| Da quando aveva messo piede in quella città si era data parecchio da fare. SI era immersa nel lavoro per non pensare a quanto le mancassero le sue sorelle e la sua vita, fatta di tacchi, vestiti firmati e sesso senza coinvolgimenti. Quello che invece stava succedendo a Rosedale e nei dintorni, dove si era presa la libertà di operare grazie alla sua esperienza , era qualcosa di surreale. C'era lavoro tutti i gironi e quel che aveva trovato sui vampiri era grandioso. Non sembrava essere un covo ricco di quelle creature, ma l'unico che esisteva era parecchio rinomato. Si parlava di antichi che stavano trasformando delle giovani "reclute" nelle loro abitazioni, di cui però sembrava che nessuno sapesse esattamente nulla. Avevano ignorato il problema sin da quando avevano cominciato a spuntare vittime a destra e manca. In quel posto si parlava più di demoni, di creature infernali che stavano minacciando la terra, ma non si erano accorti che nel frattempo, le altre creature del male, come in quel caso i vampiri, si approfittavano della scarsa attenzione dei cacciatori, nei loro riguardi, per operare nella più totale tranquillità. Era ora di cambiare le cose e Winona, come cacciatrice specializzata in vampiri, aveva voglia di cambiarle. Si era recata sul luogo della pista, quella che aveva tramite numerose ricerche, coincidenze che portavano proprio là e la puzza di carne marcia sembrava averla condotta nel posto giusto. Ma nel vicolo in cui girò, per arrivare alla porta arrugginita , quella che nascondeva parte del covo, probabilmente, si imbatté in una donna, armata fino ai denti, esattamente come lei, anche se tutto ciò che portava Winona, con sé, era ben nascosto, piccola particolarità della cacciatrice , che con il suo fare frivolo da diva, riusciva ad ingannare tutti. Ma quella donna aveva l'aspetto di chi stava per andare in guerra.
-Vedo che non sono l'unica ad aver avuto una pista! Ma tu...tu puzzi donna, credo che mi occuperò prima di te, prima di entrare lì dentro!-
Riconobbe il suo odore di vampiro già ad un paio di metri di distanza da lei e dal cappotto, tirò fuori la sua mini katana, imbevuta di succo di aglio, una specialità dei Knox, puntandogliela contro. Ma gli occhi di quella donna però sembrvano dirle qualcosa, il contrario, come se fosse là per combattere la sua stessa specie e non per farne parte.
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