Misty Hill GDR

Fiona Green, Dea Bastet

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Fiona Bastet Green
view post Posted on 16/2/2011, 22:51




Nome: Fiona
Cognome: Green
Data di nascita: indefinita
Stato civile: appartenente a qualcuno
Professione: Sono una Dea, prima o poi dovrò trovarmi lavoro comunque.
Altezza: 1.70
Capelli: neri
Occhi: neri
Segni particolari: felino egizio
Abilità:ne ho molte, nessuna in particolare. Il mio elemento è comunque la terra. La plasmo a mio piacimento.

Biografia:

Bastet era la Dea della gioia e del calore del Sole. Rappresentata come una donna dalla testa di gatto o come un felino, essa era anche la protettrice del faraone. E' di origini molto antiche e, talvolta, assimilata alla feroce Sekhmet, la Dea leonessa. All'inizio era una gatta selvatica, il gatto del deserto che tuttora esiste, e portava un anello all'orecchio. Con la XXII Dinastia libica, perse le sue caratteristiche di ferocia, diventando la Dea della gioia e a lei venne addirittura dedicata la nuova capitale dell'Egitto, Bubasti.


Quante volte abbiamo immaginato gli Dei dell'Olimpo, d'Egitto o qualsiasi altra loro raffigurazione geografica, e abbiamo riflettuto sulle loro storie, sulle loro leggende? Se pensiamo bene alla lora storia, alla vita di ogni singolo personaggio mitologico, possiamo dedurre che tutto girava intorno all'amore.
Bastet era una dea venerata da tutto il popolo d'Egitto , nonostante lei prese questa carica per poterne trarre i propri benefici.
Ai tempi, l'unico suo scopo era quello di mettere in ginocchio la popolazione, per regnare su quella terra ed oltre e tutto questo a fianco dell'uomo che l'avrebbe accompagnata in quella vita e in molte altre.
Si erano conosciuti nella sua dimora, mentre si apprestava a fare un rituale di maledizione contro alcuni personaggi che la stavano ostacolando. L'arrivo di Akhed, dio dei corvi, così chiamato per via della morte che portava ovunque lui passasse, non fu annunciato alla Dea, che si mise subito pronta all'attacco. Ma poi lo riconobbe. Aveva sentito parlare di lui e della sua leggenda. Akhed si affrettò a spiegarle che tutto ciò che aveva sentito sul suo conto era vero e questo non fece altro che accrescere l'interesse di Bastet nei suoi confronti.
Da quel momento i due furono inseparabili e portarono morte e distruzione ovunque lo richiedessero.
Ma gli Dei protettori dell'Egitto però non approvavano ciò che stava accadendo in quella terra, non avevano messo Bastet su un trono per essere venerata da una popolazione che era già morta, che non avrebbe avuto nemmeno il tempo di rendersi utile. La loro bramosia di potere li spingeva ben oltre i limiti stabiliti da coloro che erano nettamente più in alto di loro, nella piramide degli dei.
Fu per questo motivo che entrambi i coniugi si ritrovarono vittime di una maledizione, che li costrinse a stare per l'eternità in un'urna. Una era rappresentata da un felino, il simbolo per eccellenza della infernale Dea, l'altro invece rappresentata da un corvo.
Rimasero in quelle urne per migliaia di anni, sospesi tra due dimensioni, dove non avevano nessun potere e dove non potevano nemmeno toccarsi, ma costretti a sentire soltanto le proprie voci e mai a vedersi.
Ma una strega, affascinata dalla sua storia ai nostri tempi moderni, andò alla ricerca di quelle famose urne. Aveva tutta l'intenzione di liberare Bastet e rendersi sua schiava finchè avesse avuto vita. Si trasferì in Egitto per mesi, alla ricerca di queste antiche urne e con l'aiuto della magia la trovò. Solo quella della Dea e non quella di Akhed. Ma si accontentò, non le importava granchè di quell'inetto, come lo definiva la strega.
Le incisioni sull'urna stessa erano geroglifici , una vera passeggiata per la piccola impertinente che no sapeva affatto quello a cui stava andando incontro, ma nella speranza di poter essere ricompensata con dei poteri, fece lo stesso quello che secondo lei andava fatto.
Dopo aver letto le incisioni, che recitavano più o meno così " Chi libera colei che giace nell'urna spargerà sangue sull'intero pianeta, poiché il male che ha dentro questa donna non ha confini"
Quella sotto invece era una scritta proprio per la liberazione. Purtroppo per gli Dei, a quei tempi, vi era una legge da rispettare. Coloro che lanciavano maledizioni, sia a scopo benefico che non, avevano l'obbligo di scrivere comunque la via del ritorno. In quel caso era proprio sull'urna e la donna si affrettò a leggerla, riportando, accompagnata da un fascio di luce, la Dea Bastet in vita.
Una volta uscita dall'urna, Bastet non perse tempo ed uccise la strega a sangue freddo. Si ritrovò in un mondo non suo che non le apparteneva e il suo scopo principale ora era trovare l'urna del suo uomo e liberare anche lui dalla maledizione.
Nel frattempo, Bastet ha assunto un nome umano, comune , per aggregarsi senza destare sospetti nella popolazione. Non avrebbe agito da Dea, se non fosse necessario, ma come una donna qualunque , nell'attesa si potersi finalmente ricongiungere al suo amore e così poter regnare sull'umanità
 
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