Misty Hill GDR

La chiamata, Lexi Whistler vs. Ben Frost

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LexiAradiaWhistler
view post Posted on 19/4/2011, 23:18




-Ok, ok ho capito, cazzo datti una calmata! Sto andando!!!-
Attaccò il telefono , sbruffando ed inveendo contro di esso, sbattendolo prima sul letto, poi decidendo che forse era meglio comunque portarlo per sé, dunque cambiò destinazione per il povero aggeggio elettronico, ormai indispensabile alla vita di tutti.
Lo zaino da piccola giovane marmotta era pronto. Aveva racimolato quanto più possibile tutto ciò che utilizzava per la caccia. Quando i bei tempi dell'apocalisse dettavano legge e ognuno di loro, cacciatori, streghe e non, avevano quasi l'obbligo morale di portare con sé un vero e proprio armamentario da guerra. A Lexi non mancava proprio nulla, se non quel bel pugnale che una volta aveva avuto l'occasione di aver tra le mani. Quello che poteva uccidere i demoni, quello che i fratelli Winchester utilizzavano con grande orgoglio, ma anche con un gran culo, visto la loro fortuna nel possederlo. Ma lei aveva forse qualcosa che a loro senz'altro mancava. La magia. Ciò che aveva studiato fino a quel giorno, in tutti quegli anni di pratica, le erano serviti a qualche cosa. Ora i suoi poteri erano più forti che mai e anche se non era riuscita nel suo intento di prendersi quelli dei suoi avversari, con un incantesimo ancestrale che non aveva trovato ancora da nessuna parte, si concentrava su ciò che sapeva e tirava avanti.
Prese la chiave della sua stanza, quella che una volta era sudicia e malandata e che oggi, grazie ai due nuovi proprietari, nonchè amici suoi, poteva dire di stare al sicuro. Per non parlare della presenza del suo uomo, Brad, che finalmente l'aveva raggiunta e senz'altro la sua compagnia in quel luogo maledetto da Dio era di grande aiuto morale.
Senza fare troppo chiasso, per non svegliare i suoi compagni nelle altre stanza, proprio come al college, tutti insieme nel campus, Lexi andò verso l'esterno dell'albergo. Era come al solito una nottata di fitta coltre di nebbia. L'umidità non tardava ad entrarle nei panni, per poi passare alla pelle e finire nelle ossa, che prima o poi, in quelle situazione, avrebbero senz'altro sofferto di reumatismi.
Obbiettivo: Silver Forest. Luogo ancora inesplorato dalla giovane strega , i cui racconti a riguardo non la descrivevano certo come un luogo sicuro. Ma del resto nessun luogo in quella città sembrava esserlo. Camminò verso di essa, sapendo che la destinazione non era poi così lontana. Avrebbe così potuto perlustrare la zona. Un pò di ronda notturna non faceva poi così male.

-Andiamo bene, mi ci voleva una di quelle tute ignifughe, da sci e chi più ne ha più ne metta! Voglio un fuoco portatile!-
Bofonchiava tra sé e sé, avvicinandosi sempre di più verso la sua meta.
E pochi passi ora la separarono da quella fitta boscaglia, alberi quasi impenetrabili che donava un oscurità degna del più maestoso vicolo infernale.
Lui, era lì dentro.
Non le avevano detto molto a riguardo e sapeva che forse andarci con qualcun'altro sarebbe stato meglio, ma lei aveva preferito accettare l'incarico da sola. Poteva essere un vecchio compagno di merende degli inferi, uno di quelli con cui aveva giocato quando ancora era un demone. Un approccio famigliare, senza mettere a repentaglio la vita di qualcun'altro, era decisamente più consono.
-E vediamo chi c'è venuto a trovare va!-
Il silenzio regnava e Lexi, si ritrovò al centro di un piccolo cerchio, formato da alcuni tronchi. Sembrava il luogo ideale per una meditazione ed approfittò per socchiudere gli occhi e concentrarsi, isolando i rumori della foresta e cercando di carpire quelli di un qualsiasi essere soprannaturale.
Attese.
 
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Ben Frost
view post Posted on 20/4/2011, 01:04




Erano passati ormai alcuni giorni da quando si era stabilito nella Silver Forest. La testimonianza del passare del tempo, era ufficialmente stabilita da un orologio da polso rubato in un emporio da qualche parte nel Maine, lungo il suo pellegrinaggio senza meta. Un orologio per bambini, ma che per lui non faceva la minima differenza. Durante la sua permanenza nei dintorni di Misty Hill, di cui ancora conosceva a malapena l'esistenza, aveva dormito dove capitava. Per terra. La notte aveva freddo, ma mai tanto da morirne. Aveva fame, ma mai troppa per patirla. Le giornate passavano tra l'esplorazione dei boschi, la caccia e l'intaglio nel legno di forme approssimative che solo nella sua mente avevano senso. Quella notte, la notte dell'incontro, si era arrampicato su un albero, con una gamba ciondolante, nel silenzio più totale. Un silenzio ammorbante, un silenzio buio e nebbioso, in grado di far rabbrividire l'anima di chiunque. Quasi chiunque.

- Il sole ormai tramonta e tutto si fa buio, regnano le tenebre che scacciano la luce. L'oscurità avanza e spuntano le stelle. Uccelli, bestie e fiori presto andanno a nanna... -
Quella canzoncina stonata, si interruppe bruscamente, rimanendo incastrata in gola. La causa di quella interruzione, fu una strana vibrazione che lo avvolse e lo attanagliò, una vibrazione che aveva sentito una volta sola.
Un paio di anni prima, stava passeggiando per le vie di Hartford, una piccola cittadina nel Vermont, quando vide da lontano un uomo uccidere una donna. Non capì mai il perché, né venne a sapere che l'uomo era un cacciatore e la donna un vampiro, ma fu una cosa che lo rese quasi allergico ai centri abitati.
Ma la foresta non era un centro abitato, lo sentiva più suo come territorio, allora decise di seguire quella vibrazione e di vederci chiaro. Scese dall'albero, senza fare rumore, e si addentrò nel buio fino a dove aveva lasciato le sue cose. Vale a dire, una grossa sacca e uno spiedo costruito in modo grezzo per arrostire qualsiasi forma di vita sul fuoco. Febbrilmente, cercò all'interno della sacca il diario, fido compagno, e lo sfogliò sotto la luce della luna per vedere se chissà chi avesse scritto chissà cosa in sua assenza. Ma ovviamente, niente. Baciò la copertina e lo rimise nella sacca, per estrarre poi un grosso coltello intorno al quale serrò il pugno. Pochi e lunghi passi, sul fogliame umido, alla ricerca della fonte di quello strano segnale interiore. In silenzio, armonizzandosi con tutto l'ambiente intorno, con l'oscurità per la vista e per l'udito, disturbate solamente dalla fioca luce della luna e dal passaggio di chissà quale bestia nel sottobosco. Una volta giunto abbastanza vicino al nuovo ospite della foresta, si fermò, dietro un albero, a scrutare la figura che si rivelò essere quella di una donna al centro di una piccola radura. La guardò per qualche secondo, incerto sul da farsi, vagamente timido in quella circostanza. Ma dopo un po', si fece avanti. Camminò verso di lei, mentre gli occhi, senza che se ne accorgesse, si fecero neri come la pece.
- Ciao. Come ti chiami? -
 
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LexiAradiaWhistler
view post Posted on 14/5/2011, 03:59




Se c'era una cosa che Lexi aveva imparato nel corso degli anni era come comportarsi di fronte al pericolo.
Niente che poteva essere raffigurato o scritto in qualche manuale, comprensivo di audio cd. No. Le tecniche affinate da chiunque fosse del mestiere erano direttamente proporzionate al passato e ai trascorsi di ognuno di loro. In questo caso, Lexi, cercava sempre di capire per un attimo , chi avesse di fronte. Bastavano due semplici domande, per cominciare e lei avrebbe capito e intuito con chi doveva avere a che fare. Erano domande talmente stupide e semplici che l'avversario non solo non si accorgeva del suo trucchetto, ma pensava anche che la strega fosse talmente cogliona da interloquiare con loro invece di difendersi.
Grand bel vantaggio!
Aprì gli occhi improvvisamente, nel sentire una strana presenza attorno a lei e i suoi sospetti si fecero realtà nel momento in cui si ritrovò di fronte un uomo. Non era buono, no la sua aurea aveva decisamente qualcosa di oscuro, un colore indefinito tra il marrone e il verde scuro, che nelle sue credenze era tutt'altro che bontà.
Però nonostante ciò, quello stesso uomo aveva negli occhi uno strano sguardo. Quel ciao, quella presentazione, l'avevano in qualche modo incuriosita. Nessuno che venisse dai piani bassi si presenterebbe a lei in quel modo, e soprattutto non avrebbe nessun motivo di chiedere il suo nome, perchè l'avrebbe conosciuto già.
Lexi , rimanendo con quei suoi dubbi, cercò di abbandonare le sue domande di rito per un attimo , per farne alcune vere, alcune che l'avrebbero senz'altro portata a qualche indizio, ma senza secondi fini.
-Ciao, io sono Lexi. E tu chi saresti? Cosa ci fai di notte, conciato in quel modo , in un bosco? Hai bisogno di aiuto?-
Approccio delicato, molto tranquillo e quasi da crocerossina, per cercare di vedere chiaro.
Le avevano parlato di questa presenza che incombeva tra gli alberi da qualche tempo. Nessuno aveva mai avuto il coraggio di andare a verificare e cercare di catturarlo. Lei si era prestata subito alla causa. Si era quasi sentita, infatti, n dovere di poter fare qualcosa di utile per quella società ormai dilaniata da strane ed inquietanti presenze.
Lexi rimase a fissarlo e la sua gestualità rivelava quasi una voglia di tendergli una mano per aiutarlo. Doveva assolutamente capire cosa aveva di fronte e e fosse davvero pericoloso a tal punto da doverlo far fuori.
 
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Ben Frost
view post Posted on 15/5/2011, 03:15




Il tono di voce usato dalla sua interlocutrice, non lo stupì in alcun modo. Del resto, quella gli sembrava una conversazione normalissima. A nulla servivano il contesto dove stava avendo luogo, il fatto che una certa sensazione di pericolo lo aveva stuzzicato poco prima, il demone dentro di lui che squarciava la carne. In quel momento, era come se due parti del suo cervello fossero in conflitto: quella umana e quella demoniaca. Ma inutile dire quale ebbe la meglio. La seconda parte, vinceva sempre e, anzi, delegava la metà umana a gestire la quotidianità, la illudeva anche di poter gestire quella psiche già di per sé compromessa. La catena venne allentata, la Bestia venne sciolta, com'era inevitabile che fosse. Ed ecco che allora il tono di voce della donna che si presentò come Lexi, assunse sfumature vagamente nauseabonde. Vagamente repulsive. Il demone rimase in un primo momento immobile nella sua posizione, ancora accanto all'albero che lo aveva celato in quei pochi secondi utili per prendere la decisione di mostrarsi. E continuò a fissarla, in modo ossessivo, quasi morboso. La lama del coltello che teneva stretto nella mano, passò sul viso leggera, per scontrarsi con la barba ispida sulle guance e poi sul collo. Come se quello fosse un modo per facilitare la riflessione, necessario com'era venire a capo della vicenda. "Ti sta compatendo", pensò, "prova pietà di te, crede che tu sia un bambino sperduto.". Ecco la parola che fu la chiave di lettura per quella situazione, l'interpretazione che fece pericolosamente ondeggiare il filo su cui la pace di quella circostanza faceva l'equilibrista. Bambino. Lanciò il coltello a metà strada tra la sua posizione e quella di Lexi, poi con passi lenti ma ampi lo raggiunse.
- Lexi. Bel nome, mi piace. Anche la tua voce mi piace. Io mi chiamo Ben, da Benjamin, chiamami Ben. Parlo troppo? Vivo qui, questi alberi sono miei. Miei e di una bambina che ho conosciuto qualche giorno fa, il suo nome è... Non ho bisogno di aiuto. E tu? Io direi che sei tu quella che ha bisogno d'aiuto, qui. -
Durante la prima parte del discorso, un sorriso aveva increspato le labbra di Benjamin. Ma durante le ultime parole, il tono di voce si era fatto greve e basso, l'espressione seria. Abbassò lo sguardo su di sé, alla luce della perplessità dimostrata da Lexi circa il suo vestiario. In effetti, non rispettava i modelli spiati durante le sue lunghe maratone televisive, forse sarebbe andato presto in città, ma ora la cosa non aveva più importanza. Bastarono pochi secondi, perché le tenebre intorno a loro si fecero ancora più tetre di prima, così come i suoi occhi. Il buio divenne più opprimente, un'oscurità densa e vischiosa che sembrava quasi pulsare nel silenzio più totale, custodito dalle fronde degli alberi ora immobili. Un nuovo sguardo verso il basso, mutò il terreno di foglie, erba, sassi e quant'altro, in un pavimento nero e totalmente liscio, privo di qualsiasi rilievo, duro come l'ossidiana. Con un sorriso soddisfatto, illuminato dagli ultimi raggi della luna che via via andavano scomparendo, guardò Lexi sperando si complimentasse con lui per la sua creazione.
 
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LexiAradiaWhistler
view post Posted on 16/5/2011, 18:41




Per un attimo si era illusa, come al suo solito, di poter vedere del buono in un demone. Le era capitato anche in passato, con Jane e nonostante avesse smosso qualcosa dentro di lei, aveva capito che un servitore del male rimaneva tale e non si poteva cambiare in nessun modo.
Lexi aveva le mani sudate, anche se il clima era tra i più freddi e umidi che avesse mai provato.
Di nuovo, di fronte a lei la stessa persona che però questa volta stava sfoderando un lato di sé che la spaventava o che per lo meno non era affatto uguale a quel che sembrava essere pochi istanti prima. Quel suo gesto, quel lancio del pugnale quasi le sfiorò il viso, lasciando solo una piccola riga di sangue s ulla guancia, che cominciava a scendere lenta fino all'altezza delle labbra.
Con un gesto della mano e con lo sguardo sempre rivolto verso di lui, si asciugò e tornò nella sua posizione iniziale, quella che aveva assunto prima che il mostro si presentasse dinnanzi a lei. Una posizione rituale che be poche persone conoscevano e che invece i demoni non conoscevano affatto. Lo sciamanesimo diventava sempre più una parte preziosa della sua dottrina e ne faceva uso solamente quando necessario, quando la natura gli metteva di fronte ciò che con facilità non poteva essere sconfitto. Ancora non chiara però la provenienza e la storia di quel'"uomo". Un tipo strano che sembrava decisamente poco stabile mentalmente. Di primo impatto pensava fosse uno dei figli di Lucifero, quelli che di solito, per aver perso la testa , non contenti di essere stati trasferiti ai piani bassi, venivano rinchiusi in un ala dell'inferno poco piacevole. Una specie di manicomio dove solo questi individui pericolosissimi , venivano emarginati. Questa loro disconnessione con gli altri componenti dell'allegra famigliola di "seventh hell", faceva sì che la loro pazzia venisse esternata fino al loro peggio e una volta mandati in missione non avrebbero di certo deluso il loro padre.
Ma Lexi non era sicura di ciò a cui stava pensando così decise di interlocuiare con il soggetto.
-Beh, almeno dimmi come ti chiami no? Io sono stata educata. Chi sei? Presentati a me prima di poter agire...oh sì perchè io lo so che in fondo vorresti nutrirti della mia carne, non è così?-
Lexi aveva le mani pronte a scagliare un potente incantesimo qualora il tizio poco normale le si fosse scagliato contro.
-Io non credo di aver paura di tutto ciò e sai perchè? Perchè se vieni dal posto da cui credo tu provenga, allora abbiamo senz'altro qualcosa in comune. Nessuno ti conosce qua intorno, ma sanno che ci sei. E credimi che non è bello ritrovarsi alle calcagna una mandria di cacciatori incazzati che è pronta e armata fino ai denti per spararti nel culo!
 
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Ben Frost
view post Posted on 17/5/2011, 00:53




La suola degli scarponi di gomma, si mosse silenziosamente sul nuovo pavimento, compatto e scuro come carbone. Riusciva bene a vedere Lexi, al centro di quella radura, in una posizione che gli destò una notevole curiosità. Cominciò a muoversi ma non verso di lei, piuttosto cominciò a muoversi compiendo dei cerchi concentrici intorno alla sua figura, sempre più stretti, come spire di un serpente. Era rimasto un po' deluso dal fatto che lei non avesse manifestato alcun interesse per il gioco di luci, né per il mutamento del terreno, ma non glielo fece capire. Preferì concentrarsi sugli altri argomenti che, nonostante tutto, sembravano essere assai succulenti. Le dita di una mano, giocherellavano intorno all'impugnatura del pugnale, ritmicamente, rispecchiando un motivetto che aveva in testa e che ben prestò esterno canticchiandolo a voce bassa. Per fare da colonna sonora al momento. Ormai il cielo era come totalmente coperto da una coltre di pece e non filtrava nemmeno un raggio di luna, ciò favoriva non poco la caccia. Una delle peculiarità delle ombre, era quella di poter assorbire qualsiasi cosa, luce compresa. Per le forme solide bastava un po' di esercizio in più, ma era possibile far sparire anche quelle, inghiottite dal buio per finire chissà dove. Non aveva mai provato con le persone, ma magari quella sarebbe stata l'occasione giusta per mettere alla prova quell'abilità.
- Benjamin, mi chiamo Benjamin, Ben. Mi pareva di avertelo detto. Non mi stai ascoltando. Perché non mi stai ascoltando? Io ti ho ascoltata. -
Scosse la testa, evidentemente contrariato da quello stralcio di conversazione. Non rispose alla domanda circa il cibo, non aveva fame in quel momento, ma era altrettanto vero che l'avrebbe mangiata con gioia. Dopo aver completato qualche giro intorno a lei, si fermò di fronte alla sua sagome nera. Pausa di qualche attimo. Gli alberi intorno a loro poi, si incendiarono all'improvviso, tutti, contemporaneamente, chiudendo i due contendenti in un anello di fuoco. Le fiamme si alzarono dalle fronde e danzarono nel cielo, rischiarando totalmente l'oscurità pressante di pochi attimi prima. Come colonne di fuoco, per creare un'arena in cui nessuno poteva disturbarli, in cui lo scontro per la vita e la morte poteva avere luogo nel modo più privato possibile.
- Io e te non abbiamo niente in comune. Ti piace il fuoco? Dove sono i cacciatori? Chiamali. Chiamali, sì. -
Nella sua mente il ragionamento era fin troppo semplice e semplificato: più gente uguale più cibo. E per un attimo gli balenò in mente di offrire a Lexi la chance di sganciarsi da quella situazione per andare a chiamare altro cibo su due zampe, ma... No. Non questa volta. Le lingue di fuoco cominciarono a sferzare frustate verso l'interno, verso i corpi dei due, con la differenza che lui non poteva essere bruciato da quel fuoco. Allo stesso tempo dalle radici cominciarono ad uscire venature fiammeggianti che resero il terreno nero un mosaico rovente.
 
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LexiAradiaWhistler
view post Posted on 18/5/2011, 15:22




intorno a quei due corpi, umani o non umani che fossero, stava regnando il più potente degli elementi. Uno di quelli che Lexi conosceva piuttosto bene e con il quale voleva giust'appunto attaccare quel demone squilibrato.
Le sue risposte, il suo modo di parlare e di porsi erano decisamente fuori luogo e non avevano un grande senso. Tutto ciò che pronunciava era fatto velocemente, con u susseguirsi di domande per poi passare all'auto risposta. Roba decisamente poco affine con i comuni mortali e con chi non aveva avuto almeno una volta nella vita un'esperienza con qualche psico farmaco.
L'aria si fece pesante, il fuoco stava sprigionando la sua potenza tutt'intorno e Lexi sentiva crescere una forza dentro di sé che le sarebbe servita a ben poco se quello che aveva davanti poteva scatenare una simile situazione in così poco tempo e così facilmente.
A dire la verità per lei era la prima volta. Non aveva mai avuto a che fare con demoni che sapessero realmente scatenare fuochi sulla terra. Nonostante fosse il loro habitat naturale all'inferno, ciò li portava di solito a non saperlo gestire una volta saliti al piano superiore. Aveva visto farlo solo a Lucifero, colui che di accendere fuochi se ne intendeva , e non solo terreni ma anche interiori. Lexi ricordava bene quando accese il suo, rendendola una di loro, su quel bancone del bar. Ricordi spiacevoli razionalmente, ma dentro portava ancora quella passione come un ricordo incancellabile.
Si mise in posizione di difesa per un attimo e cercò di capire quale mossa usare. Decise di passare al contrattacco in poco tempo, mostrando lui di cosa fosse capace . Non avrebbe avuto molto successo, probabilmente. Non sembrava un tipo che si spaventava facilmente. Ma tentò lo stesso.
Alzò le braccia in cielo e invocò l'acqua, altro elemento che non l'abbandonava mai.

- Acuqa, eu chamo com a sua força, transformar este incêndio resultou do mal, como ele não veio para salvar, mas para matar.-

La sua formula in Portoghese scatenò un tremolio della terra e a sopraggiungere tra di loro vi era un'ondata di acqua che si diramò tra gli alberi incandescenti per spegnerli dalla loro combustione. L'acqua vorticò intorno al demone per qualche secondo e dopo aver compiuto il suo dovere svanì nel terreno.
Lexi si guardò intorno, mantenendo uno sguardo freddo e privo di emozioni. Lei era così quando invocava le forze della natura. Sembrava stesse in fase di trance.
-Bel trucchetto, ma la vedo dura per entrambi stanotte-
 
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Ben Frost
view post Posted on 19/5/2011, 01:48




Il battesimo del fuoco, fu un fiasco. Non ci volle molto per capirlo. Le fiamme che ardevano fino a pochi attimi prima, svanirono per via di quell'acqua arrivata da chissà dove. Le lingue di fuoco che danzavano sugli alberi e verso il centro della radura, così come le venature fiammeggianti che fendevano il pavimento nero, sparirono. Il fallimento del suo tentativo sbattuto in faccia senza troppi complimenti, testimoniato dal tipico rumore dell'acqua sul fuoco e dagli schizzi sulla pelle. Un insuccesso confermato da ben tre sensi. Ma la cosa che più destò la sua curiosità, fu il linguaggio che Lexi usò per invocare l'acqua. A suo modo di vedere, quello era l'idioma parlato dall'acqua e per forza di cose bisognava usare quello per farla arrivare. Lingua che lui non conosceva, naturalmente, e che però attirò in modo particolare la sua attenzione. Rimase immobile, quando vide quella mole d'acqua sopraggiungere. Solo la testa si piegò leggermente di lato, come per guardare e sentire la donna davanti a sé da un'altra angolazione, come un bambino curioso che vede e sente un qualcosa di nuovo, come quando dei versi che non aveva mai sentito uscirono dalla gola dei suoi genitori nel momento in cui spaccò loro la testa con un martello.
Era in gamba, la ragazza. Aveva anche fatto in modo che l'acqua lo avvolgesse per qualche secondo, avviluppandolo dentro un tunnel liquido, scuro e bagnato. Davvero una novità per lui, una di quelle cose da scrivere sul diario non appena avesse chiuso la pratica, seduto davanti al fuoco, con una gamba di Lexi tra le mani da poter spolpare con il solo uso dei denti. Qualcosa era cambiato, riusciva ad avvertirlo nitidamente. Tornò dritto con la testa e le spalle, una volta che l'acqua sparì, così che potesse rendersi conto di cosa era cambiato. Il tono di voce della donna, anche il suo atteggiamento rispetto alla battaglia, ecco cos'era cambiato. Lo avvertì, nell'aria che nuovamente divenne elettrica, nel silenzio causato non solo dalla sua dote, ma anche dall'impostazione mentale per l'attesa di una nuova mossa da parte di uno o l'altra, cosa che aggiungeva al tutto una squisita sensazione di adrenalina.
- Hai fatto tre errori, Lexi. Tre. Il primo, è stato quello di venire ad affrontarmi di notte. Il secondo, è stato quello di venire da sola. Il terzo, è stato quello di presentarti nella mia foresta lasciando un bambino a casa. A proposito, come sta? Me lo farai conoscere? Sempre se ci tornerai, a casa... Hope mi ha detto... -
Si interruppe all'improvviso, il discorso continuò solo nella sua testa e un ghigno macabro gli solcò il volto. Ma ormai il buio totale era nuovamente piombato sulla radura e in tutto il bosco. Forse il fuoco non serviva, ma sarebbe stato interessante mettere Lexi alla prova con un elemento che aveva una controparte facilmente opprimibile: l'ombra.
Con uno sguardo da predatore notturno che fende l'oscurità, indirizzò verso di lei alcuni filamenti neri più o meno grossi e appiccicosi, tentacoli tetri che puntarono alle gambe della sua avversaria. Gliele avvolsero, a partire dalle caviglie fino ad arrivare sopra le ginocchia, come serpenti che stringevano le loro spire intorno alla preda.
- Vorrei un corvo. Un corvo ammaestrato. -
Ammise, mentre pensava che in effetti quell'uccello aveva proprio un gran bel piumaggio. Afferrò poi il coltello e mosse i suoi primi passi verso Lexi, con l'impugnatura stretta nella mano, per risolvere la cosa alla vecchia maniera se fosse stato necessario. Nel frattempo, una voragine si aprì intorno a loro, in cerchio, chiudendoli di nuovo in un'arena. Un oblio oscuro, un pozzo infinito, un biglietto di sola andata per l'inferno dell'ombra. Ecco cosa c'era ad attendere lo sventurato che vi avrebbe messo piede.
 
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LexiAradiaWhistler
view post Posted on 21/5/2011, 22:08




No, non l'aveva appena fatto. Lexi si rifiutava di credere che avesse solo osato nominare quel nome. Suo figlio non doveva essere preda di nessuno, ne tanto meno di un demone schizofrenico. Il piccolo era al sicuro, ma di fronte a certe cose non si poteva mai stare tranquilli. Non avrebbe lasciato, comunque, che gli accadesse nulla di male , piuttosto avrebbe dato la sua stessa vita per proteggerlo e se quel tentativo fosse risultato vano, sarebbe tornata dall'inferno per proteggerlo. Sì Lexi era convinta che nonostante le sue buone azioni, un giorno, una volta morta, avrebbe di nuovo raggiunto gli inferi, per essere torturata, tagliuzzata e fatta in mille pezzi da chi desiderava la sua testa da ormai anni ed anni.
I suoi occhi divennero grandi come due fari, illuminati dalla sola voglia di vendetta, dalla voglia di far fuori quell'essere malvagio e fuori di testa che aveva di fronte. I suoi giochetti sporchi cominciavano a starle sulle palle e Lexi non si incazzava quasi mai, ma quando accadeva avrebbe potuto fare tremare la terra sotto ai suoi piedi. Nonostante fosse ancora alla ricerca di un libro potente, che avrebbe dato modo alla strega di poter acquisire i poteri dei suoi avversari, una volta combattuti e vinti. Lexi, con la sua empatia, poteva comunque trarre vantaggio dagli stessi, con l'incazzatura. Uno strano modo di agire, quasi innaturale, ma che avveniva e basta, in sinergia con gli elementi, ma senza alcuna spiegazione sul come avvenisse tutto ciò.
Il vortice di ombre che si addentrò nel suo spazio era fastidioso, irritante, avrebbe voluto spazzarle via con un gesto, ma non era il caso di sprecare le sue energie per quel trucchetto da bambini. Le stava accumulando invece, dentro di se si stava scatenando l'inferno sulla terra.
-Non illuderti nemmeno per un secondo di poter mettere un solo dito sul mio bambino. Te ne pentirai, cazzo se te ne pentirai, fosse l'unica cosa che faccio!-
Lo guardò con un disprezzo che in passato aveva riservato solo a pochi prescelti, gli stessi che hanno fatto fagotto e sono spariti o quelli che invece riposano in pace per sempre.
Allargò di nuovo le braccia, il suo potenziale era pronto, la sua concentrazione era arrivata ai massimi livelli, i suo occhi si fecero bianchi, cadde in trance in men che non si dica e la terra cominciò a sussultare. L'ira si stava scatenando e qualcosa, dentro di lei, di più forte, di mai provato sino a quel momento, stava per uscire e farsi spazio in quella foresta maledetta.

-potentis ame veni lumen mihi ut forgiatemi caedis fac quia omnis potentia non demon creatura digne de vita mea. Disperdam te in nomine deorum-

Una lingua più affine e consona all'occasione uscì dalle labbra di Lexi. Il latino era ben conosciuto dalle forze del male ed era, ad avviso di molti cacciatori, la lingua che poteva davvero risolvere i misteri dell'umanità con la sua forza e la sua antica potenza.
L'aria smosse gli alberi a velocità quasi impercettibile. La terra , che prima sussultava , ora si stava spaccando, lasciando crepe incise nel terreno. Degli spiriti , da lontano, si avvicinarono sempre di più alle spalle di Lexi, correndo e venendo in suo soccorso, puntando sul demone che aveva fatto un grosso, bruttissimo sbaglio a nominare suo figlio.
Gli spiriti si scagliarono contro quel demone, mentre Lexi appurò che qualche nuovo potere stava crescendo fortemente dentro di lei.
 
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Ben Frost
view post Posted on 22/5/2011, 05:01




Bastò che lei sentisse parlare di suo figlio, perché il suo approccio verso la battaglia cambiasse ancora una volta. Questa volta, nessuno fiasco, anzi, bersaglio centrato e in pieno. Se prima, nel vedere la sua reazione, un nuovo ghignò si affacciò sul volto del demone, ora al sentire le sue parole una risata sgorgò dalla gola, una risata ricca e morbosamente divertita. Era proprio vero allora che non si potevano toccare i pulcini di mamma chioccia, senza che lei si arrabbiasse. La rabbia però, era il particolare più divertente, tra i più divertenti delle reazioni umane in genere. Quando poi si era gli artefici di quella rabbia, la cosa assumeva pieghe più spassose ancora. Era come essere bambini e sedersi su un formicaio, prendere una bella lente di ingrandimento e puntarla sotto il sole verso le formiche. Guardarle bruciare, poi spegnersi agonizzanti, da stupidi insetti quali sono. Insetti, proprio come le persone. Nella situazione specifica, tutto era arricchito dall'aumento del carico magico, dalla rabbia della strega, dal suo tirare fuori gli artigli e cominciare a fare sul serio.
Fermò la sua avanzata per guardarla, continuando a ridere per qualche istante e poi facendosi serio all'improvviso, deciso a rincarare ulteriormente la dose.

- Tuo figlio. Jeremy, giusto? La tua amica sentirà la porta bussare. Knock, knock, knock. Chi sarà mai? Il lupo cattivo? Ecco perché ti ho detto che non abbiamo niente in comune: tu hai qualcosa da perdere. Anzi, scusa. Qualcosa che perderai. Scusa. -

Di sicuro nessuno avrebbe bussato a qualche porta, di sicuro suo figlio avrebbe continuato a dormire serenamente. Ma quando conobbe Hope, capì che quei luoghi erano molto particolari, adatti a lui, e che tutto, o quasi, poteva succedere. Sperando di aver colto di nuovo nel segno, ricominciò a camminare verso di lei, ma si fermò ancora nel momento in cui le sentì pronunciare delle nuove parole. Questa volta però, il linguaggio lo conosceva bene, chiunque lo conosceva al piano di sotto. Lo ferì come un cazzotto e gli fece storcere il naso per un fastidio interno, più un sensazione di irrequietezza, che lo aveva colto nel sentirla. Subito dopo, la terrà cominciò a tremare e fu costretto ad allargare le gambe per reggersi in piedi, una seccatura, ma necessaria. La nota positiva, per lui, di quel frangente, era che i tentacoli neri intorno alle caviglie di Lexi erano ancora ben saldi e che anzi continuavano a salire lungo le gambe, attorcigliandosi ad esse e stringendo sempre di più. Quel terremoto improvviso, non fu l'unica seccatura. Lei aveva chiamato i rinforzi e questo per un attimo gli fece provare un tuffo al cuore e un moto di felicità. No, niente carne. Assottigliò gli occhi per guardarli meglio e si rese conto che quei rinforzi di umano avevano ben poco. Loro avrebbero saltato l'abisso circolare che chiudeva i due contendenti, così li lasciò avvicinare per guardarli meglio. Anche quella era una novità, del resto. Sembravano anche incazzati, chissà perché poi. Si avvicinarono così tanto che furono alla portata del braccio, il quale, in ogni caso, non si mosse. Inevitabilmente infatti, le tenebre avvolsero anche loro. E dal momento che erano molto vicini alla sorgente, l'effetto fu più immediato e irrimediabile. Sparirono in un gorgo oscuro, con le gambe che sprofondavano ad ogni passo che muovevano, come sabbie mobili. Uno o due riuscirono a colpirlo, gli altri naufragarono in un fiume di pece da subito, seguiti dai due troppo prepotenti. Vederli cadere in quel modo, agitarsi, affaticarsi per cercare di salire senza che vi fosse possibilità alcuna, anche quello aveva il suo bel gusto sadico. Dopo che la pulizia venne effettuata, si rese conto di avere una ferita sul collo. Se ne rese conto perché riuscì a sentire il sangue colargli sulla pelle e fargli un leggero solletico che lo fece ridacchiare. Il liquido rosso, venne raccolto dalla punta delle dita e portato alla bocca, assaporato e poi mandato giù, con un certo gusto. Niente male, poi la ferita si richiuse da sola. E ora, come in ogni incontro/scontro che si rispettasse, doveva partire la contromossa che non si fece attendere. Altre liane vischiose fatte di Nulla avvolsero anche i polsi di Lexi, in contemporanea con quelle delle gambe, ma muovendosi molto più velocemente delle altre verso la gola. Strapparle la lingua sarebbe stato un buon metodo per non lasciarle modo di far avvenire strani fenomeni? Con ogni probabilità sì e fu questo quello a cui puntò.

- È la fine! Anche io sono orfano, sai?

Sorrise di nuovo, mentre intorno a loro l'oblio cominciò ad allargarsi e di conseguenza a rendere sempre più stretto il terreno di battaglia. Lui non sarebbe stato inghiottito dall'ombra, per quanto riguardava lei... Nemmeno la mente pronunciò un pronostico, stette solamente a guardare.
 
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LexiAradiaWhistler
view post Posted on 22/5/2011, 17:27




La situazione si faceva peggio di quel che Lexi potesse immaginare. Non aveva mai visto niente di simile fino ad ora. Quelle ombre, venute apposta sotto il richiamo di quel demone,la stavano stringendo in una morsa quasi mortale e se non avesse trovato una soluzione al più presto si sarebbe ritrovata come nell'ultima cena di Da Vinci e la portata principale non sarebbero stati pane e pesci moltiplicati ma le sue gambe e le sue budella. Non era una scena carina da immaginare ma era quello che sarebbe avvenuto di lì a poco se non si fosse liberata presto di quei serpenti oscuri come la pece.
Gli spiriti che aveva chiamato a sé no sembravano averla vinta sul pazzo omicida che aveva di fronte e non aveva nessun altro asso nella manica, anche se lo avesse avuto, non aveva né la forza né tanto meno l'agilità e il movimento necessario per poterla tirare fuori.
Gli occhi si chiusero nel momento in cui una di quelle ombre le passò proprio davanti al volto. Una preghiera alla Dea venne sussurrata e fatta uscire lentamente dalle sue labbra, ormai quasi del tutto serrate. Sentiva che la morte era vicina e sperava con tutta sé stessa che suo figlio ne fosse uscito illeso. La sua morte non sarebbe stata vana, aveva combattuto fino alla fine e con tutte le sue forze. La magia le era sempre stta accanto come un angelo custode che spiega le sue ali e dona la salvezza a chi se la merita.
Ma lei, se la meritava questa salvezza?
In pochi secondi la sua vista si annebbiò e si sentì come svenire. Non le restava altro che continuare a pregare finchè avesse esalato l'ultimo respiro.
Ma fu allora che sentì una mano toccarle una spalla. Un calore che riconobbe subito, che aveva sentito anni prima, proprio quando Castiel, l'angelo del signore, le aveva fatto dono della redenzione togliendola per sempre dalla grinfie oscure dell'inferno e i suoi abitanti. Era a conoscenza di dove si trovava la donna perchè Bet, sua moglie ne aveva fatto cenno la sera prima ed abitando anche lui a Misty Hill non poteva far altro che dare una mano, come aveva sempre fatto nel caso i suoi amici avessero avuto bisogno di sopravvivere. Un miracolo stava per accadere e Lexi perse i sensi totalmente, non riuscendo a vedere cosa fosse successo nella foresta, dove probabilmente il demone ancora si stava chiedendo che fine avesse fatto la strega. Si ritrovò nella sua stanza all'Eden Hotel, sul suo letto, stanca e priva di forze, ma viva. L'unica cosa che davvero contava. Quando si sarebbe svegliata , per prima cosa sarebbe accorsa dai suoi amici per prendere suo figlio e riportarlo con sé in albergo. Vegliare su di lui , proprio come aveva fatto l'angelo con lei.
Gli amici, la famiglia e l'amore per il prossimo erano l'unico succo vitale che li faceva andare avanti.
 
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Ben Frost
view post Posted on 22/5/2011, 18:13




Così vicina da poter sentire il suo odore, il profumo della sua carne, l'aroma rilasciato dalla pelle velata da un leggero chador di sudore. Queste furono le sue impressioni, quando aveva ricominciato ad avanzare verso di lei. La voleva, la voleva con forza, sentiva quasi il suo cuore battere e pompare sangue velocemente, una cosa che lo faceva impazzire. In modo diverso dal solito. La immaginava già infilzata dallo spiedo, metà corpo almeno, l'altra metà sarebbe stata un antipasto crudo. Sul più bello però, ecco che lei recita ancora delle nuove parole, altro che asso nella manica. La sua scelta di parlare nei momenti più belli era discutibile, come chi parla ad alta voce al cinema, ma perfino lui si rendeva conto che era necessario affinché le sue tecniche venissero svelate. Voleva farlo anche lui, sì, voleva dare un nome a dei colpi specifici, ma dei nomi potenti e di una o due parole, come i cartoni animati che aveva visto alla tv. Ciò rendeva l'incontro più spettacolare per lo spettatore dentro la sua testa e avrebbe avuto l'effetto di aumentare l'adrenalina in battaglia. Ma non era davvero il momento di preoccuparsi per quello.
La forza vitale della donna, si affievolì di colpo. Allo stesso tempo però, un'altra forza si manifestò sul campo di battaglia. Una forza pura e cristallina, una presenza ultraterrena, di nuovo, ma più potente delle altre. Stette immobile a guardarla, un po' infastidito, dal momento che quella forza riuscì ad allentare i tentacoli che stringevano la donna e a strapparla dalle sue grinfie. Una cosa intollerabile. Vani furono i tentativi di trattenerla, qualcuno, qualcuno di molto potente, non era d'accordo. Lasciò che lei potesse andare via, era simpatica, forse buona, ma avrebbe avuto modo di appurarlo in futuro, questa fu una promessa che si fece. Sparì nel nulla, in un bagliore, di lei non rimase traccia.
- Ciao Lexi! -
Salutò il vuoto con un ampio gesto della mano, deluso ma allo stesso tempo felice per quell'incontro. L'oscurità, lentamente cominciò a diradarsi, la luna a manifestarsi di nuovo e il terreno a tornare normale. Niente più ombra, solo foglie, muschi e sassi. Gli alberi, tornarono nella loro posizione originaria, alcune fronde bruciate, ma sempre orgogliosamente puntate verso il cielo. Afferrò il suo coltello e tornò al suo pseudo-accampamento, dove lo aspettava il suo diario, per scrivere di quell'incontro. E la cena, che ancora si doveva procurare. Con ogni probabilità, la soluzione migliore era quella di addentrarsi in città, lì sicuramente avrebbe trovato qualcosa che poteva soddisfare i suoi gusti particolari. Si sedette sotto un albero e guardò attentamente la zona allestita per il fuoco, che si accese e cominciò a scoppiettare. Una bella serata, tutto sommato. Prese il diario, controllò ancora una volta che nessuno vi avesse scritto, poi cominciò a scrivere di Lexi.
 
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11 replies since 19/4/2011, 23:18   208 views
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