| Bastò che lei sentisse parlare di suo figlio, perché il suo approccio verso la battaglia cambiasse ancora una volta. Questa volta, nessuno fiasco, anzi, bersaglio centrato e in pieno. Se prima, nel vedere la sua reazione, un nuovo ghignò si affacciò sul volto del demone, ora al sentire le sue parole una risata sgorgò dalla gola, una risata ricca e morbosamente divertita. Era proprio vero allora che non si potevano toccare i pulcini di mamma chioccia, senza che lei si arrabbiasse. La rabbia però, era il particolare più divertente, tra i più divertenti delle reazioni umane in genere. Quando poi si era gli artefici di quella rabbia, la cosa assumeva pieghe più spassose ancora. Era come essere bambini e sedersi su un formicaio, prendere una bella lente di ingrandimento e puntarla sotto il sole verso le formiche. Guardarle bruciare, poi spegnersi agonizzanti, da stupidi insetti quali sono. Insetti, proprio come le persone. Nella situazione specifica, tutto era arricchito dall'aumento del carico magico, dalla rabbia della strega, dal suo tirare fuori gli artigli e cominciare a fare sul serio. Fermò la sua avanzata per guardarla, continuando a ridere per qualche istante e poi facendosi serio all'improvviso, deciso a rincarare ulteriormente la dose.
- Tuo figlio. Jeremy, giusto? La tua amica sentirà la porta bussare. Knock, knock, knock. Chi sarà mai? Il lupo cattivo? Ecco perché ti ho detto che non abbiamo niente in comune: tu hai qualcosa da perdere. Anzi, scusa. Qualcosa che perderai. Scusa. -
Di sicuro nessuno avrebbe bussato a qualche porta, di sicuro suo figlio avrebbe continuato a dormire serenamente. Ma quando conobbe Hope, capì che quei luoghi erano molto particolari, adatti a lui, e che tutto, o quasi, poteva succedere. Sperando di aver colto di nuovo nel segno, ricominciò a camminare verso di lei, ma si fermò ancora nel momento in cui le sentì pronunciare delle nuove parole. Questa volta però, il linguaggio lo conosceva bene, chiunque lo conosceva al piano di sotto. Lo ferì come un cazzotto e gli fece storcere il naso per un fastidio interno, più un sensazione di irrequietezza, che lo aveva colto nel sentirla. Subito dopo, la terrà cominciò a tremare e fu costretto ad allargare le gambe per reggersi in piedi, una seccatura, ma necessaria. La nota positiva, per lui, di quel frangente, era che i tentacoli neri intorno alle caviglie di Lexi erano ancora ben saldi e che anzi continuavano a salire lungo le gambe, attorcigliandosi ad esse e stringendo sempre di più. Quel terremoto improvviso, non fu l'unica seccatura. Lei aveva chiamato i rinforzi e questo per un attimo gli fece provare un tuffo al cuore e un moto di felicità. No, niente carne. Assottigliò gli occhi per guardarli meglio e si rese conto che quei rinforzi di umano avevano ben poco. Loro avrebbero saltato l'abisso circolare che chiudeva i due contendenti, così li lasciò avvicinare per guardarli meglio. Anche quella era una novità, del resto. Sembravano anche incazzati, chissà perché poi. Si avvicinarono così tanto che furono alla portata del braccio, il quale, in ogni caso, non si mosse. Inevitabilmente infatti, le tenebre avvolsero anche loro. E dal momento che erano molto vicini alla sorgente, l'effetto fu più immediato e irrimediabile. Sparirono in un gorgo oscuro, con le gambe che sprofondavano ad ogni passo che muovevano, come sabbie mobili. Uno o due riuscirono a colpirlo, gli altri naufragarono in un fiume di pece da subito, seguiti dai due troppo prepotenti. Vederli cadere in quel modo, agitarsi, affaticarsi per cercare di salire senza che vi fosse possibilità alcuna, anche quello aveva il suo bel gusto sadico. Dopo che la pulizia venne effettuata, si rese conto di avere una ferita sul collo. Se ne rese conto perché riuscì a sentire il sangue colargli sulla pelle e fargli un leggero solletico che lo fece ridacchiare. Il liquido rosso, venne raccolto dalla punta delle dita e portato alla bocca, assaporato e poi mandato giù, con un certo gusto. Niente male, poi la ferita si richiuse da sola. E ora, come in ogni incontro/scontro che si rispettasse, doveva partire la contromossa che non si fece attendere. Altre liane vischiose fatte di Nulla avvolsero anche i polsi di Lexi, in contemporanea con quelle delle gambe, ma muovendosi molto più velocemente delle altre verso la gola. Strapparle la lingua sarebbe stato un buon metodo per non lasciarle modo di far avvenire strani fenomeni? Con ogni probabilità sì e fu questo quello a cui puntò.
- È la fine! Anche io sono orfano, sai?
Sorrise di nuovo, mentre intorno a loro l'oblio cominciò ad allargarsi e di conseguenza a rendere sempre più stretto il terreno di battaglia. Lui non sarebbe stato inghiottito dall'ombra, per quanto riguardava lei... Nemmeno la mente pronunciò un pronostico, stette solamente a guardare.
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