| Ad Azazel quella città piaceva. Era abbastanza bizzarra da far passare inosservato persino uno dei quattro principi dell'Inferno. In più l'odore di morte, dannazione e tormento che aleggiava come lo strato denso di nebbia che avvolgeva la cittadina; gli procurava un sadico senso di piacere.
L'elegante cappotto nero ricadeva sulle ginocchia appena flesse, in una camminata leggera, rilassato con la testa sollevata verso la cappa di nuvole. Aveva imparato l'effetto che l'essere esterno aveva sugli umani, l'eleganza stessa sembrava attirarli più del dovuto.
Piccoli e sciocchi umani; aveva pensato il più delle volte il demone. L'essere esteriore, carne, ossa, cuore pulsante, arterie, ignorando ciò che realmente rappresenta l'involucro delle loro anime. Cenere! Nessuno di loro, fatta rara eccezione si concentrava sull'essere interiore.
La fortuna sfacciata dei demoni! Avrebbe riso Azazel. Se ognuno di loro avesse visto ciò che realmente si celava in lui, corpo perfetto, occhi azzurri, lineamenti quasi angelici, scatenava il fuoco nell'animo delle donne, e un invidia logorante in quello degli uomini. Se solo avessero guardato oltre. Sarebbero fuggiti da lui, da ciò che realmente si celava in quell'involucro di carne e ossa mortali.
Azazel sollevò il capo, un basso respiro, si voltò lento con un ghigno a nascere sulle labbra curve; la Holy Martyrs Church, era imponente nella sua sacralità, ma il demone lo percepì. Il male puro si era manifestato in quel luogo. Tempo fa, ma la sua presenza, come una macchia di sangue infetto spargeva ancora la sua malvagia essenza, penetrando come un segreto d'orrore fra le vecchia mura della chiesa.
Azazel poggiò il piede sul suolo consacrato. Sollevò gli occhi verso l'enorme croce in legno che imponente si mostrava sulla parete di rimpetto. Curvò il labbro in una smorfia sadica, attraversando il suolo consacrato della vecchia Holy Martyrs Church; con un mezzo inchino del capo mormorò qualcosa in latino, mentre prendeva posto tra le prime file su una delle panche in legno della chiesa. Intrecciò le mani in una sorta di pugno serrato, portandole poi alla fronte china. . . come stesse pregando.
La percepì. La vampira era appena entrata nella vecchia chiesa, non aveva idea di chi fosse ma la sua aura arrivò fino alle sue membra attirando la sua attenzione.
Il demone sorrise ancora, mormorando scomposte frasi in latino, una lenta cantilena, un antica preghiera che preghiera in realtà non lo era affatto.
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