| Non aveva voglia di prendere quell'aereo per andare in quella cittadina in cui sembrava che tutto fosse uscito da un film ambientato ad Auschwitz. Il foglio che aveva davanti a sé parlava di lavoro e lo tirò fuori poco dopo aver mangiato quell'orribile cibo servito da quella antipatica hostess, che non faceva che parlare del suo abbigliamento appariscente, composto da pantaloni neri attillati, maglia con stampe leopardate e un vistoso cappello in tinta. -Fottute puttanelle con la divisa!- Questo si ripeté ogni volta che si girava a guardarle con aria altezzosa. Non amava le persone che avevano pregiudizi e con lei la gente ne aveva tanti. Solo perchè indossava un abbigliamento alla moda , di cui molti non capiscono un accidenti? Lei era una cacciatrice, con una certa esperienza e nel campo , una delle migliori. Quindi cosa poteva disturbarla più di un vampiro o di un demone? Le donne. Aveva sempre avuto problemi a relazionarsi , ma chi la conosceva davvero sapeva che il suo cuore per gli amici e la famiglia si apriva come un fiore a primavera. Ma tra una chiacchiera e l'altra, fra uno studio approfondito del primo caso a cui avrebbe lavorato, una volta scesa all'aeroporto più vicino, arrivò in quella squallida cittadina,Misty Hill, dove Dio si era dimenticato di portare aria fresca e viva. L'albergo suggeritole da Lexi, l'unica persona che conosceva in quel luogo, le aveva consigliato di andare all'Eden, l'unico albergo della città, in cui sembrava regnare solo la nebbia, il che non era affatto una buona notizia per i suoi abiti e scarpe, che avevano già provato l'ebrezza di toccare fango non appena scese dal taxi. Qualcuno la chiamò qualche giorno prima per recarsi lì per un lavoro. Aveva detto di essere un tipo fidato, con una voce calda e suadente, che l'aveva quasi costretta, come nei migliori lavaggi di cervello, ad accettare immediatamente, senza rendersi conto in realtà dello sbaglio che stava per commettere. L'autista si sbrigò a girare la macchina e a sgommare via, lasciandola come un vegetale davanti a quelledificio, che metteva i brividi. Si scaldò con le braccia, strofinandole sul suo cappotto nero, e diede un'occhiata alle sue scarpe, ormai da buttare . Con una smorfia, si recò prima alla reception a ritirare la sua chiave e poi nella sua stanza. Dopo aver sistemato tutto, be non proprio tutto dato che l'armadio non era sufficiente a contenere la miriade di vestiti, accessori e scarpe che aveva portato con sé, decise di concedersi una lezione di yoga, sul suo bel tappetino e con un pò di musica rilassante, tutto prima di potersi poi mettere sotto con il lavoro, che poteva attendere. In fondo senza la concentrazione e la meditazione lei non era in grado di raggiungere la consapevolezza adatta per la riuscita delle sue imprese. Ma qualcuno bussò alla sua porta, e con l'asciugamano in mano, dopo essersi sciolta dalla posizione dell'albero, andò verso la porta, aprendola e lasciando che una mano sorreggesse la lignea superficie, mentre l'altra asciugava la fronte imperlata di sudore
-Posso aiutarla? chi è lei?Forse la cliente che mi ha contattato per scender quaggiù, dove nessuno sembra avere una bella cera? -
Logorroica e molto diretta, Winona aveva già fatto la sua prima entrata in scena alla Knox, di fronte ad una perfetta sconosciuta.
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