà luogo qui dentro se nessuno, come al solito, muove un dito. »
Rispose a Sam con una calma immane per poi scorgere il suo collega ed avvicinarsi a lui.
« Coprimi un attimo al bancone, per favore. Vado a calmare la situazione in fondo alla sala. »
Quanto le costò pronunciare quel "per favore". Non era nelle sue corde. Per niente. Non era abituata a pronunciare parole simili. Nemmeno con suo padre le pronunciava. Figuriamoci con qualcuno esterno a quello che rimaneva della sua famiglia.
Si avvicinò agli uomini che stavano trattenendo Cheryl e, dopo averli squadrati per qualche istante, portò definitivamente lo sguardo verso quello che stava tenendo bloccata la ragazza bionda.
« Lasciala andare. »
Disse con tono fermo e deciso prima di sentirsi ridere in faccia da quell'uomo. L'ira le crebbe a dismisura, ma si trattenne dal portare una mano verso il calcio di una delle due pistole che aveva con lei.
« Non te lo ripeterò un'altra volta. » - lo sguardo di lei fisso e determinato in quello di lui - « Lasciala. Andare. »
Concluse decisa, ma quello che ottenne fu solamente un'altra risata con il solo scopo di scernirla ed il rivedere quegli occhi totalmente neri. Almeno non era visionaria fino a quel punto. Ciò era davvero positivo secondo lei.
Lui, di tutta risposta, rise di nuovo. Alexandra voleva sparargli dopo quella visione tutt'ora presente, ma non ce la fece a prendere una delle due armi che aveva tra la camicia ed i jeans. No. Venne scaraventata contro un muro e lì si scatenò l'Inferno all'interno del locale, mentre lei, nella sua mente, malediceva qualunque cosa, persona e Santo che le veniva in mente a causa del dolore causato dall'impatto della cicatrice, che le percorreva interamente la schiena, contro il muro, in quel momento, alle sue spalle.
 
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Lorelay
view post Posted on 25/12/2011, 23:53




feb02_13
Ascoltando Alexandra e le sue considerazioni -brevissime considerazioni- sulla routine del locale in quanto a situazioni poco piacevoli, Sam prese a sgranocchiare arachidi, alternandole con le olive, oltre al whiskey fece richiesta di un bicchiere d'acqua, forse perché a conti fatti l'alcool non riusciva a compensare la sete che quegli stuzzichini mettevano. Sospirò cercando di ignorare i problemi alle sue spalle, non fece altrettanto invece Alexandra che diede subito dimostrazione di buon senso nell'andare a placare gli animi...o forse l'esatto contrario del buon senso?
Ad ogni modo, tenere d'occhio la situazione era non solo d'obbligo per il suo ruolo di cacciatore punto nel vivo del dubbio sull'identità dei tizi, ma anche di semplice ragazzo ultra moralista che vedeva in pericolo una ragazza, più un'altra all'orizzonte che si aggiungeva alla lista delle persone in pericolo, Alex per l'appunto. Scostò il bicchiere di whiskey e bevve un sorso d'acqua schiarendosi la voce, in un certo qual modo si stava intimamente preparando a dover intervenire nel caso le cose si fossero messe male. Non era nemmeno questione di "sesto senso", ma di semplice e pura esperienza.
Alexandra stava intimando il cliente a lasciare Cheryl e...risate. Poi Alex a terra. Sam non doveva nemmeno pensare di mettersi in piedi, era un riflesso ormai incondizionato: pericolo-innocenti-scattare.
Ma non mise subito mano alla pistola, sapeva benissimo le responsabilità di un tale gesto, sia in fatto di conseguenze legali che in fatto di conseguenze vere e proprie...insomma, un colpo sparato male poteva essere una vita sulla coscienza, e in un posto pubblico la prudenza non era mai troppa. Scattò in un primo momento verso Alexandra, vedendola in difficoltà, le si chinò accanto, ginocchia piegate e mani pronte ad aiutarla nel rialzarsi...
- Temo...non abbiano gradito il tuo intervento. Niente di rotto spero, vieni ti aiuto -
Disse con una lievissima ironia atta a sdrammatizzare il momento, in realtà la vera preoccupazione era chiarissima nel suo sguardo serio e cupo. Si mise in maniera da parare eventuali colpi con il suo corpo, mentre aiutava Alex a rialzarsi, solo dopo si sarebbe dedicato ai simpatici visitatori.
 
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view post Posted on 26/12/2011, 01:20
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Nella mente della giovane vorticavano fin troppe imprecazioni che avrebbero potuto far costernare qualunque essere umano o meno presente sulla faccia della Terra. Sì, era una ragazza con il tatto di un elefante in una cristalleria appena inaugurata. No. Non era sempre così; solamente quando le faceva male la cicatrice lungo la schiena. Quel dolore liberava una parte di lei che non voleva mai e poi mai lasciare a piede libero anche perché non la rendeva per nulla lucida e, di certo, nella sua vita doveva esserlo sempre e comunque.
Stava cercando di rialzarsi quando vide quel ragazzo - Sam, se si ricordava bene - comparire nel suo campo visivo. Rimase per qualche secondo allibita. Non riusciva quasi a capacitarsi che qualcuno stesse cercando di dare una mano a lei. Proprio a lei che era un maschiaccio, che faticava a dire "per favore" e che viveva in una stanza di motel perché voleva vendicarsi con il torturatore dell'Inferno in persona per via della cicatrice che le percorreva prepotentemente la schiena.
« Non ne ho biso... »
Cominciò a pronunciare mentre abbozzava un sorriso per le parole di quel ragazzo. Peccato che una fitta alla schiena la obbligò a sopprimere quel piccolo miracolo che si era disegnato sul volto di lei. Strinse i denti e non rivelò il suo reale dolore. Mai lo rivelava. Era quasi come se rivelare ciò la rendesse più vulnerabile di quanto già non fosse.
« Grazie. »
Concluse, infine, sentendo quella parola pesare quanto un masso mentre la pronunciava, ma non ci fece molto caso. Quel ragazzo sembrava a posto. Non doveva preoccuparsi di lui, piuttosto doveva controllare quei due tipi alle sue spalle che non lo stavano di certo adorando per quella sua entrata in scena decisamente cavalleresca.
« Torna al bancone prima che ti facciano del male. »
Disse a denti stretti sperando che i due demoni alle sue spalle non la sentissero. Non voleva quel ragazzo sulla coscienza. Già doveav parare il fondoschiena a quella ragazza fin troppo leggera di Cheryl. Non poteva accollarsi pure Sam. Non per lui, ovviamente, ma con la schiena che si ritrovava, poteva salvare solamente una persona per volta.
Chi cavolo se lo aspettava che due demoni grandi e grossi si presentassero, proprio quella sera, in quel pub?
Come Alexandra non si aspettava che uno di loro la prendesse per un braccio e la facesse girare verso di lui dicendole che c'era qualcuno che la cercava. L'orgoglio di lei si infervorò. Non aspettava altro. Peccato che quel luogo fosse troppo affollato e non potesse chiedere altro con riferimenti espliciti a quel soggetto, ma poteva tergiversare platealmente.
« Sa dove trovarmi. Digli che venga direttamente lui la prossima volta, se ha coraggio. »
Era il suo orgoglio a parlare attraverso quelle parole pronunciate in un sibilo pungente e sprezzante. Non voleva passare per una poco di buono agli occhi di nessuno. Aveva bisogno di quel lavoro per pagarsi il motel, oltre al mantenere se stessa e pagarsi la benzina per la sua adorata Harley.
Cercò di scrollarsi di dosso quella mano possente che le stringeva ancora il braccio, ma non ottenne nessun risultato degno di nota.
Voleva estrarre una delle due armi che aveva con sé, ma, se l'avesse fatto, sarebbe stata licenziata. Era proprio nei casini quella volta.
 
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Lorelay
view post Posted on 26/12/2011, 16:54




feb02_13
Sam non immaginava di certo i conti aperti tra Alexandra e quei loschi figuri, e nemmeno poteva pensare che ci fossero collegamenti, non aveva avuto da Bob notizie sulla presenza di altri cacciatori in città, ma il fatto più strano era proprio che lì a Misty Hill si tendeva a perdere le tracce praticamente di chiunque, era anche per questo che si trovava lì, dare un'occhiata e indagare sul mistero che sembrava esser sigillato in un silenzio ostentato in città.
Senza molti convenevoli tirò su la ragazza afferrandola sotto le ginocchia e dietro le spalle, aveva colto la smorfia di dolore e non voleva rischiare le potessero far ancora male.
Si stava giusto voltando per allontanarsi, ma soprattutto per allontanare lei, quando colse impreparato la frase che Alex rivolse ai tizi.
Aggrottò la fronte e alternò lo sguardo tra i due, insistendo nel rivolgere l'occhiata ostile ai demoni. Poi parlò semplicemente, poteva approfittare solo di quel momento di calma per farlo, Cheryl si teneva il polso dolorante e stava arretrando, mentre Alex era stata soccorsa proprio da lui.
"Non c'è davvero bisogno di alzare le mani sulle ragazze, qualsiasi problema voi abbiate, andatelo a risolvere da un'altra parte"
Disse, nella speranza che lì quei due non avessero nulla di preciso da fare, ma che fossero magari solo demoni di passaggio o che infestavano il posto abitualmente...sapeva di demoni che possedevano molto a lungo la gente, tanto da vivere la vita di altri e trascorrere il tempo sulla terra in realtiva pace. Ebbene, sperava fosse il loro caso. Le parole di Alex lasciavano il dubbio. Ad ogni modo l'aiutò a rimettersi in piedi calandola lentamente dalle sue braccia per farle poggiare i piedi a terra e darle il tempo di ristabilire il proprio equilibrio.
A quel punto uno dei due sorrise e si gettò in avanti per colpirla, ma Sam ancora una volta si interpose alzando il gomito per colpirlo in volto con una gomitata.
"Allontanati!! E dove diavolo è Dean quando serve"
Urlò, mormorando di seguito quella cosa su Dean a denti stretti, mentre cercava di afferrare al collo il demone per scostarlo indietro, ma l'altro compare del demone fu più veloce di lui e Sam venne scostato malamente di lato da un pugno in un fianco, che lo fece piegare senza fiato.
La strada del dialogo era stata battuta, sì, ma senza successo.
 
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view post Posted on 26/12/2011, 22:36
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L'aveva presa in braccio per farla rialzare. Ora sì che Alexandra era in imbarazzo e non era proprio da lei. Certo. Lei era una ragazza tutta d'un pezzo che non si lasciava sopraffarre dalle emozioni, eppure si era sentita pervadere dall'imbarazzo prima di essere riadagiata in piedi.
Doveva tornare a ragionare a mente fredda e anche alla svelta se non voleva che uno di quei demoni la togliesse di mezzo o che togliesse di mezzo qualunque soggetto presente in quel locale.
Proprio in quel momento quel demone scattò per colpirla, ma Sam si frappose tra quel tipo e lei, la quale rimase ulteriormente allibita da tale gesto. Mai nessuno si era comportato in quel modo per salvarla da qual si voglia situazione e, di certo, la cosa le risultava assai nuova.
« Diavolo... ! »
Si ritrovò a mormorare a denti stretti, quasi sussurrando quando notò il pugno che Sam incassò. Si riavvicinò a lui e gli si mise accanto. Non si sarebbe mossa manco a pagarla a peso d'oro. Oramai il suo orgoglio le diceva di rimanere in quel preciso punto e non si sarebbe mossa.
« Lui non centra. » - sibilò seria come non mai mentre guardava malissimo quei due soggetti - « Concludiamo questa discussione fuori da qui. »
Sapeva perfettamente di essere una mina vagante a prescindere dal suo comportamento, ma Sam non centrava nulla con quella sorta di faida agli albori. Era lei che volevano, non lui. ALmeno così lei pensava.
Lanciò una rapida occhiata a Sam per vedere se stava meglio, per poi tornare a guardare quei due soggetti demoniaci. CI mancava solamente quella bella trovata in quella serata. Alexandra non temeva per quello che avrebbero potuto farle quei due demoni, piuttosto non osava pensare a quello che le avrebbe detto il suo capo se la cosa fosse degenerata ulteriormente all'interno del locale con un cliente coinvolto.
 
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Lorelay
view post Posted on 26/12/2011, 22:56




samsi11
Sam scambiò un'occhiata piuttosto confusa con Alexandra, se lei si stava interrogando sull'aiuto ricevuto, ebbene...lui si stava interrogando sul modo di fare stranamente audace della ragazza contro quei demoni.
Ma no, lei non poteva sapere in cosa realmente si stavano cacciando. Probabilmente aveva dei conti in sospeso con le persone possedute dai demoni o non era in grado di sapere di certo che quelle non erano più "normali" persone. Queste erano le sole spiegazioni istantanee che il cacciatore naturalmente riusciva a darsi, anche se...beh era nel torto.
"Non credo sia una cosa saggia per una ragazza uscire con due uomini che non sanno minimamente cosa sia l'educazione"- , disse, cercando di mascherare l'allarme che stava covando nel petto in quel rimandare in tutto e per tutto il confronto tra lei e loro, stava piegato, tenendosi il fianco e con il respiro corto, ma comunque riusciva a parlare e si stava mano a mano risollevando.
"Piuttosto, accompagno fuori queste simpatiche persone o chiamiamo la polizia" - ma ciò che Sam poteva constatare con disgusto è che il caos provocato dalla rissa non aveva distolto nessuno dai propri affari, nel più classico dei comportamenti da "non vedo-non sento-non parlo". Strani atteggiamenti la gente di quella città.
La polizia non sarebbe servita, lo sapeva bene, però le avrebbe provate tutte lo stesso, mentre la mano iniziava a prudere sapendo che sarebbe bastato uno scatto, uno solamente, e la colt avrebbe messo fuori uso i disturbatori. Sì, ma al prezzo di passare per un assassino di fronte a tutti.
I demoni in questo avevano un vantaggio: il corpo era solo un vettore, non c'erano responsabilità reali...in un vettore.
Strinse i denti rabbiosamente per quella situazione di stallo fino a quando...non si fece avanti passando volontariamente troppo vicino a uno dei due tizi per spintonarlo con la spalla ed uscire fuori dal locale, al solo scopo di farsi seguire. Sicuro, però, che Alex come ogni ragazza che si rispetti, non avrebbe fatto altro che rientrare e tornare al proprio lavoro.
 
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view post Posted on 26/12/2011, 23:32
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Lo sguardo di Alexandra continuava a vagare, freddo e razionale, tra Sam e quei due demoni che non volevano proprio togliersi dalla faccia quei sorrisetti beffardi, quasi loro si ritenessero i padroni del mondo.
Fremeva dalla voglia di sparare in fronte ad uno dei due per far fuggire l'altro, ma, se l'avesse fatto, avrebbe perso il lavoro per direttissima. Doveva giocarsi bene le sue carte.
Fu Sam, invece, a fare la prima mossa per portare fuori quei due. Ottimo. Se ora l'avessero ucciso, la ragazza l'avrebbe avuto sulla coscienza.
Rimase immobile a guardare uno dei due, quello spintonato da Sam, girarsi verso la porta ed uscire. L'altro fece per seguirlo ed Alexandra, suo malgrado, abbassò la guardia portando lo sguardo su Cheryl. Era corsa da Jake. Ottimo. Almeno lei era al sicuro, per il momento. Diede pure un'occhiata a Roy, il quale le fece cenno di guardarsi alle spalle, ma non fece in tempo. Si sentì come se qualcuno le stesse stritolando lo stomaco. Non lo diede a vedere mentre sentiva l'aria cominciare a mancarle dato che quella presa si era estesa pure ai polmoni. Si girò a guardare quel demone che sogghignava mentre teneva le mani in tasca. Fece un paio di passi verso di lui, ma non ce la fece a raggiungerlo. Si ritrovò a volare letteralmente oltre la porta ed andare a rovinare contro i mattoni dello stabile di fronte al locale dove lavorava.
Come cadde a terra il respiro le tornò e si rialzò imprecando nella sua mente come non mai. Quei due sapevano, come minimo, cosa le aveva fatto il torturatore infernale. Non a caso la stavano sbattendo di schiena qua e là, manco lei fosse la sfera di un flipper.
« Torna dentro... Prima che ti facciano... Davvero... Del male... »
Mormorò a Sam una volta che si fu rialzata, seppur dolorante. Il ragazzo accanto a lei poteva essere grande e grosso quanto voleva, ma non sapeva, come minimo, cosa fossero quei due energumeni. Uno dei due le si avvicinò e la prese per il collo stringendoglielo e lei, finalmente, potè estrarre una delle due armi che aveva tra la camicia ed i jeans. La puntò contro il petto di quellessere, ma non sortì nessuna reazione in lui.
Ormai priva d'aria, tolse la sicura e sparò, ma colpì solamente ad una spalla. Cadde a terra e riprese fiato.
« Le domande... Per favore... Falle dopo. »
Disse a Sam mentre, facendo leva su di un ginocchio e sul muro alle sue spalle, si rialzava, ma non osava minimamente rimettere in tasca l'arma che aveva in mano.
Il demone mostrò nuovamente i suoi occhi totalmente neri e la immobilizzò, con un gesto della mano, contro al muro alle spalle di lei per poi dirle che ora si sarebbe divertito sul serio.
« Non... Aspettavo... Altro... »
Concluse con il poso ossigeno che le affluiva ai polmoni a causa di quella presa psichica. Un sorrisetto beffardo dipinto in volto.
 
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22 replies since 9/11/2011, 19:27   130 views
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