Misty Hill GDR

My life is damned

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-chaos
view post Posted on 23/12/2011, 23:27 by: -chaos
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" Ottimo. L'ho pure messo in imbarazzo. Che persona del cavolo che sono. "
Si ritrò a pensare Alexandra mentre notava il ragazzo di fronte a lei incespicare mentre parlava. Non era un incespicare dovuto all'eccessivo alcohol ingerito. Un bicchiere di whiskey non metteva al tappeto nessuno. Alexandra ne era certa. Quello era tutto frutto di imbarazzo. Era riuscita, suo malgrado, a metterla in imbarazzo.
« A te. »
Disse solamente porgendo le due ciotoline contenenti arachidi ed olive al ragazzo. Aveva trovato tutto dietro al bancone e, caso più unico che raro, si era ritrovata davanti un clientei che richiedeva ciò e non solamente un pretesto per guardarle il fondoschiena mentre si piegava.
Doveva davvero riconoscerlo a quel ragazzo. Era decisamente sopra la media di quel locale in quanto non aveva ancora fatto apprezzamenti, taciti o meno, per quanto riguardava il corpo di lei. Conquistava punti quel ragazzo senza rendersene conto, ma lei non diede molto peso a ciò.
Lo sguardo di lei vagava tra Sam - così si era presentato quel ragazzo ad Alexandra - e gli uomini che si erano avvicinati troppo a Cheryl, nei pressi del consueto tavolo di Jake ed i suoi compari.
Nessuno muoveva un dito e, ad essere sinceri, ad Alexandra parve di vedere, per qualche istante, gli occhi di quegli individui che stavano bloccando Cheryl, divenire neri come la pece.
Lo sguardo di Alexandra si assottigliò per qualche istante, per poi ricomporsi. Non voleva rogne durante il suo turno. Giusto un'oretta ed avrebbe staccato. No. Il destino, a quanto pareva, ce l'aveva con lei. Quello pensava la ragazza bruna mentre cercava il suo collega Roy, il quale le doveva un favore da una settimana. Voleva andare a placare gli animi, oltre a scoprire se era una visionaria completa o meno.
« Situazioni poco piacevoli proprio come quella che avrà luogo qui dentro se nessuno, come al solito, muove un dito. »
Rispose a Sam con una calma immane per poi scorgere il suo collega ed avvicinarsi a lui.
« Coprimi un attimo al bancone, per favore. Vado a calmare la situazione in fondo alla sala. »
Quanto le costò pronunciare quel "per favore". Non era nelle sue corde. Per niente. Non era abituata a pronunciare parole simili. Nemmeno con suo padre le pronunciava. Figuriamoci con qualcuno esterno a quello che rimaneva della sua famiglia.
Si avvicinò agli uomini che stavano trattenendo Cheryl e, dopo averli squadrati per qualche istante, portò definitivamente lo sguardo verso quello che stava tenendo bloccata la ragazza bionda.
« Lasciala andare. »
Disse con tono fermo e deciso prima di sentirsi ridere in faccia da quell'uomo. L'ira le crebbe a dismisura, ma si trattenne dal portare una mano verso il calcio di una delle due pistole che aveva con lei.
« Non te lo ripeterò un'altra volta. » - lo sguardo di lei fisso e determinato in quello di lui - « Lasciala. Andare. »
Concluse decisa, ma quello che ottenne fu solamente un'altra risata con il solo scopo di scernirla ed il rivedere quegli occhi totalmente neri. Almeno non era visionaria fino a quel punto. Ciò era davvero positivo secondo lei.
Lui, di tutta risposta, rise di nuovo. Alexandra voleva sparargli dopo quella visione tutt'ora presente, ma non ce la fece a prendere una delle due armi che aveva tra la camicia ed i jeans. No. Venne scaraventata contro un muro e lì si scatenò l'Inferno all'interno del locale, mentre lei, nella sua mente, malediceva qualunque cosa, persona e Santo che le veniva in mente a causa del dolore causato dall'impatto della cicatrice, che le percorreva interamente la schiena, contro il muro, in quel momento, alle sue spalle.
 
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