| + Svegliatomi di buon mattino e preparata la colazione per Lana, lasciai la nostra abitazione dirigendomi in direzione del faro, non molto distante da li. Mentre camminavo avvolto da quella nebbia cui oramai i miei occhi si erano abituati, riuscii a percepire nell'aria odore di sangue. Tentai di capire da dove esso potesse provenire ma la verità era che dal giorno in cui misi piede in quella città non facevo altro che percepire odore di morte ovunque mi trovassi, la cosa era alquanto snervante e minava quella che era la mia caratteristica indole tranquilla. Dopo circa mezzora di camminata per quelle strade deserte cui persino i caldi raggi del sole avevano paura di mostrarsi, giunsi nei pressi della costa notando in lontananza il faro abbandonato, ma ancora funzionante, nonchè quanto di più simile al sole vi fosse in questo posto. Forse quel faro rappresentava molto più di un segnale per le navi, esso era portatore di speranza nei cuori degli abitanti di questa città. Percorsi a piedi tutto il litorale guardandomi intorno per tentare di notare movimenti strani e annusando l'aria, nella speranza di percepire la puzza di quelle bestie. E cosi fu, nonostante quel posto fosse impregnato di odore di morte in ogni suo anfratto, il puzzo emanato dai livelli E era per me qualcosa di inconfondibile. Esso era fortissimo, come se fossero molto vicini alla posizione in cui mi trovavo, eppure, eppure guardandomi intorno non notai alcun che, inoltre sarei certamente stato assalito qualora mi avessero visto. Decisi cosi di stanarli a modo mio, mi recisi il polso con l'unghia lasciando gocciolare il mio sangue sul terreno tenendo i miei sensi bene all'erta, e dopo qualche minuto la loro reazione non si fece attendere. Due di loro mi corsero incontro come degli ossessi, come dei drogati in crisi di astinenza. Portai le mie mani sulla loro fronte fermando la loro corsa, mi erano stati molto utili, avevo visto da dove essi erano sbucati, avevo trovato l'ingresso al loro covo, una grotta scavata dal vento e dalla forza delle onde del mare sotto al faro. Probabilmente essa si estendeva per centinaia di metri. Mi concentrai e attraverso la pelle delle mani avviai quel processo chiamato trasmigrazione termica, che usavo di tanto in tanto per riscaldare il corpo di Lana quando aveva freddo e tremava, solo, in maniera molto più intensa. Il calore sciolse la pelle di quegli esseri come fosse fango ed essi scivolarono sul terreno in una pozza di sangue putrido e organi squagliati. La puzza di pelle bruciata aveva impregnato l'aria. Mentre la mia ferita al polso si rimarginava, mi diressi nella direzione da cui erano sbucati all'improvviso, addentrandomi nelle profondità di quella caverna. Era buio, un buio cui i miei occhi potevano anche essere abituati, ma quelli di Betsy certamente no, questo era un problema che andava risolto. Arrivato in fondo al tunnel calpestai qualcosa di viscoso su di una roccia, sembrava essere sangue, evidentemente mi trovavo molto vicino al cuore del loro covo e questa mia sensazione trovò conferma subito dopo. La galleria terminava in un enorme burrone, come c'era da aspettarsi, erano in decine, forse centinaia, arrancati come bestie che si scannavano tra di loro per contendersi i corpi delle loro prede. Voltandomi ripercorsi la galleria in senso inverso uscendo da essa e sistemandomi il cappotto mi diressi in direzione della casa di Betsy. Mano mano che camminavo per strada la gente del posto, diffidente nei confronti degli stranieri, sbarrava le finestre e chiudeva a chiave le porte. Odiavo la gente bigotta, e non vedevo l'ora di andarmene da quel posto che pareva essere uscito direttamente dal periodo inquisitorio. Dopo qualche minuto giunsi in prossimità dell'abitazione di Bet suonando il campanello, avrei dovuto informarla su quanto da me visto e ci saremo dovuti preparare per lo scontro. Se i miei compagni fossero stati presenti, probabilmente non avremo avuto grossi problemi nel ripulire questa città dai livelli E, questa volta invece ero solo con una cacciatrice, era il momento di scoprire le sue reali potenzialità . +
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