| Isabella rimase immobile, con le spalle contro le lamiere d'acciaio della vecchia nave. Avrebbe dovuto aiutare le ragazze ad aprire quella maledetta botola, unica via di fuga a quanto pareva.
"Non riesco a muovermi" Pensò, mentre sentiva le ossa che s'intorpidivano, come se il gelo la stesse invadendo di colpo, penetrando nelle membra fino ad immobilizzarla.
Quando la ragazza con gli occhi viola, (Isabella notò di nuovo quel particolare, le sue irridi ricordavano l'ametista) Isa scosse la testa e ricordò improvvisamente dov'era, ma non "da quanto". Si rese conto di aver perso la cognizione del tempo. Per quanto ne sapeva, in quel posto che sapeva di "parallelo", potevano essere passate ore, o giorni.. Rabbrividì al pensiero.
Stava per imprecare di nuovo contro qualcosa, quando un tonfo assordate seguito da grida, la interruppe bruscamente. Vide troppe contemporaneamente, ma fu come se il suo cervello le stesse scansionando una ad una.. quasi l'adrenalina le avesse perfezionato i riflessi.
La ragazza con gli occhi del colore dell'ametista, Lana ricordò Isa, nel frangente in cui la vide balzare dall'altro lato della sala. Isabella si staccò di colpo dalla parete, ma non ebbe tempo di pensare alla prossima mossa, che la "cosa" che aveva aggredito Lana svanì sotto i suoi occhi, come un illusione ottica fatta male..
Lana lo aveva morso.. Sì, morso. Con dei canini appuntiti! Isabella scosse la testa, quell'incubo la stava facendo impazzire. Lana disse qualcosa, ma non l'ascoltò nemmeno, era troppo impegnata ad ascoltare il frastuono del mare. Con il fiato corto poggiò quasi la testa alle vecchie lamiere, le sembrò di poter sfiorare con le dita l'aria al di fuori di lì.
-Dobbiamo uscire!- Sbraitò di colpo, ma l'attenzione delle ragazze era bloccata su qualcos'altro. Isabella seguì con orrore la traiettoria dello sguardo di Betsy. L'orrore la paralizzò.
Isa portò le mani al petto, mentre l'urlo le si arrestò in gola fissò i contorni sfocati della figura sinistra e dannata apparsa di fronte ai loro occhi; un ologramma instabile, dalle fattezze di un fanciulla disperata. Isabella fissò quell'immagine deviata con gli occhi sbarrati..
-"Aiutateci.. "- mormorò prima di svanire del tutto, come risucchiata dall'oscurità e dall'odore di morte che come una nebbia aleggiava in quella maledetta nave.
Si volto verso le ragazze, incrociando per ultimo lo sguardo di Ester..
Isabella non aveva idea, di come diavolo fosse finita in quel gioco mortale, ne era certa però, dovevano uscire di lì.
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