| Una chiesa abbandonata, presto o tardi diviene preda di atti che portano alla sconsacrazione. In un posto come Misty Hill poi, probabilmente la velocità con cui questi atti possono verificarsi moltiplica esponenzialmente. Può un Principe Infernale solcare il suolo di un cimitero? Sì, a quanto pare. Così Paimon, nelle sue spoglie mortali rispondenti al nome di Ezekiel Oryan, si trovava in un pomeriggio grigio e nebbioso proprio di fronte alla porticina in legno di quella vecchia chiesa, una volta casa di Dio, ora preda di ben altre entità. Non si muoveva bava d'aria, ad accompagnare i passi del re dell'Inferno. Non un gracchiare di corvi, non un suono della natura, che sembrava in quel luogo morta quasi quanto le salme che ospitava. Poteva sentire il profumo di morte risalire dal ventre umido della terra. Il disfarsi dei corpi divenuti prima cibo per i vermi e poi null'altro che polvere. Poteva sentire l'aroma del male, che si era nutrito dell'energia di quel posto ed era ancora quasi tangibile accanto alle lapidi rimaste, dei morti della Revenge. Posò la mano sulla porta, scendendo sino al pomolo. nessuna scarica, nessun effetto sgradevole da contatto con oggetto consacrato. Sciolse un mezzo sorriso, poi fece pressione per aprirla. Il legno vecchio e marcio cigolò sui cardini arruginiti dalle intemperie. Nella quiete della morte che animava il cimitero, quel rumore riecheggiò con la violenza di un tuono. Ezekiel non ci fece caso. Nel grigio della giornata lui era un'ombra vestita interamente di nero. Dai pantaloni griffati, agli stivaletti anfibi in cuoio italiano, alla giacca in pelle nera aperta al collo su un dolcevita anch'esso nero. Al collo teneva una macchina fotografica. Una vecchia reflex per le foto in bianco e nero, giusto per dare un tocco di originalità alla sua scusa, in caso avesse incontrato qualcuno. Non che la considerasse una possibilità tanto facile. Vide uno sfrigolare d'ombre alla sua sinistra, mentre la fioca luce del meriggio filtrava all'interno della vecchia chiesa attraverso la fessura della porta ormai schiusa. Si voltò di scatto, digrignando i denti allo spirito. -vattene ora. Se non vuoi che ti mandi in un luogo da cui non sarà tanto facile uscire.- Fu un sussurro, quasi inudibile ad orecchio umano. Ma per l'Anima inquieta fu un ruggito potente e incontrastabile. La vera voce di Paimon, primo servo di Lucifero.
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