| L’arrivo di Mick l’ aveva scombussolata a tal punto che Ethlyn trasalì quando sentì la voce del piccolo Cahetel che chiamava la madre. Era comparso dal nulla, insieme a quello che evidentemente doveva essere suo padre, Castiel, l’Angelo del Signore. A prima vista non sembrava affatto un Angelo. Quello che le stava di fronte, infatti, aveva in tutto e per tutto l’aspetto di un essere umano. Tranne, forse, lo sguardo. Sia prima di dire a Betsy quel che doveva, sia dopo averlo fatto, Castiel non aveva fatto altro che fissare Ethlyn, che si sentì trafiggere da quegli occhi così penetranti ed in un attimo la ragazza ebbe la netta sensazione che, in quei pochi secondi, l’Angelo le avesse letto l’anima. Era un pensiero che la faceva sentire a disagio, tuttavia continuò, impotente, a sostenere il suo sguardo. Poi, com’era apparso all’improvviso, così l’Angelo se ne andò ed Ethlyn spostò l’attenzione su Cahetel che, al di sopra delle spalle di Betsy, la salutava con la manina. -Ciao Cahetel!- lo salutò di rimando, sorridendogli. Quando Ethlyn aprì la porta della camera, fu investita da una folata di vento gelido. L’apparizione dell’Ombra le aveva colte entrambe di sorpresa costringendole a precipitarsi al piano di sotto lasciando aperta la finestra. Si affrettò a chiuderla ma, quando vide il ciondolo riflesso nel vetro, si bloccò. -Per tutto questo tempo ho creduto che non l’avrei mai più rivisto. – disse, con voce tremante. – Invece è qui, sotto questo stesso tetto… - si girò e, dall’espressione dipinta sul volto di Betsy, capì di dover parlare di Mick partendo dall’inizio. Ma qual era effettivamente stato l’inizio per loro? Si diresse verso il trolley, lo posò sul letto e lo aprì. -Lo conosco da…sempre, si può dire. Ma è stato solo dopo la fine della scuola che ci siamo innamorati. Lui già era a conoscenza delle mie ”capacità psichiche” e non ne era affatto spaventato. Anzi, probabilmente sarei impazzita se non avessi avuto lui al mio fianco, quando ho scoperto di avere questi…poteri.- un sorriso comparve sulle labbra della giovane al ricordo di come Mick l’aveva aiutata a superare quel periodo per lei così difficile. –Vedevo gli spiriti, sognavo il futuro, eppure non si è mai scomposto. Con lui potevo essere davvero me stessa, senza bisogno di fingere, perché sapevo che mi avrebbe capita sempre. Persino quando ero io stessa a non capirmi. – una lacrima le rotolò lungo la guancia, ma subito l’asciugò con il dorso della mano. –Eravamo l’uno la metà dell’altra: così uguali per certi aspetti e così diversi per altri. Ma anche lì dove eravamo diversi…ci completavamo a vicenda. Proprio come questi simboli, Ying e Yang, uguali e diversi allo stesso tempo e che, per avere un senso, hanno bisogno l’uno dell’esistenza dell’altro. Per questo decidemmo di indossarli. – si sfilò la catenina e la porse a Betsy. - Per non dimenticare mai quanto fosse importante il legame che ci univa.– Cahetel era seduto in braccio a sua madre, intento a giocare con le chiavi della camera. Sembrava un bambino come tanti eppure, dagli sguardi che a volte le lanciava, Ethlyn ebbe immediatamente la certezza che in quella creatura ci fosse davvero qualcosa di speciale. La guardava come se capisse esattamente cosa stesse provando in quel momento, mentre parlava dell’unica persona che avesse mai davvero amato. Rabbia? Tristezza? Sollievo? Forse tutte e tre le cose insieme. -Eravamo fidanzati da quasi tre anni quando scomparve. Nessun preavviso, nessuna spiegazione. Solo un messaggio sul cellulare “Non mi cercare. E’ meglio così.” prima di svanire nel nulla. Non gli diedi retta e provai a cercarlo, ma non c’era traccia né di lui né della madre, con cui abitava. E da allora non ho più avuto sue notizie. Da quasi sette anni…-
Edited by Ethlyn - 29/12/2011, 11:13
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