Aniel Seraph |
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| - Non sei affatto cambiato Balthazar. Parli sempre, troppo. Anche quando non dovresti. - Raphael, che non aveva perdonato a Balthazar l'ultimo torto (a causa del quale aveva dovuto recuperare un nuovo contenitore) fissò l'angelo con assoluto disprezzo e superiorità. Ma, sebbene lo desiderasse da matti, non gli avrebbe torto un solo capello. Lui solo poteva rivelargli dove fossero le armi di cui aveva bisogno. Gli serviva intero. Castiel invece... - E tu, misero scarto di Paradiso. Anche tu qui. - Che Castiel fosse in combutta con suo fratello? L'arcangelo allungò una mano per posarla sulla spalla di Aniel, la sua preziosa pedina che, senza saperlo nè volerlo, l'aveva condotto proprio dove desiderava. - Ottimo lavoro, serafino. - le disse, senza distogliere lo sguardo dai due angeli ribelli. Aniel aggrottò la fronte, senza tuttavia trovare il coraggio di alzare lo sguardo. - Ma, Raphael io non ho... - - Zitta. Hai fatto ciò che dovevi, non mi servi più per ora. - Non era la prima volta che Raphael si rivolgeva a lei in quei modi, ma mai come allora Aniel si era sentita umiliata, forse perchè consapevole che Castiel e Balthazar stavano assistendo alla scena. Ciò che l'arcangelo avrebbe fatto era scontato, secondo il giovane serafino. Li avrebbe puniti entrambi. E invece... - A te, Castiel, posso proporre per l'ultima volta di tornare a Casa e servirmi. Balthazar, tu invece già conosci la mia richiesta. Le armi. Dove sono?- Quel piccolissimo dettaglio ad Aniel era ancora sconosciuto. Dunque le famose armi alle quali lei stessa aveva avuto acesso solo un paio di volte, erano state rubate da Balthazar?
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