Una straniera a casa (parte II)

CJ scosse il capo
- Nessun incontro strano... ho semplicemente cominciato ad essere così... - disse facendo spallucce. Non si era mai interrogata su come avesse avuto i suoi poteri, anzi aveva sempre creduto che fossero semplicemente innati. - Per il resto invece, qualcuno mi ha spinto ad essere così... mi sono svegliata in biblioteca, con questo enorme libro fra le mani, leggevo una formula che nemmeno so in che lingua fosse... e poi ho aperto gli occhi ed ero in camera mia, all'inizio ho pensato che fosse un sogno, poi... ho avuto la certezza che qualcosa fosse accaduto. - L'agente segreto si sentiva decisamente meglio ora che ne parlava con qualcuno che sembrava capire.

Annuì alle sue parole. Ovvio che c'era qualcuno, queste cose non accadevano mai da sole. A meno che appunto non erano innate ma in quel caso fin da bambini si manifestavano, un po' come accadeva a suo figlio già, oppure si scoprivano in seguito ma c'era sempre una causa che faceva scattare il tutto. Serviva il consiglio di Cass, lei da sola avrebbe potuto fare ben poco...
- Vieni, cerchiamo il tuo appartamento.....- disse perché l'unica cosa che voleva ora era allontanarsi da lì il più presto possibile.

CJ si sistemò meglio il borsone sulle spalle e annuì a Betsy
- Andiamo a cercare la mia nuova reggia! - disse ironica. Si affiancò a Betsy - Chi è la persona con cui devo parlare? Qualcuno che ha dei poteri... come me? - domandò mordendosi il labbro e guardandosi attorno. All'improvviso tutto le sembrava più buio e meno... bhe, meno accogliente di come le era sembrato all'inizio.

S'incamminò dietro di lei e alzò un sopracciglio. Come spiegarle adesso il resto della sua storia? Ma doveva, la ragazza avrebbe incontrato Cass e di certo avrebbe notato che lui non era un uomo qualunque. Si morse un labbro.
- Ecco..lui è mio marito e lui viene.....- deglutì- ..da lontano insomma....
Viene da lontano? La spiegazione più assurda che avesse mai dato..Guardò CJ e si chiese se la ragazza credesse, quale fosse il suo pensiero riguardo la Fede e Dio. Come dirle sai sono sposata con un angelo e abbiamo un bambino, ne abbiamo passate di tutti i colori fino ad ora per poter stare assieme io sono addirittura morta.....
No, non poteva parlare in quei temini.
- E' mio marito....lui saprà aiutarci- disse solo.

CJ guardava di sottecchi Betsy e poi annuì
- E che tuo marito sia... ma sappi che ho bisogno di uno bravo! - disse sarcastica cercando di smorzare tutti i toni seri che quell'incontro aveva preso. Si morse l'interno della guancia e poi sospirò - Oh! Dimenticavo, ho trovato questo sul bancone della vecchietta! - trillò tirando fuori il libro dal suo nascondiglio sotto i vestiti. Protese il libro verso Betsy. Aveva una copertina colorata, con degli adesivi attaccati sopra di qualche band americana degli anni 80. - Ad occhio e croce... direi che apparteneva ad una ragazzina di quell'epoca... - aggiunse riferendosi ovviamente all'epoca dell'incidente.

Il cuore di Betsy fece un balzo quando vide quel diario. Allungò una mano per afferrarlo, ma la fece ricadere subito. Si guardò alle spalle ancora preoccupata; quel demone poteva raggiungerle....Tornò quindi a posare gli occhi sul diario. Che fosse il diario di Hope? La ragazzina, da come la storia riportava, dopo l'incidente aveva perso l'usa della parola. Forse poteva aver scritto qualcosa da qualche parte e raccontato cosa fosse accaduto realmente alla Revenge. Ma gli abitanti di Misty Hill non erano così ingenui da lasciare un tipo di documento simile a portata di mano.....Quello sarebbe stato un altro mistero da risolvere assieme a Cass. Stava quasi per invocare il suo nome quando si ricordò che non poteva farlo apparire così dal nulla, o a CJ avrebbe preso un colpo.
- Torniamo alla tua macchina.- disse- Ottima mossa comunque.
Aggiunse riferendosi al diario sottratto alla vecchia sgorbutica della biblioteca. Diario o no di Hope, avevano comunque per le mani qualcosa.

L'agente segreto sorrise verso Betsy
- Qualcosa di giusto, lo faccio ogni tanto! - disse sarcastica ammiccando verso la nuova conoscenza. Notò il suo tentennamento, ma sentiva anche che fra di loro c'era qualcosa di nuovo e più profondo di una surpeficiale conoscenza. Strano, ma qualcosa spingeva CJ a fidarsi di Betsy - Pensi che della tua padrona di casa ci si possa fidare? Sì... insomma, non è che rischiamo di trovarci davanti un'altra simpatica bibliotecaria, vero? - nel dubbio era sempre meglio chiedere a chi aveva più conoscenza del posto.

Betsy ripensò alla signora Thompson e al loro primo incontro. La donna era stata fredda quando le aveva consegnato le chiavi della sua nuova casa. Non si era preoccupata neppure di accompagnarla dentro e farle vedere le stanze. Ma almeno non le aveva detto “vattene di qui”; anche se forse non l'aveva fatto solo perché Betsy le doveva i soldi per l'acquisto della sua abitazione. Sorrise a CJ e preferì non rispondere. Quando tornarono alla macchina della ragazza guardò in direzione del viale che portava alla biblioteca, e di nuovo si chiese che cosa un demone ci facesse in quell'archivio.
Quindi estrasse il cellulare e mandò un messaggio a Castiel: “ho bisogno di te, sto per tornare a casa con un'amica; non sa che sei”. Inviò il messaggio sperando che il suo angelo capisse che di fronte alla ragazza non doveva fare nulla che facesse intendere la sua vera natura. Una cosa alla volta...

CJ rimise il suo borsone nel portabagagli e salì in macchina. Era un po' sovrapensiero, ora tutto stava prendendo la piega che aveva sempre cercato, ma era davvero quello che voleva? O voleva solamente rincorrere la speranza di poter guarire?

L'agente segreto, mise in moto e partì verso la casa della cacciatrice, ascoltandone le indicazioni.

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