+ il mio risveglio, che di norma veniva accompagnato dal dolce tocco delle morbide labbra di Lana, fu questa volta insolitamente solitario, tanto che per un istante ebbi come il tremendo sospetto di aver sognato per tutto questo tempo, il mio palesarmi dinnanzi a lei, la cerimonia di fidanzamento ufficiale, le notti magiche di irrefrenabile passione e sentimento. Bastò un singolo secondo ad accendere in me la paura di essere ancora solo. Tutto svanii nell'attimo in cui alla mia destra, dove vi aveva dormito lei, trovai un biglietto per me. Sospirai sollevato, il più bel sogno che io avessi mai fatto era anche la più bella realtà in cui io avessi mai vissuto, ignoravo che presto, molto presto, esso sarebbe diventato un incubo non tanto per me, quanto per la donna che amavo più della mia stessa esistenza.
Lana si era svegliata prima di me per recarsi da qualche parte ad appurare qualcosa di cui non aveva parlato, il biglietto era molto vago, lei era solita essere poco chiara nell'esprimersi e cosi senza dare troppa importanza a quanto vi aveva scritto mi alzai dal letto dirigendomi al bagno e riempendo la vasca di acqua calda e petali di tulipano bianchi. Accompagnato da una
sonata di Beethoven mi immersi lasciando che il mio corpo scomparisse sotto al livello dell'acqua, amavo i bagni rilassanti e da quando avevamo messo piede in quella singolare cittadine era ciò di cui più necessitavo. Mi immersi completamente e prima ancora di rendermene conto i miei occhi si chiusero lasciandomi cadere in un sonno profondo. Il tempo trascorse inesorabile, ora dopo ora, minuto dopo minuto e quando oramai anche il pomeriggio stava per concludersi i miei occhi si aprirono lasciandomi riemergere da quell'acqua oramai diventata fredda. + accidenti, devo essermi addormentato di nuovo + sussurrai come se stessi parlando a me stesso togliendo il tappo che impediva all'acqua di scendere lungo lo scarico ed uscendo dalla vasca mi avvolsi nell'accappatoio uscendo dal bagno e guardando l'orologio appeso alla parete, erano ormai passate le 17 del pomeriggio e Lana non aveva ancora fatto ritorno. Mi voltai in direzione della sua sedia accanto al suo comodino notando che le sue armi da caccia non si trovavano li, evidentemente le aveva portate con se, decisi cosi di concentrarmi per raggiungere mentalmente il mio corvo e capire la sua posizione, ma invano, ogni mio tentativo di vedere attraverso gli occhi di quell'animale fallivano.
Mi diressi in direzione della finestra aprendone un antina e annusando l'aria circostante, in tutta la zona non sentivo ne la presenza ne il profumo emanato dalla pelle di Lana. Fu allora che iniziai la preoccupazione si impadronii di me al punto tale da farmi vestire e precipitare fuori di casa più veloce che potessi, senza nemmeno fare colazione e prendere la mia pastiglia ematica di cui necessitavo cosi tanto per controllare la mia brama.
Avendo portato con se le armi probabilmente Lana era andata a caccia, e vi erano buone possibilità che la incontrassi nel cimitero. Durante tutto il tragitto a passo veloce tentai ripetutamente di guardare invano attraverso gli occhi del corvo.
Il cimitero distava pochi isolati, e nel passare davanti ad un parco la mia attenzione non potè fare a meno di essere attirata da qualcosa tra le foglie che emanava odore di morte. Mi avvicinai a passo lento chinandomi per vedere di cosa si trattasse, il mio corvo, l'animale guida che utilizzavo per monitorare i movimenti di Lana e controllare che non si mettesse nei guai giaceva ora ai miei piedi. Avvicinai le mie mani a lui e lo raccolsi, i suoi occhi erano sgranati, in essi notai i segni di un emorragia petecchiale. La bocca spalancata con la lingua che cadeva di lato confermarono i miei sospetti, era morto soffocato, ma vi era qualcosa di strano, quel tipo di emorragia agli occhi indicava evidente strangolamento, ma sul suo piccolo collo non vi erano tracce di violenza. O per lo meno, non c'erano in superficie. Qualcosa, o qualcuno aveva ucciso questa bestiola bloccandogli la respirazione dall'interno, fu alora che ebbi la certezza, stava accadendo qualcosa e Lana ne era rimasta coinvolta.
Rimisi il corvo tra quelle foglie e portando una mano alla tasca della mia camicia, sotto il lungo spolverino estrassi un tulipano bianco posandolo sopra il suo piccolo corpo. Mi rialzai e a velocità fulminea mi recai nei pressi del cimitero, varcando la soglia di quel grande portone che separava il regno dei vivi da quello dei morti. Mi guardai intorno per vedere se vi era traccia di Lana, ma ovunque tutto era immobile. Ebbi come l'impressione di essere solo, sensazione che svanii pochi istanti dopo, quando percepii la presenza di qualcun altro in quel luogo. Chi poteva essere? chiunque fosse non percepivo minaccia da lui/lei, e non avevo quindi motivo di celare la mia presenza. +
Adottiamo l'ordine proposto da Nick ovvero Io, Castiel e Nicholas e così via
Edited by Endymion d'Angoulême - 25/10/2010, 22:10