Misty Hill GDR

Una cacciatrice a casa

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Bet Grave
view post Posted on 19/12/2011, 20:31 by: Bet Grave




Betsy s'addentrò in quella magione guidata da una forza che le era oscura. Tuttavia non si sentiva minacciata; almeno non ancora. Il suo sesto senso la rassicurò sussurrandole che non c'era nulla da temere e che comunque, se le cose si fossero messe davvero male, non avrebbe dovuto far altro che invocare un aiuto angelico che sapeva sarebbe arrivato subito. Non c'era posto sulla terra, e non, dove sua madre non poteva sentirla e soccorrerla; lei lo sapeva bene. Scacciò quei pensieri dalla testa perché troppo impegnata ad ammirare la magnificenza di quella dimora. Sembrava che fosse stata risucchiata in un'altra realtà, in un altro mondo. Non c'erano dubbi, quella era la dimora di qualche potente forza sovrannaturale. Solo in quel modo era potuta sorgere dal giorno alla notte.
Ma quando udì quelle grida disumane, disperate, fu costretta a portarsi le mani alle orecchie. Esitò e si arrestò sul grosso portone d'entrata. Le ci volle qualche istante per abituarsi ad esse e quando questo accade riprese ad avanzare, sicura dei suoi passi. Fino a che non le si presentò un giovinetto dal bello aspetto che poteva avere più o meno la sua età.
- Chi siete voi?- gli chiese fermandosi a qualche passo da lui.
Asmodeo sorrise. Grazioso bocconcino, pensò. Se il suo signore non avesse avuto altri piani per lei, ci avrebbe giocato molto volentieri prima di ucciderla. O magari poteva tenersela al fianco come schiava, perché no.
- Oh signorina Gravestone, vi facevo più furba.- le rispose trapassandola col suo sguardo furbesco- Siete arrivata dritta all'inferno sulle vostre gambe.
Sghignazzò, ma Betsy non si lasciò influenzare da quelle parole. Il ragazzo mentiva. E non era neppure umano, ci avrebbe scommesso. Pensò al suo pugnale, nascosto nella borsa. Era pronta ad impugnarlo quando al contrario il giovinetto la invitò a seguirla con voce forzatamente gentile. Ma Betsy non si mosse da dov'era.
- Dove mi volete portare?
Asmodeo fece appello a tutta la sua già esile pazienza per non afferrare per i capelli la ragazza e trascinarla di peso da Ade. Le lanciò uno sguardo che non ammetteva altre repliche e si avviò lungo un corridoio buio che sembrava infinito. Betsy si fece coraggio e lo seguì. Qualche istante dopo venne condotta in una sala maestosa che la lasciò di stucco a prima vista. Fece scivolare lo sguardo sulle pareti e sul soffitto, fino a che non le si posò su un uomo avvenente seduto su una sorta di trono. Betsy ebbe un dejavù. Era stata già protagonista di una simile scena molto tempo prima. Un dio degli inferi l'aveva di nuovo convocata a sé, e quando la ragazza notò il cerbero seduto al suo fianco indietreggiò e mise mano alla borsa dove sul fondo giaceva il suo pugnale. Nella mente intanto aveva già formulato il nome di sua madre. Ma non vacillò né tentò di scappare. Si fece forza e domandò con voce ferma:
- Chi siete? Perché mi avete condotta qui?
Asmodeo nel frattempo si faceva da una parte, ridacchiando tra sé.
Betsy Gravestone si tenne pronta a tutto.

 
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