| «Kel..» Le labbra fredde di Gerhard sfiorarono il collo del piccolo angelo con un bacio. Il suo respiro freddo le solleticò la pelle, facendola così sorridere. Lei si girò nel letto, verso di lui, per circondargli il collo con le braccia, per stringersi a lui, per trovare piacere nello stare così vicini. A volte non le sembrava ancora vero. Kelley aveva sempre il timore di perderlo, che tutto potesse tornare come quando lei era cieca alla sua vista. Il solo pensiero di non vederlo più l’avrebbe fatta impazzire. Di nuovo. Ma lui c’era e in quel momento era proprio davanti a lei, fra le sue braccia e le loro bocche erano unite in quello che sarebbe potuto essere un bacio eterno. «Ti amo, piccola.» «Anch’io, Gelo..» «Perché sei voluta venire qui, a Misty Hill? Non mi piace..» «Ehm.. Sai.. Io..» Titubò. Come poteva spiegargli che era voluta andare lì in vacanza perché Azael aveva bisogno del suo aiuto? Come potergli spiegare che si erano riavvicinati? Semplice. Non gliene avrebbe fatto parola.
Kelley era seduta in cucina, nella sua bella casa in Francia, con tra le mani una fumante e gustosa cioccolata calda. Sfogliava distratta una rivista di moda, interessata, forse, solo a sembrare normale e a suo agio in mezzo a tanto silenzio. Gerhard sarebbe tornato da lì a due giorni e lei non aveva nulla di meglio da fare che dipingere, uscire per fare la spesa e sfogliare riviste vecchie. Ogni tanto accedeva lo stereo o la televisione per sentirsi meno sola, per riempire quel vuoto che le sembrava ogni volta volerla mangiare. Ma non funzionava mai come avrebbe dovuto. La solitudine era devastante per lei e il sapere che il suo Ger era da qualche parte a uccidere la metteva di uno stato di ansia incredibile. Quella mattina, leggendo un articolo e poi un altro, era riuscita a passare più di tre ore senza pensare al peggio. Assorta com’era nella lettura, però, non si accorse che qualcuno era entrato, anzi apparso, in casa. «Buongiorno Angelo mio.» Azael si chinò su di lei e anche quella volta riuscì a rubarle un bacio. Kel chiuse la rivista con un gesto secco e si voltò a guardarlo. Il suo cuore perse un battito. «Vedo che ti piace essere salutata così.. Quel rossore sulle guance di dona..» «Spera che Ger non sappia mai nulla di questa storia.» «E’ anche nel tuo interesse che lui rimanga all’oscuro, vero?» «Cosa vuoi?» «Ricordi quella lugubre cittadina? Mi pare Misty Hill.. Ma non credo tu te ne sia scordata.. E’ stata una giornata memorabile quella. Per entrambi.» «Arriveresti al punto?» «Stiamo cercando di dar pace ad un anima, a quella di Hope. E’ lei la causa di tutto quello che succede in quella maledetta città.» «E io cosa c’entro?» «Mi devi un favore. O paghi in natura oppure mi aiuti e dato che so che la prima opzione la escludi a priori opto automaticamente a proporti la seconda. Parti il prima possibile e vedi di trovare più informazioni possibili sulla città, su quella ragazzina.» «Ti odio, Azael..» «Portati dietro il tuo fedele fidanzato. Non vorrei ci rimettessi la pelle.» «Ger farebbe troppe domande, lo sai. Non voglio litigarci, quindi dirò che vado a trovare di nuovo Lana o una cosa del genere..» «Troppe bugie.. Non lo sai che hanno le gambe corte!?» «Quando la verità salirà a galla mi prenderò le mie responsabilità. Adesso vattene però.» «Mi farò vivo io come sempre. A presto, Kel.» E svanì nel nulla. Adesso l’unica cosa da fare era cercare una buona scusante per tornare il quel postaccio.
«Okay non dirmelo.» «Ger.. Io.. Mi dispiace, ma non posso dirtelo.» Kelley si alzò dal letto e si vestì velocemente, andò in bagno a lavarsi e corse fuori da quella semplice stanza di Hotel, senza neppure salutarlo. Mentre si muoveva incerta per le strade di quella città sconosciuta pensò che aveva sbagliato a non essere sincera e decise che quando avesse fatto ritorno gli avrebbe detto tutto. Tutto. «Dove vai?» Azael. La ragazza alzò lo sguardo al cielo e sbuffò. «Ger non viene? Ti proteggo io.» «Era tutto studiato vero?» Non le rispose e quando si ritrovarono davanti alla porta massiccia della biblioteca lui la spinse e con un gesto molto teatrale la invitò ad entrare. Azael aveva tutta l’aria di essere disinvolto, quasi a suo agio, mentre Kel era impacciata e po’ goffa. Non era più lo stesso Angelo che era stato un tempo. I due salutarono l’anziana bibliotecaria e Azael poi la guidò verso lo scaffale dove sapeva per certo ci fosse il libro che cercavano, da qualche parte dovevano iniziare le ricerche e cosa c’era di meglio di una biblioteca? Ma quando arrivarono nel padiglione giusto la ragazza spalancò gli occhi e spinse via Azael. C’era Lana! «Lana.. Ma che coincidenza!» “Kel respira, Kel disinvolta, Kel non.. Non…” «Lana? La tua amichetta è qui?!» Le bisbigliò lui. Lei annuì e lo costrinse a restare nell’ombra, ma lui non se ne fregava niente se Lana gli avesse visti o no insieme. «Ciao Lana. E’ un piacere rivederti..» E con un braccio cinse la vita a Kel, la quale non provò neppure a opporsi, ma mimò con le labbra all’amica un ‘Poi ti spiego. Giuro.’
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