Misty Hill GDR

Una cacciatrice a casa

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Ade Dio degli Inferi
view post Posted on 28/11/2011, 19:20




- In quella città si annida un male ben più antico di noi tutti, e tu lo sai - esordì il ragazzo dai lunghi capelli biondi e dalle vesti capaci di emanare un bagliore sgargiante.
- Apollo ha ragione, vieni via da li, non puoi nulla contro Caos e sfidarla rappresenterebbe la nostra fine, nostra e di tutto l'Olimpo - aggiunse un uomo barbuto seduto su di una conchiglia che teneva saldamente un tridente nella mano destra.
- L'Olimpo - sussurrò una voce sinistra fuori campo - mi avete negato l'Olimpo, l'hai dimenticato Poseidone? - aggiunse l'uomo misterioso vestito di nero - e non intendo venire via da questo posto prima dello scadere dei sei mesi che Persefone deve trascorrere sulla Terra, sono stato chiaro? - concluse stringendo il pugno sul bordo della fontana magica il cui pelo dell'acqua era diventato uno specchio che gli permetteva di vedere gli altri Eterni presenti sul monte Olimpo.
- Che tu sia maledetto Ade! hai condannato mia figlia alla prigionia!! è colpa tua se ora lei si trova in quella città maledetta, non avevi alcun diritto di... -
- Tu vecchia megera hai rifiutato l'Olimpo a tua figlia e l'hai condannata a trascorrere i sei mesi che avrebbe dovuto passare li in questo posto, non venire a fare moralismi a me razza di zitella insoddisfatta!! - la interruppe l'uomo in nero, il dio Ade.
- Ora basta! - una voce potente tuonò ammutolendo tutte le altre. Dallo specchio d'acqua magica Ade poteva scorgere la sala del consiglio dell'Olimpo, e sapeva bene di chi fosse quella voce, non l'aveva mai dimenticata. Suo fratello minore, Zeus, era divenuto il re degli dei dopo la sconfitta dei Titani, a lui spettava di diritto l'ultima parola, poichè lui brandiva l'arma divina più potente, la folgore, e sempre lui li aveva liberati dal giogo del perfido Crono.
- Ade, fratello mio. Comprendo i tuoi sentimenti per Persefone, ma le nostre regole sono chiare, nessun dio ha diritto ad intromettersi nelle faccende degli umani. Troppe volte in passato l'abbiamo fatto, pagando amare conseguenze. -
- Le nostre regole? vuoi dire le TUE regole, caro fratello. Mi hai usato per relegare nostro padre nelle profondità del Tartaro e poi mi hai abbandonato quaggiù. Non accetto consigli da una bocca che parla d'ipocrisia, ne dai sicofantici leccapiedi di cui ti circondi. Se qualcuno tenterà di ostacolarmi, scatenerò sulla Terra la peggior piaga che l'umanità abbia mai conosciuto. Riporterò in vita i morti così che divorino i vivi, e tutto il mondo diverrà il mio nuovo Inferno -
- E' una bestemmia!! - gridò il valoroso e battagliero Ares.
- No, è amore - proferì una voce femminile fino ad ora rimasta in silenzio.
Il dio della guerra si girò verso di lei, e il suo sguardo fino a quel momento acceso di rabbia si addolcì all'istante.
- Afrodite, cosa fai tu qui? - domandò.
- Sono una dea e come tale l'accesso a questa stanza non mi è vietato, valoroso Ares. - la dea, coperta di un vestito bianco che ricordava quelli dell'antica Grecia, avanzò tra i presenti, in direzione di Zeus.
Tutti si voltarono a guardarla, chi con desiderio, e chi invece con gelosia e risentimento.
- Caro padre, comprendo ciò che prova Ade per Persefone, ed è naturale che sia disposto a lottare contro i suoi stessi fratelli pur di proteggerla. Dagli una possibilità, infondo siete stati voi a negare l'Olimpo a mia sorella e lei neppure ne è al corrente. Ammetto che non comprendo le motivazioni di tale scelta, ma tu sai, mio benevolo genitore, quale male si annida nella città che avete scelto per Persefone, e dimmi, sapendo questo, non è forse naturale che colui che la ama voglia evitarle qualunque pericolo? -
Le parole della dea dell'amore furono seguite da un breve silenzio, rotto solamente dalla voce arcigna di Era.
- Sciocchezze. Non dovremo ascoltare le parole di una meretrice ma i saggi consigli che il nostro signore ci da. -
- Il mio primo consiglio per te, grande Era, è di placare la gelosia e tenere a freno quella lingua. - le rispose pacatamente il padre degli dei, suscitando l'umiliazione e l'ammutolimento della dea.
- Mi chiami meretrice, ma nulla di ciò che ho fatto nella mia esistenza più lunga di quella di voi tutti è stato fatto senza sentimento, senza amore. - Afrodite si voltò verso Zeus, prendendogli la possente mano tra le sue, così delicate - cos'hai deciso padre? - domandò.
Zeus riflettè per qualche secondo, e alla fine si pronunciò.
- Così sia! Ade potrà stare accanto a Persefone durante questi sei mesi -
- Ma... è un ingiustizia, a lui spettano già i sei mesi che mia figlia deve trascorrere negli Inferi e... -
- Taci madre sciagurata!! Sei stata tu a decidere che questa volta non avresti trascorso il tempo con nostra figlia, e io, a malincuore, per non creare altri screzi, ho deciso di lasciarla sulla Terra. Ade le starà accanto fino a quando lei ritornerà negli Inferi, a patto che non si intrometta nelle faccende degli umani. Così è deciso, che ti serva di lezione, Demetra! -
Un sorriso si dipinse sulle labbra di Ade, e l'immagine della sala dell'Olimpo nella fontana affievolì fino a scomparire.
- Povero il mio fratellino, costretto a compiere gesti pubblici per il bene comune. Hai creato gli esseri umani così che alimentassero la tua immortalità con le loro preghiere, ma io sono diverso da te, io ho imparato a vivere del loro dolore - Ade parlava da solo, ma lo faceva con una tale enfasi che pareva quasi avere un interlocutore davanti - e ora, è il momento di occuparci di quell'altra faccenda. -
Il dio dell'oltretomba chiuse gli occhi e concentrandosi riuscì a percepire nella città di Misty Hill una presenza che forse sarebbe potuta tornargli utile - ma salve, piccola cacciatrice - disse sogghignando malefico riaprendo gli occhi - ho un compito per te - aggiunse dirigendosi verso un trono d'oro e pietre preziose intarsiate sui braccioli, cominciando ad attirare l'attenzione della sua preda con la forza del pensiero. Sussurrando quel nome nela sua mente, ancora e ancora, fino a quando i suoi pensieri non avrebbero oltrepassato le pareti e il suo richiamo sarebbe giunto fino a lei, a... - Elisabeth Gravestone.
 
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Bet Grave
view post Posted on 5/12/2011, 12:09




Sogni. Betsy ero tornata a fare quei sogni. Di nuovo. Sogni vividi, immagini troppo definite per poter essere ignorate. Da quando era giunta a Misty il potere dei sogni premonitori era aumentato in maniera quasi allarmante. Anche Castiel se ne era stupito e ogni volta che sua moglie gli raccontava uno dei suoi sogni lui la fissava preoccupato. E Misty Hill c'entrava sempre, non tanto Hope quanto persone nuove che vi giungevano. Anche se questa volta non si trattava di un uomo o di una donna, ma di qualcosa di diverso, che la rese irrequieta per giorni. Poi quella voce....
Voce che udì da sveglia e non solo nei suoi sogni.
- Scoprirò chi è, stanne certa.- la rassicurò Castiel.
Ma Betsy sapeva in cuor suo che quella era una faccenda che doveva risolvere da sola. Qualcosa la invocava, qualcuno la stava chiamando come se il destino avesse per lei in serbo una missione. Una prova.
Quella mattina lasciò Cal all'Eden Hotel, da Ester. Castiel era svanito alla ricerca di informazioni, deciso a proteggere sua moglie a costo della vita. Ma quella voce...Betsy non poté ignorarla più.
Lasciato il suo bambino si rimise in macchina e guidò senza una meta. Conosceva oramai Misty Hill come le sue tasche, ma quella mattina la città aveva qualcosa di diverso. Qualcosa che la cacciatrice non tardò a capire.
Appena fuori città, dalla parte apposta del cartello “benvenuti a Misty Hill” era sorto dalla nebbia un maniero. Poteva anche esserci sempre stato, ma Betsy giurò di non averlo mai visto. Imboccò la stradina che conduceva ad esso guardandosi attorno sospettosa e allo stesso tempo affascinata. Quando arrivò di fronte a quell'ingente costruzione fermò la macchina e spense il motore. Aspettò che il coraggio la spronasse, afferrò la borsa dove teneva le sue armi e scese. Si guardò attorno. Il maniero sembrava disabitato ma lei sapeva che non era così. La voce tornò a rimbombarle nella testa...qualcuno conosceva così bene il suo nome da chiamarla con tanta insistenza.
- Eccomi, sono qui.- disse prima di rendersene conto.
E attese.

 
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Ade Dio degli Inferi
view post Posted on 5/12/2011, 14:34




- Si Elisabeth, avvicinati - continuò a sussurrarle mentalmente il dio, mentre le cancellate di quell'enorme magione si spalancarono per permettere alla cacciatrice di entrare.
Anche la porta d'ingresso principale della villa si aprì, questa però più lentamente, emettendo un sinistro cigolio.
Il cortile era ben curato e con una grande piscina nel mezzo. Ovunque vi erano vasi di rose blu, che Ade aveva particolarmente a cuore essendo esse nate negli Inferi millenni addietro, quando la dea Persefone, da poco rapita e condotta nell'oltremondo, dimostrò nei suoi confronti il primo gesto d'affetto.
- Vieni, non ti accadrà nulla. Lascia che le voci ti guidino da me - disse ancora, aprendo la mente della cacciatrice a quella che lui definiva ''musica per le sue orecchie'': le grida dei dannati che perennemente ardevano nelle profondità del Tartaro. Seguendole la cacciatrice sarebbe giunta da lui, seduto comodamente su una copia terrena del suo trono infero, in una grande sala ovale, anch'essa riproduzione di quella che nel sottomondo era la Sala del Trono di Ade e Persefone, la quale però in quel momento non era presente.
Alla sinistra del dio giaceva addormentato il suo fido mastino, Cerbero. La mano di Ade si posava con delicatezza su una delle sue teste accarezzandone il pelo, mentre d'un tratto il silenzio della stanza venne interrotto da Asmodeo, demonio amico intimo del dio dai tempi della Titanomachia.
- Mio signore, la signorina Gravestone è ai nostri cancelli. Libero la Chimera? - domandò preoccupato per la presenza della cacciatrice nella loro dimora terrena.
- Rilassati Asmodeo, l'ho convocata io - gli rispose il dio rincuorandolo.
- Capisco maestà, in tal caso sarò ben lieto di prendermi cura di lei. Volete che la conduca qui?
- Da quand'è che usi un tono così formale con me? ci conosciamo da eoni, sai bene che puoi darmi del tu. Ti sono debitore della vita, dopotutto.
Ade si alzò dal trono dirigendosi verso una vetrina contenente dei liquori pregiati, versandone un pò in un paio di bicchierini da aperitivo.
- Conducila da me, ho un incarico fatto apposta per lei.
- Subito mio signore - replicò il demonio.
- Asmodeo - lo chiamò ancora il dio.
- Si maestà?
- Assumi forma umana, non vorrai mettere paura al nostro ospite spero. Ti ricordo che è una cacciatrice in contatto con le potenze dell'alto, e un altra Apocalisse non ci gioverebbe certamente.
Il demoniò annuì, e in un batter di ciglia il suo aspetto, prima simile a quello di un diavolo uscito da qualche girone dantesco, divenne quello di un ragazzo distinto dai capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo, e dal portamento elegante e raffinato.
Così conciato il demone sorrise al suo padrone e si direzze verso l'ingresso della residenza, per dare a Betsy il benvenuto e condurla da Ade.

Muovilo pure tu Asmodeo, è tutto tuo u.u
 
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Bet Grave
view post Posted on 19/12/2011, 20:31




Betsy s'addentrò in quella magione guidata da una forza che le era oscura. Tuttavia non si sentiva minacciata; almeno non ancora. Il suo sesto senso la rassicurò sussurrandole che non c'era nulla da temere e che comunque, se le cose si fossero messe davvero male, non avrebbe dovuto far altro che invocare un aiuto angelico che sapeva sarebbe arrivato subito. Non c'era posto sulla terra, e non, dove sua madre non poteva sentirla e soccorrerla; lei lo sapeva bene. Scacciò quei pensieri dalla testa perché troppo impegnata ad ammirare la magnificenza di quella dimora. Sembrava che fosse stata risucchiata in un'altra realtà, in un altro mondo. Non c'erano dubbi, quella era la dimora di qualche potente forza sovrannaturale. Solo in quel modo era potuta sorgere dal giorno alla notte.
Ma quando udì quelle grida disumane, disperate, fu costretta a portarsi le mani alle orecchie. Esitò e si arrestò sul grosso portone d'entrata. Le ci volle qualche istante per abituarsi ad esse e quando questo accade riprese ad avanzare, sicura dei suoi passi. Fino a che non le si presentò un giovinetto dal bello aspetto che poteva avere più o meno la sua età.
- Chi siete voi?- gli chiese fermandosi a qualche passo da lui.
Asmodeo sorrise. Grazioso bocconcino, pensò. Se il suo signore non avesse avuto altri piani per lei, ci avrebbe giocato molto volentieri prima di ucciderla. O magari poteva tenersela al fianco come schiava, perché no.
- Oh signorina Gravestone, vi facevo più furba.- le rispose trapassandola col suo sguardo furbesco- Siete arrivata dritta all'inferno sulle vostre gambe.
Sghignazzò, ma Betsy non si lasciò influenzare da quelle parole. Il ragazzo mentiva. E non era neppure umano, ci avrebbe scommesso. Pensò al suo pugnale, nascosto nella borsa. Era pronta ad impugnarlo quando al contrario il giovinetto la invitò a seguirla con voce forzatamente gentile. Ma Betsy non si mosse da dov'era.
- Dove mi volete portare?
Asmodeo fece appello a tutta la sua già esile pazienza per non afferrare per i capelli la ragazza e trascinarla di peso da Ade. Le lanciò uno sguardo che non ammetteva altre repliche e si avviò lungo un corridoio buio che sembrava infinito. Betsy si fece coraggio e lo seguì. Qualche istante dopo venne condotta in una sala maestosa che la lasciò di stucco a prima vista. Fece scivolare lo sguardo sulle pareti e sul soffitto, fino a che non le si posò su un uomo avvenente seduto su una sorta di trono. Betsy ebbe un dejavù. Era stata già protagonista di una simile scena molto tempo prima. Un dio degli inferi l'aveva di nuovo convocata a sé, e quando la ragazza notò il cerbero seduto al suo fianco indietreggiò e mise mano alla borsa dove sul fondo giaceva il suo pugnale. Nella mente intanto aveva già formulato il nome di sua madre. Ma non vacillò né tentò di scappare. Si fece forza e domandò con voce ferma:
- Chi siete? Perché mi avete condotta qui?
Asmodeo nel frattempo si faceva da una parte, ridacchiando tra sé.
Betsy Gravestone si tenne pronta a tutto.

 
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Ade Dio degli Inferi
view post Posted on 20/12/2011, 12:23




Non appena la cacciatrice apparve dinnanzi agli occhi rossi come il fuoco di Ade, Cerbero annusò l'aria e notando la sua presenza si alzò sulle proprie zampe sollevando leggermente le labbra mettendo in mostra una dentatura perfetta che sembrava essere fatta apposta per strappare la carne dalle ossa, mentre filamenti di bava ricadevano morbidi sul tappeto sotto le sue zampe.
- A cuccia - gli ordinò Ade con voce calma e rilassata, abbozzando un sorriso e facendo cenno con la mano ad Asmodeo di lasciare la stanza, voleva rimanere solo con la sua pedina.
- Vi do il benvenuto signorina Gravestone, e vi prego, datemi del tu - esordì il dio alzandosi dal suo trono e, con un cenno della mano, spostò un enorme sedia intarsiata d'oro da un capo all'altro della stanza, in modo che la ragazza potesse sedervisi. Poi, le fece cenno di accomodarsi.
- Mettetevi a vostro agio, e di grazia, lasciate perdere quell'arma che nascondete, se avessi voluto minacciare la vostra incolumità non avreste neppure fatto in tempo a varcare la soglia della mia dimora. Ora per cortesia, mettetevi a sedere - così dicendo gli indicò la sedia con la mano, mentre un servitore giunse nella stanza con un vassodio sopra il quale vi erano due calici ricolmi di idromele, la bevanda prediletta degli immortali, e alcune scodelline con stuzzichini vari. Sembrava quasi che Ade avesse invitato Betsy ad un aperitivo, in realtà queste erano formalità finalizzate a mettere la ragazza a proprio agio, in vista della vera sfida che l'avrebbe attesa dopo quel singolare ''colloquio di lavoro''.
Mentre il servo depose il vassodio su un tavolino circolare, Cerbero si incamminò a passo lento verso Betsy, annusandole le caviglie come farebbe un qualunque animale da compagnia ad un invitato nella casa del padrone.
 
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Bet Grave
view post Posted on 20/12/2011, 12:49




Betsy lanciò un'occhiata nervosa al Cerbero per poi posare gli occhi sull'uomo che le parlò in maniera formale, con tono che non destava sospetti. Sembrava davvero che quel giorno non fosse stata condotta lì per combattere o per essere addirittura uccisa. Quella era di certo una delle situazioni più assurde nella quale si era ritrovata in vita sua. Lasciò ricadere la sua arma nel fondo della borsa e si sedette proprio come le era stata comandato. Non appena arrivò il servitore che con fare sottomesso, senza neppure sfiorarla con lo sguardo, le servì da bere e da mangiare lei rifiutò quelle cortesie con un cenno della testa. Non voleva risultare maleducata, ma la colse il dubbio che forse proprio in quel liquido poteva celarsi l'inganno che non riusciva a cogliere. Non appena poi il Cerbero le si avvicinò, lei fece per balzare via dalla sedia e scappare a rifugiarsi in un angolo della stanza. Anche lei aveva un cucciolo a casa, una piccola palla di pelo scodinzolante che suo figlio aveva adottato ma che naturalmente era lei ad accudire. E il suo cuccioletto non aveva nulla a che fare con quella bestia infernale, la quale tuttavia sembrava incuriosita da lei e che prese ad annusarla proprio come fosse un comune cane da compagnia. Betsy si aspetto quasi che scodinzolasse da un momento all'altro invitandola ad accarezzarle le teste che possedeva.
Mantenendo un atteggiamento che sperò trapelasse calma e tranquillità, tornò a guardare l'uomo seduto sul trono. Lo studiò con molta calma. Che non fosse un demone comune lo aveva già capito, solo che non comprese ancora con chi aveva a che fare. E non esitò a chiedere, sempre più incuriosita da quella situazione.
- Ma voi chi siete?- domandò continuando a dargli del “lei”- Non ho mai visto la vostra magione qui a Misty. Siete appena arrivato da....dall'inferno?
Betsy accennò un sorriso divertito a quella domanda. Si, quella era decisamente una situazione assai stramba.
- Siete qua anche voi per scoprire i piani di Hope?
A quella sua ultima parola il Cerbero sembrò emettere una sorta di ringhio che le fece rizzare i peli delle braccia e della nuca. Ma perché non imparava a stare zitta una buona volta nella vita?

 
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Ade Dio degli Inferi
view post Posted on 20/12/2011, 13:57




- Hope - ripetè il dio, prendendo uno dei calici che gli erano stati portati e facendo lentamente roteare all'interno la profumata bevanda che conteneva - quello che fa quell'essere non è affar mio, ci pensassero quelli dell'alto se proprio tengono alla vostra specie - così rispondendo portò il calice alle labbra e sorseggiò quell'ambrosia deliziosa. I suoi sensi parvero quasi inebriarsi a quel sapore e i suoi occhi si chiusero per un istante.
In realtà Ade conosceva bene l'identità della creatura che Betsy aveva chiamato Hope, come tutti i divini del resto, un entità primordiale antecedente alla nascita di qualunque dio. Tuttavia, per ordine dell'alto, Ade non doveva intromettersi in alcun modo nelle faccende degli umani come dio, se non per garantire l'equilibrio tra il mondo dei vivi e quello più basso dei defunti, gli Inferi, di cui era sovrano incontrastato.
Non vi era dio ne demone all'Inferno che non rispondesse ai suoi ordini e non facesse il suo volere, e quando accadeva il contrario Ade provvedeva personalmente a prendere provvedimenti.
Era quello che aveva fatto con il ribelle Belzebub, ex dio mesopotamico cacciato negli Inferi per i suoi atti peccaminosi, con il demone Pazuzu, causa di possessioni demoniache nel ventesimo secolo, e anche con tre demoni che avevano messo piede proprio a Misty Hill per perseguire dei misteriosi piani finalizzati ad una nuova guerra tra divini. Ade seguì i movimenti di quella semidea, di Betsy e dell'angelo dal trono del suo palazzo sotterraneo, e non appena i tre ribelli si trovarono dinnanzi al giudice supremo, Minosse, egli fu inflessibile, proprio come Ade gli aveva comandato di fare, reincarnando quegli ex demoni in corpi di misere creature viventi e condannandoli a delle vite misere e senza valore.
Il dio si voltò nuovamente verso la sua ospite e poggiando il bicchiee sul tavolino, portò un braccio all'altezza del bacino abbozzando un lieve inchino.
- Avete ragione, sono stato sgarbato. Ho molti nomi, ma voi potete chiamarmi Ade - e così dicendo inclinò leggermente il capo per qualche secondo, mentre Cerbero tornò ad accucciarsi accanto a quel trono su cui Ade sedeva da migliaia di anni.
- A dire il vero vi ho fatto convocare perchè ho un incarico fatto apposta per voi. Me ne occuperei personalmente ma vedete, questo è un periodaccio per me. Ho dovuto assentarmi dal mio regno per abitare in questa bruta copia di cittadina per affari personali. Mi tratterrò qui sei mesi, ma prima di allora potrebbe non rimanere anima viva in questo posto, se qualcuno non risolve un piccolissimo ed inatteso inconveniente che si è venuto a creare. Per questo vi trovate qui, al mio cospetto, signorina Gravestone.
 
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Bet Grave
view post Posted on 30/12/2011, 18:35




- A..Ade?
Betsy ripeté quel nome più volte poiché stentava a credere a quanto le stava accadendo.
E dunque un dio mitologico l'aveva invocata a sé per affidarle un compito. Inquietante quanto assurdo e soprattutto pericoloso. Betsy notò i gesti cordiali del dio degli inferi ma non si lasciò incantare. Quando e se simili dei convocavano mortali o si imbattevano accidentalmente in loro, di norma era presagio di catastrofe. Conosceva demoni infernali e con molti si era battuta, con alcuni si era alleata, anche se Ade andava oltre tutto ciò che aveva imparato a conoscere fino ad allora. Passò lo sguardo dall'uomo al cerbero che s'allontanò da lei con suo gran sollievo. Quando tornò a guardare Ade soppesò bene le sue parole e soprattutto stette attenta alla sua risposta.
E se si fosse rifiutata? Se si fosse alzata all'improvviso brandendo il suo pugnale e recitando qualche formula, cosa sarebbe accaduto? Betsy non era una sciocca e sapeva che in meno di qualche istante sarebbe stata azzannata da quella bestia infernale. Nemmeno il tempestivo aiuto di sua madre stavolta sarebbe bastato a salvarla. No, scappare era fuori discussione e poi era oramai troppo tardi.
E se invece fosse stato un tranello? Perché Ade convocava tra tutti i cacciatori e le cacciatrici presenti in città proprio lei? C'erano i fratelli Winchester, perché non chiamare loro che dell'inferno si potevano dire esperti? O magari lei era stata scelta per il suo sangue angelico, per la sua discendenza angelica.
Betsy sospirò e si sistemò meglio sulla sedia. C'era un'unica cosa da fare: ascoltare ciò che Ade aveva in serbo per lei. Solo saputo il motivo della sua chiamata avrebbe potuto prendere una decisione.
- Va bene.- parlò- Vi ascolto. Di quale tipo di inconveniente state parlando, e perché avete convocato proprio me?
Betsy si scoprì presto curiosa. Quale oscuro motivo vi era dietro tutta quella faccenda? Misty Hill era in pericolo, ma Hope sembrava non c'entrarci questa volta.
Ma non sapeva se ciò fosse un bene o piuttosto un male peggiore di quelli ai quali era abituata.

 
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Ade Dio degli Inferi
view post Posted on 1/1/2012, 13:27




- Siete alquanto prevenuta signorina Gravestone, voglio dire, avrò anche un passato non proprio edificante alle spalle ma voi dovreste sapere bene il significato di parole quali pentimento, perdono e... - prese a parlare il dio facendo chiaramente intendere che aveva letto i suoi pensieri e le sue paure. Il suo discorso fu tuttavia interrotto da una risata alquanto sadica e malamente trattenuta - vi prego di perdonarmi, stavo per credere alle mie stesse sciocchezze. Ad ogni modo, torniamo a noi. Ho scelto voi per una semplice ragione, miss Gravestone. Siete l'unica anima in questa città che ha davvero qualcosa da perdere. Ma non preoccupatevi, non sarete sola in questa operazione. Capirete a tempo debito - Ade afferrò il calice che doveva essere della cacciatrice e lo portò alle labbra iniziando a sorseggiarne il contenuto. Amava quella deliziosa bevanda e ne avrebbe tracannato a fiotti.
Si avvicinò alla spalliera della sedia sulla quale Betsy sedeva e poggiò un braccio sull'imponente schienale, riprendendo il suo discorso.
- Ci sono - iniziò a dire tenendo il conteggio con le dita - 4.859.309.893.943.892.928.394.938.828.949 anime negli Inferi - dopo aver detto ciò aprì la mano destra e da essa ne uscì una sfera di fuoco che andò a schiantarsi sul pavimento, aprendo una voragine enorme che interessò tutta la stanza. L'Inferno si era spalancato sotto ai piedi dei due, che sembravano come sospesi a mezz'aria sopra una moltitudine di ombre avvolte dalle fiamme, che urlavano, gemevano di dolore e imprecavano contro tutte le divinità che la storia umana aveva conosciuto - notate nulla di strano signorina Gravestone? - domandò il dio ad alta voce per contrastare quel frastuono di fiamme e grida che si era venuto a creare nella stanza. Il pavimento sotto i piedi dei due sembrava essere scomparso, sebbene Betsy e Ade fossero ancora nella stanza di prima, e sotto i loro piedi si estendeva ora la parte più profonda di quella voragine nella quale Ade puniva gli spiriti di assassini, stupratori, pedofili, dittatori, ipocriti, ladri e ogni anima umana che non era degna del Paradiso.
 
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Bet Grave
view post Posted on 5/1/2012, 19:05




E Betsy aveva molto da perdere, a iniziare dalla sua famiglia. Il dio Ade toccava un punto dolente e sapeva che lei avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tenere al sicuro le persone che amava più di se stessa. Fare leva sull'amore era senz'altro un trucco che avrebbe funzionato.
Quando le si avvicinò Betsy s'irrigidì sulla sedia ma non si mosse. Seguì con la coda dell'occhio ogni suo movimento ma si convinse che forse non voleva davvero farle del male. Le serviva il suo aiuto perché sapeva che lei avrebbe fatto di tutto per tenere al sicuro i suoi piccoli e suo marito. E stava per dirglielo quando il pavimento sotto di loro s'aprì e mostrò l'inferno. Betsy trattenne un grido e s'aggrappò ai braccioli della sedia, temendo di cadere in quella voragine infernale. Spalancò gli occhi e li fissò in quello spettacolo pietoso e orribile. L'inferno esisteva come il paradiso lei lo sapeva bene. Ma vederlo così davanti ai proprio occhi la lasciò senza parole e incapace di agire. Anime ribelli che nella vita si erano macchiate dei peggiori crimini le stavano offrendo uno spettacolo a dir poco inquietante. Quelle urla le sarebbero rimaste impresse nella testa per molto, molto tempo. Ma tornò in sé alla domande di Ade.
Cosa c'era da notare? L'inferno aveva poco da raccontare, quella babele di grida e fuoco la diceva lunga su ciò che accadeva là sotto. Forse l'inferno si sarebbe riversato sulla terra? Lì a Misty? Le anime dannate si stavano ribellando?
- Cosa..cosa c'è da capire?- domandò con voce che non le sembrava sua- L'inferno è di casa anche qui a Misty. Perché mi state mostrando questo orribile spettacolo?
E si voltò a guardare il dio senza timore, ma con sguardo impietosito e timoroso. Quale era il suo ruolo in quella storia? Lei era ancora ben lontana dal capirlo...

 
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Ade Dio degli Inferi
view post Posted on 6/1/2012, 15:19




Il fragore che si era venuto a creare nella stanza rendeva quasi incomprensibili le parole della cacciatrice, che tuttavia Ade aveva ben inteso.
Proprio in quel momento un ANIMA si fece largo e, utilizzando le altre come sostegno, si sollevò fino ad afferrare la caviglia di Betsy e stringerla con forza, nel tentativo di trascinarla in quel turbinio di fuoco e divorarla.
Prima che potesse riuscirvi però, Ade richiuse l'Inferno sotto ai loro piedi con un solo gesto della mano, facendo ricomparire il pavimento. L'arto dell'anima dannata venne mozzato di netto e rimase attaccato alla caviglia della ragazza.
Mentre nugoli di braci ardenti ancora volteggiavano nell'aria come polline prima di scomparire del tutto, la voce irata di Ade riecheggiò in tutto il palazzo.
- NE MANCANO SETTE!! - gridò palesemente infastidito sbattendo il pugno sul tavolino.
Un sospiro, un leggero scrocchio del collo e la calma fu riacquistata.
- Sette sudicissime anime sono riuscite, non so come, ad eludere la sorveglianza. La MIA sorveglianza - il dio si voltò verso Betsy guardandola negli occhi - è umiliante. Mai prima d'ora era accaduta una cosa simile - e così dicendo si morse il labbro inferiore per trattenere la sua irritazione che stava nuovamente per sfociare in ira - si trovano qui a Misty Hill, e le rivoglio tutte e sette! - sentenziò, per poi tornare ad usare un tono di voce garbato e formale.
- Esse bramano di tornare alla loro depravata vita umana. Vagano per la città in cerca di qualcuno da possedere. Se vi riescono, uccidono il corpo ospite e ne assumono il controllo, tornando a perpetrare sulla Terra i crimini che li condannarono al fuoco eterno. Dubito tu voglia sottoporre i tuoi cari a un ennesimo pericolo, avete già di che preoccuparvi in questo posto. - e così dicendo il dio poggiò il bicchiere che ancora teneva in mano, ormai vuoto, in attesa di continuare il suo discorso per spiegare alla cacciatrice le modalità con cui avrebbe dovuto portare a termine l'incarico.
 
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Bet Grave
view post Posted on 12/1/2012, 12:08




Betsy era ancora atterrita da quella visione quando quell'arto spuntò fuori dal groviglio di anime dannate per arpionarle una caviglia. Lanciò un grido acuto e si alzò di scatto per liberarsi da quella morsa. Che Ade la volesse dare in pasto a quelle anime? Ma il dio fece ciò che non si sarebbe mai aspettata, ovvero fece svanire quella visione e il pavimento ritornò al suo posto. Betsy restò a guardare la sua caviglia con occhi sgranati, turbata. L'empatia della quale era provvista le aveva fatto assaggiare tutto il dolore e la rabbia che quell'anima in pena provava. Ricadde seduta sulla sedia e alzò gli occhi verso Ade mentre lui gli rivelava finalmente il motivo di quella sua chiamata.
Sette anime. Sette anime scappate dall'inferno e pronte a infestare la città dannata. Altri demoni in libertà, altro pericolo per le strade. Betsy capì e annuì con la testa.
- Comprendo.- disse con voce che faticava a restare ferma- Mi avete chiamata perché volete che le ritrovi e le rimandi da dove provengono.
Betsy conosceva alcuni rituali che potevano fare al caso suo, ma erano molto potenti e le avrebbero richiesto un'ingente dose di energia. Quella era magia allo stato avanzato. Di per sé era estenuante combattere contro una sola delle anime, figuriamoci con sette pronte a creare scompiglio. Non domandò a Ade come quelle anime fossero scappate. Non era importante. Giravano a piede libero, questo era l'unico pensiero che la terrorizzava. Immaginarle mentre s'avvicinavano alla sua famiglia le fece ribollire il sangue nelle vene e chiudere lo stomaco. Non poteva permetterlo.
- Si, vi aiuterò a fermarle. Voglio fidarmi di voi, credo vogliate riportare tutte le pecore nel vostro gregge senza secondi fini. Ma sapete bene che qualunque caccia o rituale sarà molto difficile da mettere in atto. Parliamo di anime infernali, non di spiriti qualunque. Ho bisogno di tempo....e d'aiuto.
Betsy Gravestone non era mai stata una sciocca. Sapeva quando poteva contare sulle proprie forze per risolvere un caso e quando invece era più prudente invocare l'aiuto di qualcuno. Non era così presuntuosa da affermare di saper fare tutto da sola come altre cacciatrici di sua conoscenza che si divertivano a giocare con la vita e con la morte.
- Io vi aiuterò. Ma non potrò agire solo di testa mia, lo capirete bene. E se una minaccia infesta la città, allora so che alcuni cacciatori saranno ben lieti di aiutarci. Dovrò informarne anche mio marito.
Castiel avrebbe saputo come agire in quella circostanza.
Sette anime da recuperare. Un'impresa che sembrava insormontabile.
- Ma ditemi: siete qui da solo?- domandò- Voi che ruolo avrete in tutto questo?
Se dovevano collaborare allora Betsy pretendeva di saperne qualcosa di più su quel dio arrivato come dal nulla a Misty.

 
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Ade Dio degli Inferi
view post Posted on 25/1/2012, 16:06




- E la cosa divertente è che esse devono essere riportate all'ovile entro sette giorni dal momento della loro fuga, altrimenti rinasceranno e, una volta divenuti adulti, riprenderanno le loro simpatiche attitudini interpersonali. Omicidi, stupri, eccetera eccetera - aggiunse il dio con nonchalance volgendosi verso la sua ospite non appena questa gli porse quella domanda - in effetti no. Sono qui, come dire, in vacanza con la mia consorte. Sarà la vostra guida in quest'impresa. Non conosce bene Misty Hill, ma può percepire la presenza di un anima dannata anche a chilometri di distanza. Per il resto decidete pure chi portare con voi, quei cacciatori, il pennuto sceso dall'alto, non è affar mio. Mi unirei a voi ma vedete, ho un sacco di scartoffie di cui occuparmi. E' un periodaccio all'Inferno, e la spada di damocle... - indicò con il dito indice l'alto - ...pende sulla mia testa. -
Poi distese il braccio verso la porta e il suo sguardo di fuoco si illuminò di una luce sinistra, indescrivibile a un occhio inesperto. Misto tra sentimento, desiderio, bramosia.
- Avete sicuramente sentito parlare di mia moglie... - La sua voce, fino a quel momento forte e sicura di se, divenne di colpo morbida e sinistramente maliziosa. Qualcuno capace di sconvolgere completamente i sensi del dio strava per fare il suo ingresso nella stanza.
- Persefone - esclamò proprio mentre un ombra si materializzò all'uscio della porta.

Da ora entra in giuoco Persefonina mia bellina <3 è giusto fare le presentazioni u.u
 
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Persefone Dea degli Inferi
view post Posted on 25/1/2012, 18:38




La dea era rimasta in disparte fino a quel momento sapendo già di che cosa stesse parlando suo marito con la cacciatrice.
Quelle anime erano riuscite a sfuggire proprio quando le due divinità erano arrivate a Misty Hill e Ade non era di certo rimasto contento di quella fuga, tuttavia sapevano perfettamente che non potevano interferire con le questioni umane, almeno non direttamente.
Sua sorella Atena le aveva insegnato un modo per riuscire a scavalcare le leggi imposte da Zeus quindi per lei sarebbe stato facile aiutare indirettamente quelle persone anche perché lei, in quanto dea della Natura, non poteva permettere che quelle anime o qualcosa più grande di loro, potesse distruggere ciò che lei o sua madre Demetra avevano creato.
E adesso che suo marito l'aveva finalmente chiamata, Persefone poteva fare il suo ingresso.
- Eccomi - Disse camminando con passo sicuro verso i due: sebbene fosse una dea dell'Oltretomba, sorride radiosa a Betsy.
- Benvenuta cacciatrice nella nostra dimora, vedo che mio marito Ade ha già spiegato la gravità della situazione. In più io posso darvi un'ulteriore garanzia: riceverete non solo la mia assistenza, ma anche la mia protezione, in questo modo non dovrete temere per la vostra incolumità - Aveva detto tutto d'un fiato avvicinandosi poi ad Ade.
 
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Bet Grave
view post Posted on 30/1/2012, 11:41




A Betsy girò la testa per qualche istante. Tutte quelle informazioni le martellarono le tempie e dovette fare un enorme sforzo per assimilarle tutte. Ade disse in sostanza che non avrebbe preso parte a quella “missione” e accennò subito dopo l'ingresso di Persefone, sua moglie. La dea si presentò al loro cospetto in tutta la sua magnificenza.
Betsy fu davvero costretta a fare un lunghissimo respiro. Già accettare la verità della presenza di Ade era difficile, ma scoprire che anche Persefone fosse lì era davvero troppo. Anche se avrebbe dovuto comunque immaginarlo. La dea fu cordiale con lei, e anzi si offrì di aiutarla a ricacciare all'inferno le anime scappate via.
Sette giorni. Avevano a disposizione solo sette giorni. Non c'era un momento da perdere.
- Io...-balbettò qualche parola prima di tornare in sé.
Era naturalmente sconvolta. Cercò di riordinare le idee poi annuì con la testa.
- Bene, ci sono molti valenti cacciatori qui in città che saranno più che disposti a darci una mano.
Betsy guardò ora Ade ora Persefone e poi si soffermò su quest'ultima. La sua bellezza sfiorava quasi l'incredibile.
- Ditemi...cosa dobbiamo fare ora? C'è un modo, un incantesimo per recuperare queste anime fuggitive? In che maniera possiamo rintracciarle e catturarle?
Erano moltissimi gli interrogativi che Betsy aveva in mente e dovevano mettersi subito al lavoro. Qualunque informazioni sarebbe stata utile per agire e mettere su un piano strategico. Quella di certo sarebbe stata la collaborazione più insolita della sua esistenza. Ma se era necessario per proteggere la città e quindi la sua famiglia, allora Betsy era disposta a correre qualunque rischio.

 
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