Misty Hill GDR

Ultima fermata: Misty Hill. (II parte)

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Bet Grave
view post Posted on 16/9/2011, 13:42




L'Eden Hotel non era molto frequentato. Delle stanze che possedeva, e delle quali Betsy non ricordava il numero esatto, ne erano occupate meno della metà della metà. Suo zio Nicholas e sua moglie Ester lo gestivano; un'onesta maniera per trascorrere il tempo lì a Misty tra una caccia e l'altra. Inoltre quello sembrava l'unico posto dove il Male si teneva alla larga per ragioni che erano ancora oscure alla cacciatrice. Ma non era quello il momento per pensare a questioni di quel genere. Altri quesiti ora circolavano nella mente di Betsy legati a quegli Uomini- Ombra dei quali non aveva mai saputo nulla fino ad ora. Doveva vederci chiaro per lei e per la sua nuova amica.
Quando fecero ingresso nella hall, trovarono Ester dietro al bancone che scartabellava, maledicendole, tutte le cartacce delle quali era piena fino alla testa. La salutò presentandole subito Ethlyn. Le disse che era una ragazza da poco arrivata in città e che si sarebbe fermata lì a Misty qualche giorno. Ester guardò l'amica come se avesse già capito ogni cosa, ma non indagò oltre. Nessuno arrivava a Misty senza un motivo preciso, e in genere questo motivo prevedeva spettri del passato o demoni da mettere in fuga. Consegnò loro subito le chiavi di una camera e le lasciò andare, tornando al suo lavoro. Più tardi avrebbe chiamato Betsy e l'avrebbe sottoposta a un lungo interrogatorio.
- Stanza 14, primo piano.- disse Betsy leggendo i numeri scritti sul portachiavi.
Anche per raggiungere il primo piano si doveva salire una rampa di scale, e per tutto quel tempo le due ragazze restarono in silenzio. Betsy si offrì di aiutare Ethlyn col bagaglio, ma la ragazza rifiutò. E fu solo quando furono davanti alla stanza assegnata che Betsy si decise a parlare.
- Credo non sia prudente separarci ora.- propose- E credo anche sia doveroso chiarirci almeno fra di noi. Non sai bene chi sono io né io so bene chi sei tu, quello che hai passato, o tutto quello che ho passato io prima di arrivare in città.
Infilò la chiave nella toppa e girò. Non avrebbe comunque lasciato la ragazza da sola.
- L'esperienza mi ha insegnato che le coincidenze non esistono, e che tutto accade per una ragione. I miei sogni poi non mentono mai.
E finalmente si decise a confessare che non solo lo spirito della vecchia locomotiva a vapore la stava aspettando, ma anche lei...

 
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Ethlyn
view post Posted on 16/9/2011, 16:14




La prima cosa che Ethlyn notò, una volta scesa dalla macchina di Betsy, fu l’immensità dell’Eden Hotel. Mai in vita sua aveva visto un edificio così grande e, allo stesso tempo, così antico. A giudicare dall’esterno, doveva essere stato eretto più di due secoli prima e ne ebbe la certezza quando, avvicinatasi insieme a Betsy al bancone della hall, scorse una vecchia fotografia in bianco e nero appesa al muro che raffigurava un uomo davanti a quello stesso hotel. In un angolo della foto, consumata dal tempo, c’era scritto ”Samuel Colt, 17 Dicembre 1832”.
Dietro al bancone si trovava una ragazza bionda, Ester, che gestiva, insieme al marito, l’Eden Hotel. Ad Ethlyn non sfuggì la sua espressione, quando Betsy le annunciò che avrebbe trascorso qualche tempo in città, ma preferì affrontare la situazione un passo alla volta.
Così, per il momento si limitò a compilare il modulo di registrazione, mentre Betsy prendeva la chiave che Ester le aveva porto. Avrebbe alloggiato nella stanza numero 14.
Salirono al primo piano, dove si trovava la stanza, ed Ethlyn ringraziò il cielo quando capì che la ragazza non se ne sarebbe andata subito. C’erano tantissime cose di cui dovevano assolutamente parlare, ma davvero non sapeva da dove cominciare. Decise, quindi, che avrebbe riservato a Betsy l’onore delle prime spiegazioni.
Lasciò il bagaglio vicino alla porta, l’avrebbe disfatto in seguito, e si diresse verso la finestra per spalancarla. Immediatamente l’ambiente si riempì dell’aria fredda della notte, ma Ethlyn sembrò non farci caso. Si girò, si appoggiò con la schiena al davanzale ed invitò Betsy ad accomodarsi sulla poltrona poco distante da lei.
Inspirò a fondo prima di rivolgerle la prima domanda.
- Cosa significa che i tuoi sogni non mentono mai? -
 
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Bet Grave
view post Posted on 23/9/2011, 09:53




Betsy seguì con lo sguardo i movimenti della ragazza per poi ubbidire alla sua gentile richiesta. Si sedette con estrema calma, pensando già a come ponderare le parole e da dove iniziare. Il momento della verità era giunto e ogni volta che questo accadeva lei rischiava di andare nel panico più totale. Non era certo la prima volta che raccontava di sé a qualcuno, ma ogni volta le sembrava diverso poiché diverse sarebbero state le reazioni delle persone.
La sua vita sembrava uscita fuori da un romanzo, solo non da quelli romantici e a lieto fine, ma piuttosto da un libro scritto da un autore pazzo ed eccentrico. Ogni volta che faceva il punto della sua situazione le veniva da sorridere; lei non era mai stata una ragazza normale. Aveva bruciato delle tappe e non solo quelle.
- Prima di iniziare vorrei dirti che puoi interrompermi e cacciarmi via se vuoi.- disse- Quello che ti dirò ti sembrerà così assurdo che cercherò di riassumertelo in poche parole senza stare a dilungarmi troppo.
Fece una pausa e poi prese un lungo respiro, quasi come stesse per gettarsi nelle acque gelide dell'oceano che bagnava la città. Poi cominciò:
- Ti ho vista in sogno, era già qualche notte che prevedevo il tuo arrivo. In qualche modo siamo collegate, anche se non riesco a capirne ancora la ragione. Ho questi “poteri”, ovvero i sogni premonitori da qualche anno ormai, da quando ho scoperto la verità sulla mia famiglia. I miei genitori cacciavano demoni, e mia madre è stata uccisa da uno di questi. Aspettava il suo quarto figlio che le è stato strappato dal ventre e una volta allevato dai demoni è cresciuto con loro, e io e i miei fratelli abbiamo dovuto lottare contro di lui. Le conseguenze te le lascio solo immaginare....Nella lotta al mio fianco c'era Castiel, un angelo del Signore. Ho peccato con lui e lui con me. Ci siamo innamorati e che tu ci creda o no alla fine sono diventata sua moglie. Abbiamo un bambino, Cahetel....
Betsy sorrise pensando al suo cucciolo ma riprese subito a parlare, ignorando le espressioni meravigliate di Ethlyn che chissà cosa doveva pesare di lei in quel momento.
- Siamo arrivati a Misty perché sembra che qui si sia riversato il Male primordiale. E compito della mia famiglia, da sempre, è quello di debellarlo. Non sarà facile, ma dobbiamo almeno provarci. E credo tu c'entri qualcosa...non so che ruolo hai e penso dovremmo iniziare da questi Uomini- Ombra per capire cosa ci fai qua...
Betsy fece una nuova pausa, più lunga questa volta. Bene. Ancora una volta aveva confessato chi era e cosa aveva fatto. Vuotare il sacco la faceva stare bene, come se si fosse tolta una maschera e si fosse mostrata per quello che era in realtà. Sperò solo che Ethlyn non urlasse, o almeno non la cacciasse via. Ma se così fosse stato non avrebbe di certo potuto biasimarla...

 
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Ethlyn
view post Posted on 25/9/2011, 17:19




Betsy era stata di parola: non si era dilungata. Aveva raccontato ad Ethlyn praticamente tutta la sua vita in una manciata di minuti.
Tuttavia, erano stati dei minuti a dir poco sconvolgenti. Demoni? Angeli? Per principio Ethlyn non era mai scettica su ciò che riguardava il sovrannaturale. "Finché non mi viene dimostrato il contrario, io ci credo!" era la sua filosofia da quando aveva 16 anni, da quando aveva scoperto che, effettivamente, il sovrannaturale esisteva ed era parte integrante della sua vita.
Quindi, stando alle parole di Betsy, non solo Fantasmi e Uomini-Ombra erano reali, ma anche Demoni spietati ed Angeli che si innamoravano di donne umane e con le quali generavano figli. Tornò a guardare Betsy. Era così giovane, eppure ne aveva passate veramente tante. Nei suoi occhi, Ethlyn lesse una certa paura. Una paura che lei conosceva bene: quella di essere presa per pazza. Così, si affrettò a rassicurarla.
- Tranquilla, - iniziò. – ti credo e non ho alcuna intenzione di cacciarti via. Anzi, sono contenta che tu sia qui. Sto solo cercando di elaborare il tutto. Sai, ho sognato a lungo questa città, ma non avrei mai immaginato di ritrovarmi in una situazione come questa... – si bloccò. Involontariamente, aveva pronunciato una parola che la fece sorridere.
Si allontanò dal davanzale e si avvicinò a Betsy.
- E’ buffo, sai? Hai detto di aver sognato il mio arrivo. Si dà il caso che anche io sia venuta a conoscenza di Misty Hill grazie ad un sogno. L’uomo-ombra è arrivato solo dopo aver sognato questa città… - fece una pausa per pensare a quante volte avesse fatto quel sogno. Scoprì di non essere in grado di dirlo. - …tante volte. Sembra che qualcuno mi voglia a tutti i costi qui. – concluse, in tono ironico. Dall’espressione dipinta sul volto della ragazza che le stava di fronte, Ethlyn ebbe la netta sensazione che anche lei pensasse la stessa cosa. – Ora che sono qui, però, bisogna scoprire il motivo di tanta insistenza. Da quel che ho capito, tu ne sai tanto quanto me. – tornò verso il davanzale ed alzò lo sguardo in direzione della Luna crescente. Le nuvole le passavano davanti velocemente, spinte dal vento che si era alzato all’improvviso. Guardando il cielo, le venne un’idea.
- Non hai mai parlato dei tuoi sogni con tuo… - si bloccò. Era strano riferirsi ad un Angelo in quel modo. - …marito? -
 
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Bet Grave
view post Posted on 3/10/2011, 13:18




Betsy assentì con la testa a quella domanda. Lei parlava sempre dei suoi sogni a Castiel. Si poteva dire che l'angelo aveva preso a proteggerla proprio a causa di quegli incubi premonitori con i quali prevedeva gli attacchi dei demoni se e quando sarebbero avvenuti.
Anche di quel sogno, dell'arrivo di Ethlyn a Misty, gliene aveva fatto parola. Ma Betsy aveva oramai abbastanza esperienza in quel campo per poter agire da sola, e preferì non coinvolgere suo marito o suo figlio in quella situazione nonostante Castiel fosse contrario a quella sua scelta. Il tempo in cui era una ragazza spaurita dalle visioni notturne alle quali non sapeva darsi una spiegazione, era finito da un bel pezzo.
- Lui sa tutto, sa molte cose.- rispose- Ma non l'ho mai sentito parlare di questi uomini- ombra. Immagino dovremo fare delle ricerche più approfondite. Qualunque sia la ragione per cui sei qua, siamo legate Ethlyn. Questo credo sia chiaro oramai.
Betsy fece una pausa senza staccare gli occhi dalla ragazza. Quante ne aveva conosciute come lei? Persone con poteri particolari, confuse e stordite, minacciate da cose oscure e impronunciabili.
Ethlyn in realtà era lei solo qualche anno prima, quando si era affacciata in quel mondo soprannaturale. Betsy come guida aveva avuto Castiel. Se non ci fosse stato lui sarebbe di certo impazzita. Ora si sentiva in dovere di aiutare la ragazza ad ambientarsi non solo in quella città, ma ad accettare chi era realmente e quanto poteva fare coi suoi poteri. Come Castiel aveva fatto con lei.
- Questi uomini- ombra...possono essere evocati?- domandò poi- Se riuscissimo a evocarne uno e a intrappolarlo per sapere cosa vogliono...credi si possa fare?
Betsy aveva provato quell'espediente molte volte, coi demoni. Chissà, forse sarebbe stato lo stesso....
O magari qualcosa di ancora più rischioso...

 
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Ethlyn
view post Posted on 20/10/2011, 12:13




Intrappolarne uno? Ethlyn non ci aveva mai pensato. In effetti, non l’aveva mai nemmeno ritenuto possibile. Sapeva che esistevano formule e preghiere che permettevano di evocare demoni e simili, ma di intrappolarli proprio no.
Stava per dire a Betsy che non aveva la più pallida idea di come fare quando, dopo essersi voltata nella sua direzione, all’improvviso le si gelò il cuore: sulla parete, alle spalle della ragazza, erano presenti due ombre: una era quella di Betsy e la seconda non era la sua.
- Non credo ce ne sia bisogno. – disse, cercando di non cedere al panico che la pervadeva ogni volta che le Ombre decidevano di farle visita. Con mano tremante, indicò la parete.
A quel punto, anche Betsy si voltò ed Ethlyn si chiese cosa potesse pensare la ragazza di quell’apparizione inaspettata. Aveva detto di non aver mai visto entità come quella e che non ne aveva mai sentito parlare. Tuttavia, l’espressione che adesso aveva sul volto non era affatto spaventata. Incuriosita, forse, ma non spaventata.
- Sono venuta qui a Misty Hill, proprio come mi avevate chiesto. Ora cos’altro volete da me?- pensò a quel che aveva detto e si corresse. Betsy aveva ragione: di qualunque cosa si trattasse, ora riguardava entrambe. - Cosa volete da noi? –
Non sapeva esattamente dove avesse trovato la forza per parlare. Forse, il timore che potesse sparire da un momento all’altro l’aveva spronata a rivolgere quella domanda all’Ombra che, dopo qualche interminabile secondo, finalmente parve reagire alle parole di Ethlyn. Alzò il braccio destro e con l’indice indicò il pavimento, prima di svanire improvvisamente così com’era apparsa.
Entrambe le ragazze presero a fissare il punto del pavimento indicato dall’Ombra, ma non c’era niente di rilevante.
- Forse non stava indicando il pavimento…- ipotizzò Ethlyn e, immediatamente, guardando Betsy, capì che anche lei aveva avuto la sua stessa sensazione.
Senza perdere tempo, si precipitarono correndo verso le scale, dirette al pian terreno.
 
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Bet Grave
view post Posted on 2/11/2011, 14:06




Dallo sguardo terrorizzato di Ethlyn capì che l'uomo Ombra doveva essere lì nella stanza con loro due, e precisamente proprio dietro le sue spalle. Betsy si voltò quel tanto che bastava per vedere l'Ombra distesa sulla parete. Sembrava incorporea, come una nube di fumo trasparente ma dotata di intelligenza, di vita propria. Si affiancò a Ethlyn pronta a utilizzare uno dei suoi incantesimi di protezione se solo ce ne fosse stato il bisogno. Ma l'Ombra non fece loro del male, e indicò il pavimento per poi svanire. Betsy lanciò un'occhiata ad Ethlyn e alle sue parole annuì con la testa.
Ma certo, l'uomo ombra del resto non era loro nemico; era apparso lì per dare un'informazione, per indicare la via che avrebbe spianato loro la verità sul motivo per cui la ragazza era giunta lì a Misty. Betsy aveva creduto che le ombre fossero qualcosa contro cui combattere ma si era sbagliata. D'altronde lo spirito sulla locomotiva era stato chiaro, esse erano Custodi dell'equilibrio tra bene e male e per questo non si sarebbero mai schierate da una parte piuttosto che dall'altra, ma avrebbero agito sempre per il bene dell'universo e per mantenere intatto l'equilibrio. Equilibrio che lì a Misty stava per essere infranto a causa della presenza di Hope.
Immersa in quei ragionamenti Betsy seguì Ethlyn giù per le scale, al piano inferiore. Di Ester non c'era traccia, la hall era completamente vuota. Betsy si guardò attorno come a cercare qualcosa che poi trovò. Sulla parete dirimpetto a loro era apparso di nuovo l'uomo ombra, che restò stavolta immobile dov'era. Sembrò le stesse quasi scrutando.
- Chi sei? Parla!- disse cercando nel frattempo nella mente una formula che potesse contrastare l'attacco dell'uomo ombra.
- Ho bisogno di voi..- parlò una voce che sembrava provenire da ogni angolo della hall- Ho bisogno di un corpo, solo così potrò agire..
Betsy aggrottò la fronte e allungò una mano per afferrare il braccio di Ethlyn. No, non avrebbe mai permesso a quell'essere di possedere una delle due.
- Non è così che vorremmo offrirvi il vostro aiuto..- provò a rispondere- Non possiamo dare in prestito il nostro corpo per...
- Ho bisogno di un corpo- ripeté l'uomo-ombra con voce profonda e sibilante- non posso agire in questa dimensione altrimenti. Se volete che l'equilibrio tra bene e male non venga infranto allora aiutatemi ad aiutarvi..
Betsy era oltremodo confusa. Quello che l'ombra stava chiedendo loro era complicato se non addirittura impossibile da realizzare. Trovare un corpo che poteva ospitare quell'essere...era una pazzia. Una pura follia.
E le doleva ammettere che non aveva soluzioni a quel problema.

 
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Ethlyn
view post Posted on 4/11/2011, 11:58




Ethlyn sentiva il suo cuore battere fortissimo, tanto da impedirle di parlare. Le parole dell’Ombra, poi, avevano solo peggiorato la situazione: aveva bisogno di un corpo, aveva detto. Solo così avrebbe potuto agire nella loro dimensione.
Tra le mille domande che adesso si affollavano nella mente della ragazza, su una cosa non aveva alcun dubbio: non avrebbe mai e poi mai permesso a quell’entità di prendere possesso del suo corpo e, a giudicare dalla reazione di Betsy, nemmeno lei gliel’avrebbe lasciato fare.
L’Ombra ripeté la sua richiesta, ma nessuna delle due ragazze era intenzionata ad accontentarlo.
Ethlyn avrebbe voluto poter rispondere a tono a quell’essere ma, in quel momento, la porta principale si spalancò e per tutta la sala si udì una voce .
-Va’ via, Ombra! Il momento per te non è ancora giunto. Lascia immediatamente questo posto e torna nella tua dimensione! –
Entrambe si voltarono in direzione dell’ingresso per posare gli occhi su un ragazzo che si trovava in piedi appena oltre la soglia. Indossava una lunga giacca di pelle nera e portava una sacca sulla spalla destra. Era alto e giovane, poteva avere non più di trent’anni, e sulla fronte abbronzata ricadevano ciuffi di capelli neri arruffati dal vento. Fu solo quando Ethlyn incontrò il suo sguardo che lo riconobbe. Come avrebbe potuto, del resto, dimenticarlo? Aveva trascorso i migliori anni della sua vita persa in quegli occhi smeraldini.
-Tu…?- fu tutto ciò che riuscì a dire e non senza esitazione. Il ragazzo, però, continuava a fissare, col la fronte aggrottata, la parete su cui poco prima c’era l’Ombra che, al suo comando, si era dissolta come nebbia. Non vedendo alcuna reazione da parte del giovane, Ethlyn cominciò a credere di avere solo pensato di aver parlato, così cercò di attirare la sua attenzione chiamandolo per nome. – Mick?-
Finalmente quello parve accorgersi della presenza delle due ragazze e rivolse loro un debole sorriso.
-Ethlyn. Ci si rivede.-
In quel momento, la stretta di Betsy sul braccio di Ethlyn si fece più forte e lei capì che era in attesa di spiegazioni. Altre, assurde spiegazioni.
Avrebbe dovuto, infatti, dirle che quello che si trovava a pochi metri da loro era il suo ex –ragazzo, scomparso tanti anni prima senza motivo e del quale non aveva più avuto alcuna notizia da allora.
Ed anche lui, a quanto sembrava, era in grado di vedere le Ombre.
 
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Bet Grave
view post Posted on 4/11/2011, 15:01




E se Betsy pensava che la situazione non poteva diventare più assurda e grave di quanto lo era già, si sbagliava di grosso. Stava cercando nella sua mente una formula, qualcosa che scacciasse l'Ombra e che non le permettesse di possedere una delle due, unici esseri umani presenti nella hall in quel momento. Ma la cacciatrice sapeva ancora troppo poco su quell'essere soprannaturale per rischiare qualche incantesimo su di lei. Non poteva sapere cosa sarebbe accaduto se solo l'avesse fatto. Poteva peggiorare la situazione senza volerlo.
Scappare forse? Si, al momento sembrava la scelta giusta. Oppure chiamare Castiel in suo soccorso...e stava quasi per farlo quando la porta si spalancò di colpo facendola sobbalzare. Si voltò a guardare il ragazzo che aveva appena fatto il suo ingresso nell'hotel e aggrottò la fronte, spaesata. Ciò che fece poi la disorientò ancora di più: scacciò quell'ombra prima ancora che potesse voltarsi e guardarla un'ultima volta. E infine capì dalle sue parole che conosceva Ethlyn molto bene e che sapeva dove la ragazza si trovasse, ovvero nel posto più infernale della terra. Doveva averla seguita, non poteva essere una semplice coincidenza quella. Betsy si voltò a guardare Ethlyn chiedendole con lo sguardo spiegazioni, per poi rivolgersi allo sconosciuto.
- Fatemi indovinare? Siete un..cacciatore anche voi? Anche se il modo con il quale vi siete rivolto a quell'Ombra mi fa credere che voi ne sappiate molto più di me su questa faccenda dico bene?
Era stato impressionante il modo in cui l'Ombra se l'era data a gambe vedendolo. Poi Betsy tornò a guardare Ethlyn e a voce bassa le disse:
- E lui? Suppongo tu sappia bene chi sia...

 
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Ethlyn
view post Posted on 5/11/2011, 11:35




Ethlyn non aveva smesso un attimo di fissare il ragazzo da quando era apparso praticamente dal nulla, né lo fece quando Betsy le rivolse quella domanda. Certo che sapeva chi fosse. Almeno, così credeva. Adesso che aveva visto di cosa Mick era capace, non era più certa di chi avesse davanti.
-Betsy, lui è Mick… – s’interruppe per qualche istante. Ancora non riusciva a credere che fosse lì davanti a lei. – … il mio ex ragazzo. –
-Ex? E chi l’ha deciso? – s’intromise lui.
-Gli anni, Mick. Tutti questi anni durante i quali non ti sei scomodato nemmeno per farmi sapere che eri vivo. –
La rabbia che Ethlyn provava in quel momento era evidente. Persino Mick sembrò esserne colpito e, per un attimo, abbassò lo sguardo. Ma durò solo un istante perché, prima che lei potesse accorgersene, era tornato ad essere il ragazzo sfrontato di poco prima.
-Io credo che le cose stiano diversamente. – e, nel dirlo, con il pollice estrasse dal collo della giacca un ciondolo a forma di virgola cinese bianca che la ragazza riconobbe immediatamente e, istintivamente, si portò una mano all’altezza del petto, per sfiorare un ciondolo molto simile, ma nero, che pendeva da una catenina d’argento.
-A quanto vedo, – riprese lui, cambiando discorso. –ciò che si dice dall’altro lato è vero: le prescelte sono state riunite. Il momento è quasi giunto, quindi. E, per rispondere alla domanda della signora Novak…- si concesse una pausa per osservare l’effetto che le sue parole avevano sortito sulla giovane – non mi definirei esattamente un cacciatore, ma credo sia meglio rimandare i chiarimenti a domattina.-
Detto questo, riprese la sacca che aveva poggiato a terra, se la rimise in spalla e si diresse verso le scale.
-Dall’altro lato? Cosa vuoi dire? Che diavolo sta succedendo, Mick? – Ethlyn sembrava non aver ascoltato la proposta del ragazzo. Era chiaro che nemmeno lui si trovava lì per caso ed era palese che fosse a conoscenza di cose importanti che lei e Betsy avevano il diritto di sapere.
–Domani, Eth.– e sparì su per le scale, lasciando le due ragazze nella hall, più confuse di prima.
Quando Mick giunse nella sua stanza, vi trovò qualcuno ad attenderlo: l’Ombra.
Tuttavia, il ragazzo non ne fu sorpreso.
-Mi hai deluso oggi, sai? – Disse quella, mentre il ragazzo si sfilava la giacca e l’appendeva allo schienale di una sedia. Ignorava l’Ombra come se fosse insignificante per lui, tanto da non ritenerla degna nemmeno della sua attenzione. - Mi avevi promesso un corpo! Siamo agli sgoccioli, ormai, ed io ancora non posso far nulla in questa dimensione. Non erano questi i patti!-
-So perfettamente quali sono i patti! – Mick sembrava adirato. Non gli piaceva quando qualcuno metteva in dubbio il suo operato e quell’Ombra non faceva eccezione. –Hai commesso una leggerezza rivelandoti alle prescelte, hai quasi mandato tutto a monte!- Prese a misurare la stanza a grandi falcate, per poi fermarsi accanto al letto. Prese un profondo respiro e si voltò verso l’Ombra. La sua voce, ora, era più pacata. –Ti ho promesso un corpo ed è esattamente ciò che avrai.-
 
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Bet Grave
view post Posted on 8/11/2011, 12:32




Quella storia non faceva che confondere sempre di più Betsy. Il ragazzo, che Ethlyn le presentò come Mick, conosceva molto bene la sua nuova amica visto che in passato avevano avuto dei “rapporti”. E quando i due poi mostrarono i rispettivi ciondoli Betsy si convinse che quel Mick apparso dal nulla aveva avuto un ruolo importante nella vita di Ethlyn, e che forse lo aveva ancora.
Altra cosa che Betsy capì era che il ragazzo la conosceva, e non solo. Sapeva dell'esistenza della profezia che vedeva lei ed Ethlyn coinvolte. Ma non si sbottonò, né si sbilanciò. Betsy lo vide salire le scale e non appena scomparve alla sua vista si voltò a guardare la ragazza, confusa e spaesata quasi quanto lei stessa.
- Dobbiamo fidarci?- le chiese- Questa storia si fa sempre più complicata credo che sia meglio chiamare...
- Mammà!
Nemmeno il tempo di pensare a Castiel che la voce di suo figlio la chiamò. Betsy sorrise ancora prima di voltarsi e vedere che il bambino, apparso assieme a suo padre, le correva incontro. Eccolo il suo piccolo angelo, quel bambino metà uomo e metà creatura celeste che i demoni avevano già cercato di strapparle via diverse volte. Betsy accolse il piccolo Cahetel tra le braccia stringendolo a sé e baciandogli la testolina. Il bambino aveva appena compiuto un anno eppure camminava parlava e si comportava come uno di tre. Il suo sviluppo e la sua cresciuta erano stati una sorpresa anche per Castiel. L'angelo del Signore li fissava poco distante, immobile e composto come al solito. Scrutò poi Ethlyn, molto a fondo, fissandola coi suoi occhi glaciali. L'angelo sapeva già tutto, non gli occorrevano spiegazioni. Non intervenne prima per il semplice fatto che sua moglie non era stata mai seriamente in pericolo. Almeno fino ad allora.
Spostò lo sguardo al piano superiore, dove era salito Mick e fece qualche passo in avanti verso le due ragazze.
- Lascio a te Cal.- disse a Betsy- Devo verificare alcune cose, non sarebbe al sicuro con me.
Poi rivolse a Ethlyn un'ultima intensa occhiata. Sua moglie era di nuovo vittima di una profezia, ma quella volta almeno avrebbe avuto un'alleata leale e forte. Lui avrebbe sorvegliato entrambe anche da lontano, e sarebbe accorso se ce ne sarebbe stato il bisogno. Ma prima doveva vederci chiaro su quella faccenda che anche a lui sfuggiva. Non tutto era definito quando in ballo c'erano delle profezie e delle prescelte, ogni cosa poteva mutare e decidere una sorte diversa da quella predetta. Un angelo del Signore lo sapeva bene.
Guardò Betsy e il piccolo Cal prima di svanire di nuovo in un battito d'ali.
Il bambino allora puntò i suoi occhi azzurri su Ethlyn e mosse la manina per salutare la ragazza.
- Ethlyn lui è Cahetel, la gioia della mia vita.- disse Betsy tenendo ancora il bimbo tra le braccia.
Detestava quando qualcuno definiva la sua creatura come un “nephelim”. Cal era il suo bambino, punto.
- Credo che lui ci farà compagnia per un po'. Ora se ti va torniamo nella tua stanza e mentre ti aiutiamo a disfare i bagagli mi racconti un po' di questo Mick e del ciondolo. Ti va? Castiel tornerà quando scoprirà qualcosa di utile riguardo questa profezia. Fidati di me, andrà tutto bene.
Cal insistette per essere messo giù e quando sua madre lo accontentò precedette lei e Ethlyn su per le scale, quasi sapesse già dove andare e cosa fare. Si fermò sul secondo scalino e guardò su. Il bambino captò la presenza dell'Ombra e di Mick ma non disse nulla a sua madre. Aspettò che lo raggiungesse e poi le afferrò una mano. Suo padre prima di portarlo lì era stato categorico: “soldatino proteggi tua madre e la ragazza che è con lei, portale lontane se occorre e in un posto che preferisci. Io arriverò subito, basta solo che mi chiami.”
Piccolo Cahetel, ma già tanto forte da intuire quando fosse il momento di teletrasportare sua madre lontana dai pericoli. Ecco perché sia l'inferno che il paradiso stesso lo temevano. E forse avrebbe avuto un ruolo importante anche in quella nuova avventura..

 
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Ethlyn
view post Posted on 10/12/2011, 10:39




L’arrivo di Mick l’ aveva scombussolata a tal punto che Ethlyn trasalì quando sentì la voce del piccolo Cahetel che chiamava la madre. Era comparso dal nulla, insieme a quello che evidentemente doveva essere suo padre, Castiel, l’Angelo del Signore.
A prima vista non sembrava affatto un Angelo. Quello che le stava di fronte, infatti, aveva in tutto e per tutto l’aspetto di un essere umano. Tranne, forse, lo sguardo. Sia prima di dire a Betsy quel che doveva, sia dopo averlo fatto, Castiel non aveva fatto altro che fissare Ethlyn, che si sentì trafiggere da quegli occhi così penetranti ed in un attimo la ragazza ebbe la netta sensazione che, in quei pochi secondi, l’Angelo le avesse letto l’anima. Era un pensiero che la faceva sentire a disagio, tuttavia continuò, impotente, a sostenere il suo sguardo. Poi, com’era apparso all’improvviso, così l’Angelo se ne andò ed Ethlyn spostò l’attenzione su Cahetel che, al di sopra delle spalle di Betsy, la salutava con la manina.
-Ciao Cahetel!- lo salutò di rimando, sorridendogli.
Quando Ethlyn aprì la porta della camera, fu investita da una folata di vento gelido. L’apparizione dell’Ombra le aveva colte entrambe di sorpresa costringendole a precipitarsi al piano di sotto lasciando aperta la finestra. Si affrettò a chiuderla ma, quando vide il ciondolo riflesso nel vetro, si bloccò.
-Per tutto questo tempo ho creduto che non l’avrei mai più rivisto. – disse, con voce tremante. – Invece è qui, sotto questo stesso tetto… - si girò e, dall’espressione dipinta sul volto di Betsy, capì di dover parlare di Mick partendo dall’inizio. Ma qual era effettivamente stato l’inizio per loro?
Si diresse verso il trolley, lo posò sul letto e lo aprì.
-Lo conosco da…sempre, si può dire. Ma è stato solo dopo la fine della scuola che ci siamo innamorati. Lui già era a conoscenza delle mie ”capacità psichiche” e non ne era affatto spaventato. Anzi, probabilmente sarei impazzita se non avessi avuto lui al mio fianco, quando ho scoperto di avere questi…poteri.- un sorriso comparve sulle labbra della giovane al ricordo di come Mick l’aveva aiutata a superare quel periodo per lei così difficile. –Vedevo gli spiriti, sognavo il futuro, eppure non si è mai scomposto. Con lui potevo essere davvero me stessa, senza bisogno di fingere, perché sapevo che mi avrebbe capita sempre. Persino quando ero io stessa a non capirmi. – una lacrima le rotolò lungo la guancia, ma subito l’asciugò con il dorso della mano. –Eravamo l’uno la metà dell’altra: così uguali per certi aspetti e così diversi per altri. Ma anche lì dove eravamo diversi…ci completavamo a vicenda. Proprio come questi simboli, Ying e Yang, uguali e diversi allo stesso tempo e che, per avere un senso, hanno bisogno l’uno dell’esistenza dell’altro. Per questo decidemmo di indossarli. – si sfilò la catenina e la porse a Betsy. - Per non dimenticare mai quanto fosse importante il legame che ci univa.–
Cahetel era seduto in braccio a sua madre, intento a giocare con le chiavi della camera. Sembrava un bambino come tanti eppure, dagli sguardi che a volte le lanciava, Ethlyn ebbe immediatamente la certezza che in quella creatura ci fosse davvero qualcosa di speciale. La guardava come se capisse esattamente cosa stesse provando in quel momento, mentre parlava dell’unica persona che avesse mai davvero amato. Rabbia? Tristezza? Sollievo? Forse tutte e tre le cose insieme.
-Eravamo fidanzati da quasi tre anni quando scomparve. Nessun preavviso, nessuna spiegazione. Solo un messaggio sul cellulare “Non mi cercare. E’ meglio così.” prima di svanire nel nulla. Non gli diedi retta e provai a cercarlo, ma non c’era traccia né di lui né della madre, con cui abitava. E da allora non ho più avuto sue notizie. Da quasi sette anni…-

Edited by Ethlyn - 29/12/2011, 11:13
 
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Bet Grave
view post Posted on 6/2/2012, 15:29




Betsy seguì Ethlyn in camera e si accomodò sul letto col suo bambino sulle ginocchia. Molti aspetti di quella faccenda non le erano chiari, lo stesso Castiel era stato più vago del solito. “Devo verificare alcune cose..” cosa voleva dire l'angelo quelle parole? Non erano in pericolo, almeno non fino a quel momento, altrimenti non l'avrebbe mai lasciata sola assieme a Cahetel e a Ethlyn. Gli uomini ombra, qualunque cosa volessero oltre che un corpo da possedere, non costituivano ancora una minaccia concreta alle loro vite.
Betsy restò ad ascoltare la ragazza mentre le raccontava la sua storia con Mick. Una storia di mistero e amore, alla quale era abituata per esperienza. Tuttavia non molte cose erano chiare. Mick sembrava aver capito le capacità di Ethlyn, l'aveva amata anche, ma alla fine era svanito nel nulla lasciandola da sola con le sue domande e incertezze. Perché? Perché non era rimasto al fianco della sua ragazza piantandola in asso e in mezzo ai misteri che li avvolgevano entrambi? E Betsy si ritrovò a formula quella domanda già esposta in precedenza:
- Ethlyn, possiamo fidarci di lui? Non è forse un caso che lui sia comparso proprio quando abbiamo incontrato queste ombre. Ha a che fare con questa faccenda altrimenti cosa ci fa qui in un posto sperduto e desolato come Misty Hill? Non è una semplice coincidenza non credi? E quella storia delle prescelte...molte cose non quadrano.
Poteva leggere sul volto della ragazza quegli stessi interrogativi. Cal scese giù dalle sue ginocchia e Betsy lo seguì con lo sguardo mentre si avvicinava a Ethlyn per osservarle meglio il ciondolo che portava al collo e che ora lei le stava porgendo. Il bambino era incuriosito da quell'oggetto, del quale forse aveva capito il valore. Poi il bambino si guardò attorno come se avvertisse qualcosa o qualcuno e tornò tra le braccia delle madre. Non era spaventato ma qualcosa doveva averlo turbato lo stesso. Betsy gli accarezzò la testolina bionda e lui fissò Ethlyn coi suoi profondi occhioni blu.
- Questo ciondolo...- disse poi Betsy allungando una mano per afferrarlo- dove l'avete..
Si zittì poiché non appena la sua mano toccò il ciondolo fu costretta a sussultare e a trattenere un grido. Lo lasciò ricadere sul letto, mentre Cal la guardava come se avesse già capito cosa era accaduto a sua madre.
Betsy aveva avuto una sgradevole sensazione nel tenere tra le dita quel ciondolo. Come se qualcuno le stesse osservando proprio in quel momento attraverso le fattezze dello Yin e Yang. Sentì che in qualche modo gli uomini- ombra erano legati a quel ciondolo e quindi a chi lo aveva indossato.
- Credo che i vostri ciondoli non siano solo “pegni d'amore”.- disse- Hanno un altro significato, più profondo. Eravate uniti già prima di indossarli e entrambi siete coinvolti in questa storia. Tu e Mick siete simili ma diversi...e lui forse sa molte cose che ti ha sempre tenute nascoste. Ethlyn dobbiamo parlare ancora con lui, non possiamo aspettare domattina; ho paura che ti abbia nascosto qualcosa di pericolo. E ho paura che in questa faccenda se tu sei lo Yang, ovvero la luce, lui sia lo Yin...il suo esatto opposto.

 
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Ethlyn
view post Posted on 10/2/2012, 20:09




Ethlyn avrebbe tanto voluto non credere alle parole della sua nuova amica, ma nel suo istinto sentiva che le cose stavano esattamente così come aveva ipotizzato Betsy. Niente, altrimenti, avrebbe potuto giustificare la presenza di Mick a Misty Hill. Se, però, fino a quel momento si era sentita anche in un certo senso felice per averlo rivisto dopo tanto tempo, ora non riusciva a fare a meno di chiedersi quale motivo l’avesse condotto sin lì e qualcosa le diceva che anche lui avesse a che fare con la storia in cui era stata coinvolta insieme a Betsy.
La ragazza, intanto, le aveva restituito il ciondolo, visibilmente turbata. E non era la sola: anche il bambino, infatti, Cahetel, doveva aver avvertito qualcosa di anomalo dopo aver focalizzato la sua attenzione su di esso e lei, dopo averlo osservato per un po’, decise di non indossarlo nuovamente e di riporlo, invece, in un astuccio che aveva in valigia.
Emise un profondo sospiro. Da quando era giunta in quella città si erano susseguiti tantissimi avvenimenti, uno più incredibile dell’altro, ma mai avrebbe pensato di poter considerare quel ciondolo uno strumento del male. Né, soprattutto, che Mick potesse esserlo.
-Mick però ha respinto quell’uomo-ombra … quindi, se anche dovesse essere coinvolto in questa storia, questo significherebbe che non è schierato dalla sua parte! – esclamò, cercando di giustificare in qualche modo il ragazzo ma, subito dopo aver osservato l’espressione dipinta sul volto di Betsy, si rese conto che la sua teoria faceva acqua da tutte le parti. Dopotutto, quella di Mick avrebbe potuto anche essere semplicemente una farsa, una recita messa in atto per conquistare la fiducia della ragazza che aveva amato in passato. O che aveva solo finto di amare? Considerando quanto le era accaduto fino a quel momento, ogni cosa diventava possibile, anche la più impensabile. Si sedette sul letto, tenendosi la testa tra le mani. Che cosa le stava succedendo? Perché gli uomini-ombra erano così interessati a lei e Betsy? Che cosa significava il fatto che erano state definite “Prescelte?”
Che cosa aveva a che fare Mick con tutta quella faccenda?
Riaprì gli occhi e fu sorpresa nel ritrovarsi davanti lo sguardo innocente di Cahetel. La guardava con grande curiosità con i suoi occhioni sgranati, la testolina leggermente inclinata di lato. Lei gli sorrise ma, all’improvviso, il bambino divenne serio e voltò la testa in direzione della porta della stanza.
Ethlyn e Betsy non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto del suo cambiamento che, ad un tratto, qualcuno bussò.
 
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Bet Grave
view post Posted on 11/2/2012, 20:08




Betsy era oltremodo confusa da tutta quella situazione. La faccenda di Mick non le era per niente chiara e non sapeva davvero se fidarsi o meno del ragazzo. Un ragazzo del resto che nemmeno conosceva ma del quale Ethlyn, da come ne parlava, ne era stata profondamente innamorata. S'augurava per la ragazza che si sbagliassero, che il giovane in realtà era giunto fin lì per ritrovare lei e per proteggerla dagli uomini ombra e dalla...profezia. La profezia. Qualcosa che riguardava anche lei e che l'aveva trascinata in quel vortice di incertezze e dubbi. E Betsy sapeva per esperienza che quello non era altro che il principio. Cal s'avvicinò alla ragazza e la fissò come se volesse dirle qualcosa. Forse voleva solo tranquillizzarla; lui col suo sorriso sincero e innocente ci riusciva sempre. Ma quando qualcuno bussò alla porta Betsy, che era ancora seduta sul bordo del letto, scattò in piedi. Afferrò la sua borsa e vi infilò una mano all'interno, a cercare il suo pugnale. Non l'avrebbe mai ammesso ma era evidente che fosse un fascio di nervi. Quella situazione non le piaceva, affatto.
- Chi è?- si ritrovò a dire prima che fosse Ethlyn a parlare.
Cal le si piazzò affianco e s'aggrappò a una gamba dei suoi pantaloni. Tuttavia il bambino non sembrava turbato e quando una voce al di là della porta parlò, anche Betsy tirò un sospiro di sollievo.
- Bet sono io, sei lì dentro?
Nicholas Pullman. Il suo zione, ribattezzato da tutti come il gigante buono. Betsy si voltò a guardare Ethlyn facendole cenno di stare tranquilla perché andava tutto bene, quindi si avviò alla porta per aprire. Un uomo alto poco più di due metri e con le spalle grandi quanto un armadio le si parò di fronte.
- Castiel mi ha detto che avresti avuto bisogno di aiuto; qui alloggia la tua amica giusto? Sono corso non appena ho potuto.
Betsy lo salutò con un sorriso e chiese a Ethlyn se poteva farlo entrare; in fondo la stanza restava sempre la sua. A un accenno di assenso della ragazza, Betsy si fece da parte permettendo a Nick di varcare la porta. L'uomo si presentò subito tendendo la mano alla nuova arrivata. Poi prese in braccio Cal che gli corse incontro per salutarlo.
- Il pennuto era preoccupato.- continuò a spiegare dopo che Betsy ebbe richiuso la porta- Mi ha detto qualcosa a proposito degli uomini- ombra e che deve scoprire cosa sono e cosa fanno qui a Misty. Mi ha chiesto di tenervi d'occhio fino a quando lui non tornerà. E' una brutta faccenda Bet?
- Abbastanza.- rispose lei stringendosi nelle spalle.
Nick poi si rivolse a Ethlyn:
- Benvenuta nella città più spettrale del mondo. Qualunque sia il tuo problema forse ti aspettava qui. E quel tizio che è arrivato qui in hotel, lo conosci? Non ne sono certo, ma il mio fiuto mi suggerisce che è meglio tenerlo d'occhio...
Cal tornò a fissare coi suoi occhi azzurri la porta. Nessuno dei presenti poteva saperlo che Mick stava proprio lì fuori a origliare i loro discorsi. Il bambino invece l'aveva percepito ma non disse nulla. Mick restò qualche istante ad ascoltare. La presenza di quell'uomo non l'aveva calcolata. Ma poi gli venne in mente che forse poteva tornargli utile: e se avesse consegnato proprio il suo il corpo all'uomo- ombra? Capì inoltre che il bambino lo aveva percepito. Quel bambino si che sarebbe stato un problema. Si sfiorò il ciondolo che portava al collo confuso sul da farsi. Poi s'allontanò a grandi passi.
- Prendi una stanza qui.- disse Nick a Betsy- Castiel ti raggiungerà almeno potrete stare vicine e io potrò sorvegliarvi. La notte qui a Misty sembra che non passi mai...
In risposta alle parole dell'uomo arrivò un lampo seguito subito da un tuono.
L'uomo- ombra nel frattempo si preparava ad attaccare di nuovo quella notte; le prescelte dovevano essere divise. Solo in questo modo sarebbe stato più forte. Di questo se ne doveva occupare Mick: a lui Ethlyn avrebbe dato retta e se lui avesse distratto quella che un tempo era stata la sua ragazza, l'uomo ombra di sarebbe occupato dell'altra prescelta.

 
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