Misty Hill GDR

Cold Case

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Ester Colt
view post Posted on 4/11/2010, 18:05




Era giunta a Misty Hill con la propria famiglia da pochissimo, eppure aveva già avuto l'onore di un faccia a faccia con il Male. Hope aveva giocato un brutto scherzetto a lei, come a suo marito e altri suoi amici e questo la biondina non lo poteva tollerare. Uno spiritello che teneva in scacco un'intera città... Se non l'avesse visto coi suoi occhi non c'avrebbe mai creduto!
Da anni si spaccava la schiena e altro per fronteggiare cose ben più pericolose di un misero sputo di ectoplasma, eppure quella Hope si era divertita a prenderla spudoratamente per i fondelli, rigirandola come se fosse una principiante. Lei, l'ultima discendente di un'intera generazione di degni Cacciatori!
Qualcosa non quadrava ed Ester aveva tutta l'intenzione di andare a fondo della faccenda.

Quella mattina aveva trovato il coraggio di riprendere tra le mani un prezioso coffanetto che non toccava da molto, ormai. Precisamente da quasi 6 anni. Lo ripose con estrema delicatezza sul tavolo e lo aprì. Subito gli occhi le si velarono, non appena si posarono su una vecchia foto che stava sopra tutte le altre cianfrusaglie contenute in quella scatoletta nera.

-Ciao vecchietti miei- sussurrò alle figure abbracciate e sorridenti che sembravano guardarla. Josephine Hart e Daniel Colt, venuti a mancare troppo, troppo presto. Ed in maniera ingiusta... Due persone splendide: era certa che l'avrebbe pensato anche se non fossero stati i suoi genitori.
Si asciugò velocemente le lacrime col dorso della mano e, dopo aver riposto da una parte la foto, iniziò a frugare all'interno del coffanetto, sino a trovare ciò che le serviva.

-Eccoti, piccolino. Oggi io e te abbiamo un lavoretto da fare...- disse in tono solenne al distintivo plasticato che teneva in mano, per poi infilarlo nella tasca del giacchino nero. Inforcò gli occhiali (non li indossava quasi mai, ma le davano qualche anno in più e un'aria più seria), e sistemò i capelli biondi in una coda di cavallo.

Per qualche ora sarebbe stata il detective Anna Light.

Prese in prestito la Mustang rossa di Nick per raggiungere la stazione di polizia di Misty Hill, anche se distava una manciata di minuti dalla loro abitazione. Ma... Vagare a piedi per quella città perennemente immersa nella nebbia? Non se ne parlava proprio. A Nicholas aveva detto che non voleva ritrovarsi coi capelli rovinati dall'umidità. La realtà era che quella città le incuteva un timore assurdo.

Dopo una decina di minuti si trovava nell'ufficio del commissario di polizia. In piedi, visto che l'uomo non aveva nemmeno avuto l'accortezza di farla accomodare di fronte alla sua scrivania.
-Dunque...- Ester lanciò uno sguardo veloce alla targhetta color oro vicino al telefono -Evans.
Anche se la ragazza s'era aspettata di trovare un vecchio scorbutico, visto che quella era una città di anziani per lo più, Damian Evans era un uomo sulla quarantina. Capelli brizzolati, forse un tempo biondi, occhi verdi. Sembrava un tipo tranquillo... Persino gentile, togliendo il fatto che l'aveva lasciata in piedi come un baccalà.
Ma in pochi istanti Ester dovette ricredersi.

L'uomo le fece cenno di mostrarle di nuovo il distintivo che Ester ancora teneva in mano. Gliel'aveva mostrato di sfuggita quando s'era presentata e l'aveva momentaneamente sollevata il fatto che Evans non ci avesse fatto molto caso. Ora invece l'uomo teneva in mano quel distintivo fasullo e lo stava osservando attentamente.

-Detective Light, è la prima volta in tutti questi anni che un'agente dell'FBI si interessa di questa storia.- Gli occhi verdi di Damian Evans fissarono la ragazza e sembrarono trapassarla, assieme a quelle parole. Ester dal canto suo rimase immobile con un sorriso compiaciuto stampato sulle labbra.

-Signor Evans, mi viene il dubbio che questa sia la prima volta che lei ha a che fare con un'agente della squadra speciale Cold Case.- rispose in maniera gentile la bionda, che passò subito al contrattacco posando entrambe le mani sulla scrivania e chinandosi leggermente verso l'uomo seduto davanti a lei. -Glielo chiedo educatamente per la seconda volta: la cartella sul Caso Revenge.

Damian distolse lo sguardo e non rispose. Che fosse poco propenso a cedere informazioni ad una sconosciuta, questo era evidente... Ma perchè? A salvarlo fu lo squillo del telefono. L'uomo si catapultò su di esso come se fosse la chiamata più importante della sua vita.

-Sì? Il nome?- Ester nel frattempo era rimasta china sulla scrivania a fissare l'espressione dell'uomo che si faceva sempre più accigliata. -Va bene, falla entrare.

Dopo aver riposto la cornetta del telefono al suo posto, il commissario tornò a fissare quella che lui credeva Anna Light. Si passò una mano tra i capelli con fare stanco e sospirò.
-A quanto pare oggi vi siete messi tutti d'accordo.

Ester corrugò la fronte, non capiva che cosa intendesse dire quel tizio.
Porca puttana dammi le informazioni che mi servono, non me ne frega niente se stai avendo una giornataccia! Era questo il messaggio che bene o male gli occhi di Ester stavano lanciando al suo interlocutore.

 
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Aryanne Eveline Coral
view post Posted on 4/11/2010, 18:52




L'incontro con Bet terminato in quella locanda di cui nemmeno ricordava il nome.
Lo scontro con C.J. al parco, e quella orrifica creatura di cui ancora adesso non era riuscita a capire la vera natura, nonostante avesse studiato da cima a fondo il Libro delle Ombre, senza riuscire a trovare alcun indizio.
Il sonno tormentato da incubi di ogni genere, gentilmente offerti dai Fantasmi e dalle entità malevole che abitavano quel posto dimenticato dagli Dèi.
Il primo periodo di permanenza per la giovane Francese non era stato segnato da quella che potremmo definire buona stella. Tutt'altro, si direbbe.
Specialmente gli incubi erano giunti ormai a tormentarla in modo quasi insopportabile. Nemmeno la sua abilità con il maquillage riusciva a coprire le occhiaie ed i segni della stanchezza su quel viso giovane e delicato, pallido sotto il trucco donato con mano sapiente. I grandi occhi azzurri, così intensi da ricordare zaffiri lucenti, rimandavano ombre senza nome...anche se un nome sorgeva spesso, scritto col sangue, nei sogni infestati da ogni genere di male. Hope.
Si guardò allo specchio con aria insoddisfatta. Dopo molto tergiversare si era finalmente decisa: avrebbe raggiunto la sede della POlizia locale, avrebbe charito il motivo della sua permanenza lì e avrebbe chiesto notizie di sua nonna. E al diavolo tutte quelle presenze che continuavano ad intimarle di andarsene.
-Troverò il modo di fare un falò di tutte le vostre anime...vi spedirò dove dovreste essere, con o senza la vostra collaborazione...dannatissimi fantasmi!- esclamò, battendo il pugno chiuso sul piano di legno della toeletta. Aveva cercato di vestirsi in modo più adulto possibile: un tailleur giacca e pantalone di Hermés, corredato da un foulard di seta annodato al collo, sotto il quale spiccava il grande ciondolo ovale di turchese racchiuso da una corona d'argento. Turchesi e tormaline anche per gli orecchini, mentre il fido cristallo di ambra per chiudere la via ad energie negative era ben celato sotto la camicetta nera, appeso alla catenella che lo lasciava pendere proprio sopra l'ombelico. Ai piedi stivaletti chanel con tacco medio e squadrato. I capelli castani lasciati sciolti sulle spalle e l'aria stanca a condire di realismo tutto quanto, a manifestare quanto quella ricerca la stesse provando.
Mezz'ora più tardi si trovò alla Centrale di Polizia, e chiese di poter parlare con il Capo. Lo fece senza attendersi granchè al primo tentativo...ma quando le dissero di acconmodarsi e le mostrarono la via...ebbe un guizzo di ottimismo a dispetto di alcune anime perdute che infestavano il locale.
Inspirò a fondo per farsi coraggio e seguendo l'agente che le stava facendo strada si avvicinò alla porta dell'Ufficio del Commissario Evans. Così diceva la targhetta con il nome sulla porta e così lo avevano chiamato i suoi agenti, poco prima.
Ma quando il poliziotto che l'aveva accolta le aprì la porta e la presentò:
-Capo, La Signorina Coral...- con un tono che avrebbe preferito annunciare un tornado forza 5, si rese conto che nella stanza non c'era soltanto il Commissario.
-Bonjour...- esclamò, con la voce e morbida, nel suo accento bretone. Quindi agitò la mano destra, con fluida eleganza.
-Mi scusi, buongiorno Commissario. La ringrazio di avermi ricevuto...- gettò un'occhiata alla Bionda in piedi di fronte alla scrivania dell'altro, mordicchiandosi il labbro.
-Spero di non aver disturbato...- mormorò, mentre l'attenzione continuava ad essere calamitata da quella ragazza bionda. Che sembrava un'agente di polizia eppure...eppure poteva sentire qualcosa di strano. Anche a giudicare dal modo in cui le anime presenti le stavano lontano e la fissavano con odio. Beh, con odio più evidente rispetto al resto dei vivi, ecco.
-Comunque...mi chiamo Aryanne. Aryanne Eveline Coral- disse, avanzando di un passo e tendendo la mano verso Evans- e sono qui per chiederle aiuto e informazioni...riguardo ad una persona scomparsa. - Gettò la bomba così, senza andare troppo per il sottile. In fondo non aveva attraversato l'oceano per perdere tempo.
 
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Catherine_Jane_Scarlet
view post Posted on 4/11/2010, 19:02




Un agente dell'MI-6. Più CJ ci pensava e lo razionalizzava, meno ci credeva. Aveva davvero lavorato su quella copertura per la sua intera vita da umana? A che pro? Morire da eroina, forse? Già, se non si fosse mai risvegliata e fosse rimasta un'umana per sempre? Sarebbe morta sotto copertura o qualcosa del genere. In ogni caso, voleva restare nascosta al resto del mondo... era evidente. L'assillava però, la ragione di tale scelta. Possibile che inconsciamente sapeva di non potersi rivelare?

Catherine Jane Scarlet... non a caso la figlia dell'attuale direttore dell'MI-6
- Deve essere solo una coincidenza... una strana buffa e insulsa coincidenza! - mormorò guardandosi riflessa in uno dei vetri degli uffici della piccola stazione di polizia di Misty Hill. Stava cercando un evento eccezionale, di un'intensità così profonda da esserne rimasta traccia negli annali della città. Quattro anni prima del naufragio, doveva essere successo qualcosa, perchè se lei era lì e sentiva l'influsso benevolo della Grazia che le era stata strappata dal petto... doveva esserne rimasta traccia in qualche rapporto, in qualche registro... e invece, on-line aveva trovato solo mucchi e mucchi e mucchi di rapporti sul naufragio, ma niente negli anni precedenti, come se tutto fosse andato perso... o peggio, dimenticato. Non le rimaneva altro che tirarsi su le maniche e cominciare a scavare e per farlo aveva bisogno del nullaosta da parte del signor Evans. Avrebbe scavato a fondo in tutta quella storia del naufragio e prima o poi avrebbe trovato indicazioni che la riportassero ad un evento eccezionale accaduto quattro anni prima.

Non dormiva da giorni, per qualche motivo non ne aveva più bisogno, essersi scoperta angelo aveva avuto i suoi lati positivi. L'unica cosa che non aveva ancora capito era perchè continuava a non avvertire niente, dolore, caldo, freddo... il tatto era ancora assopito
- Devo trovarla... - mormorò di nuovo, convinta che la sua Grazia sarebbe stata la soluzione a tutto. Forse avrebbe anche sentito di nuovo la voce dei fratelli e forse quella del padre.

Non ci volle molto perchè notasse, riflessa nel vetro, Aryanne che passava alle sue spalle accompagnata da un poliziotto con l'aria a dir poco sbattuta
- Che cos... - borbottò aggrottando la fronte. Si guardò attorno e la seguì da lontano, senza farsi notare fino a quando non arrivò, a sua volta, davanti alla porta del commissario, che era ancora tenuta aperta dall'officiale che aveva accompagnato Aryanne. Che razza di angelo impiccione, voleva sapere che cosa ci facesse Aryanne lì e se non fosse forse nei guai, in fondo essere un agente dell'MI-6 aveva i suoi vantaggi. Un distintivo internazionale, un porto d'armi e la libertà di muoversi quasi come se fosse un agente dell'FBI.
 
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Ester Colt
view post Posted on 5/11/2010, 18:46




Ester non potè terminare il discorso con Evans dal momento che, subito dopo la chiamata, un agente aprì la porta dell'ufficio e con un gesto della mano invitò ad entrare una ragazza ben vestita e dai modi eleganti e gentili.
La biondina si sentì sprofondare dall'imbarazzo: lei aveva sperato di apparire così lontanamente femminile ed aggraziata con un misero paio di occhiali ed una gonna stretta. Fu proprio l'imbarazzo a non farla scomporre nemmeno di un millimetro. Rimase così per qualche attimo, con le mani poggiate sulla scrivania e il viso rivolto alla giovane.
L'agente scivolò fuorì silenziosamente dall'ufficio socchiudendo la porta e fu allora che la ragazza chiese se per caso stesse disturbando.
No, diamine non disturbi! A me basta che questo stronzo mi mostri tutto quel che riguarda quel dannato caso!
Fissò Aryanne negli occhi e per un momento le sembrò che quella tipetta dai lineamenti e dall'accento insolito potesse leggerle nella mente ciò che aveva appena pensato.
Insomma la stava guardando in una maniera strana....

Avrebbe voluto rivolgersi scortesemente a quella ragazza, facendole vedere il distintivo e dicendole che il motivo per cui un agente del suo calibro era dal Capo della Polizia, era sicuramente più importante di qualsiasi sua motivazione.
Invece fu costretta a spostarsi da lì e farsi da parte, quando Aryanne avanzò di qualche passo per porgere la mano al Commissario Evans.

Una persona scomparsa? Ester incrociò le braccia al petto pensando per un attimo che sicuramente lì a Misty Hill di gente ne spariva ogni mese. C'avrebbe scommesso la Mustang di Nicholas che era così.
La biondina si sistemò gli occhiali sul naso e, dopo essersi schiarita la voce per attirare l'attenzione dei due, prese la parola prima che Evans rispondesse ad Aryanne.

-Il Commissario Evans dovrebbe solamente darmi un paio di informazioni, poi toglierò il disturbo.- disse con disinvoltura cercando lo sguardo del Capo.

Evans, che si era alzato dalla poltrona solo per stringere la mano alla straniera, tornò ad accomodarsi al suo posto e di nuovo sospirò. Con un cenno del capò invitò Aryanne a sedersi ed Ester a quel punto avrebbe voluto dargli un calcio in bocca.
Stronzo maleducato!

-Agente Light, come vede in questo momento c'è un caso sicuramente più importante e, come dire, attuale. Sono desolato- sorrise, l'infame -Per il discorso della Revenge, temo dovrà ripassare più tardi. Magari nel pomeriggio.

Calma Ester, stai calma!
La biondina a quel punto avrebbe potuto insistere, ma c'era quella ragazza che la metteva a disagio e la inquietava leggermente. Il motivo lo ignorava.
E va bene era chiara la faccenda: quello stronzo di Evans non voleva che saltasse fuori la storia di Hope, della sua esecuzione non solo rimasta impunita ma ritenuta necessaria.

-La prossima volta non avrà scuse.- Ester non aggiunse altro, solo al commissario lanciò uno sguardo che andava ben oltre l'odio e uscì dalla porta sbattendola con furore.

Ma si pentì subito d'essersene andata così. Non tanto per il Capo della polizia, tanto per quella ragazza. Qualcosa le diceva che aveva davvero bisogno d'aiuto ed in cuor suo sperò che lo stronzo di Evans potesse far qualcosa almeno per Aryanne.
Appena fuori dall'ufficio di Evans si trovò di fronte ad una donna mora, molto alta, tanto che dovette alzare la testolina bionda per guardarla in faccia. Con un sorriso accennato sulle labbra la salutò, ma fu subito attratta da qualcun altro, lì nei paraggi.
L'agente che poc'anzi era entrato in ufficio, stava appendendo un avviso sulla bacheca, a pochi passi da lei. Ester si avvicinò al tizio e cerco d'attaccare bottone. Informazioni informazioni informazioni.

-Agente!- esordì con uno sguardo esageratamente languido, ma subito si sentì un'emerita cretina. Basta fingere, non era da lei. -Senti, non ci girerò molto attorno. Voglio sapere per quale dannato motivo il tuo capo non intende mostrarmi la cartella riguardante il caso Revenge.

L'agente sembrò profondamente sorpreso da quelle parole, tanto che per un attimo balbettò qualche cosa, non sapendo che rispondere.

-Mi dispiace signorina, io non posso dirle nulla a riguardo. Il fatto della Revenge, beh... Mi dispiace non posso esserle utile. Anche se ho accesso all'archivio, deve avere il permesso scritto dal mio Capo- disse tutto d'un fiato il giovane agente. Forse anche un pò inesperto, a giudicare dai suoi modi di porsi.

Merda!


E la donna poco distante da loro, intanto, li stava ad ascoltare.

 
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Aryanne Eveline Coral
view post Posted on 6/11/2010, 21:36




Non le ci volle molto per comprendere che dietro l'apparente impassibilità della ragazza Bionda, si celava un certo nervosismo.
Comprese, con la chiarezza della sensitiva , che era giunta in un momento inopportuno e che aveva anche guastato i piani, di qualsiasi cosa trattassero, dell'Agente Light.
Così Evans aveva apostrofato la donna, pochi istanti prima.
La stretta di mano di quell'uomo fu quasi feroce. Testimonianza di quanto anche lui probabilmente non amasse la presenza nel suo ufficio di nessuna delle due.

E non era il solo, a giudicare dallo sguardo terribile a lei rivolto da un vecchio spirito in divisa da sceriffo e coi capelli ingialliti, che la fissava dal davanzale accanto alla finestra, su cui pareva appoggiato con i lombi.

Non si lasciò intimidire, da uno o dall'altro. Puntò i grandi occhi chiari sul volto di Evans, ricambiando la sua stretta con una decisione singolare, per una figura così delicata. Aveva sempre odiato la mollezza di presentazione di certe ragazze e non voleva far parte di quel partito.

-merci- mormorò, a bassa voce. Una voce morbida e gentile, pregna dell'accento bretone.
-La ringrazio molto di avermi ricevuta subito e per tutto l'aiuto che mi potrà dare...- e con un sorriso appena accennato si mosse per accomodarsi sulla poltrona indicata.
In quel momento percepì lo sguardo dell'Agente Light addosso con la vividezza di un martello pneumatico puntato alla testa.
La sbirciò di sottecchi. E non le sfuggì il vivace sfrigolare della collera nel viso della ragazza.
Come non le sfuggì il modo in cui Evans si liberò di lei, guadagnandosi un odio pareccio profondo a giudicare dalle energie che riusciva a percepire.
Restò a guardarla mentre usciva dalla stanza come una furia.

Devo ricominciare gli esercizi per la lettura delll'Aura. In questo posto ne avrò bisogno...a quanto vedo. Chissà perchè si è tanto arrabbiata quella ragazza...

Fu Evans a strapparla dai suoi stessi pensieri.
Si voltò di scatto, come punta da un'ape.
-Pardon?-
Il Commissario la guardò, perplesso. Sospirò per un momento, facendosi avanti con il busto e incrociando le mani sul bordo del tavolo.
-Allora mi dica, Signorina Coral. Chi è scomparso...quando...dove?

Eccoci qui. Spero solo non mi prenda per pazza...

-Bien, Signor Commissario. Si tratta di mia nonna. Coraline Balieu. - esordì, stropicciandosi le dita imbarazzata. Deglutì a vuoto, abassando per un attimo gli occhi, prima di tornare a cercare lo sguardo diretto di Evans.

-E' scomparsa circa due mesi fa, dall'isola di Ouessant, dove abitava insieme a me. - fece una piccola pausa, cercando di valutare l'espressione dipintasi sul viso di Evans, interpretabile più o meno come un "e che diavolo centro io".
-La polizia Francese è convinta che sia morta annegata, io invece ritengo che in qualche modo la sua scomparsa sia legata a questo luogo. O quanto meno che lei avesse legami qui, che io non conoscevo e che potrebbero aiutarmi a ritrovarla...o a capire cosa le sia successo.

Tutto si sarebbe aspettato, tranne che l'uomo di fronte a lei, dopo una lunga pausa di riflessione, scoppiasse in una sonora risata.
-Ma, dico, mi sta prendendo in giro?- tuonò Evans, dopo aver interrotto di colpo la risata, guardandola con una certa diffidenza.

 
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Catherine_Jane_Scarlet
view post Posted on 7/11/2010, 09:49




CJ aveva assistito a tutta la scena, fredda e impassibile. Aveva ascoltato tutto quello che si erano detti in quell'ufficio, come se fosse dentro anche lei. In un qualche modo avvertiva il senso di tutto ciò. Il perchè più recondito che aveva spinto Aryanne e la falsa agente dell'FBI ad andare da Evans.

Le sfuggì un risolino quando la biondina uscì dall'ufficio del commissario, la seguì con lo sguardo e la ascoltò lamentarsi con l'agente di turno. Non sapeva dire se era una coincidenza o cosa, ma era evidente che tutto il suo trascorso da umana, poteva essere servito a questo, a quest'unico momento forse. Sciolse le braccia che aveva incrociato al petto e si avvicinò alla bionda e all'agente. Non si presentò, non disse una parola di più di
- Agente MI-6, ho l'autorizzazione ad accedere ai vostri fascicoli. Matricola 5696423, Livello di sicurezza 2. - era seria e fissava dritto negli occhi quell'uomo. Aveva la sicurezza di chi fa quel mestiere da anni - So che vi hanno avvisato del mio arrivo e le scartoffie sono già state compilate da Londra, il nullaosta del commissario è solo una formalità di pubbliche relazioni, nel mio caso! - Non aveva degnato di uno sguardo ancora Ester, ma alzò una mano col palmo verso l'alto e la indicò - Lei è con me... - aggiunse poi.

Non ci volle poi molto perchè l'agente rispondesse
- Ci sono alcune carte da firmare... -
- Si sbrighi, le vada a prendere! Non siamo qui per perdere tempo! - aggiunse infastidita CJ. Il suo lato umano e la sua natura angelica, delle volte cozzavano terribilmente, ma tutto era a uso e consumo della sua ricerca.

Gli occhi verdi di CJ stavano seguendo l'agente con attenzione, non aveva rivolto lo sguardo a Ester e soprattutto non si era ancora mossa in direzione di Aryanne che comunque sapeva e sentiva essere ancora nell'ufficio del commissario. Doveva ancora fare l'abitudine ai suoi poteri che mano a mano che rimaneva a Misty Hill, si facevano sempre più forti e ne scopriva di nuovi.
 
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Ester Colt
view post Posted on 7/11/2010, 14:28




Ester avrebbe voluto sfilare la Magnum dalla fondina e puntarla dritta sotto il mento dell'agente. Se c'era qualcosa che le riusciva divinamente, era perdere le staffe. Soprattutto in casi delicati come quello.

La biondina non era una persona cattiva come poteva forse apparire in quel momento, solo non riusciva proprio a concepire come tutti gli abitanti di Misty Hill sembravano voler tenere nel dimenticatoio il fattaccio della Revenge, ma soprattutto la storia di Hope, prima e dopo la sua morte. Forse non sapevano che qualcuno come lei e come molti altri giunti in quella città maledetta sarebbero stati in grado di aiutarli. Se solo gliel'avessero permesso.
Ma cosa poteva dire? "Sono una cacciatrice. Ma no! Mica di conigli... Demoni tesoro: demoni." Certo, così le avrebbero riso in faccia. Oppure... Oppure l'avrebbero accolta come manna dal cielo?

-Andiamo, scommetto che hai bisogno di un permesso scritto dal tuo capo anche per...- l'agente non avrebbe mai saputo per fare cosa, ma a giudicare dalla sua espressione aveva intuito che la sedicente Anna Light gli stava per rivolgere una battuta non proprio carina. Per andare al cesso, pensò solamente, ma non potè terminare la frase perchè quella donna si avvicinò a loro e si presentò.
Questa sì che fa sul serio.
Avrebbe voluto dileguarsi, ma quando la ragazza la indicò, si costrinse a rimanere lì impalata e annuire.

Lei è con me.

A quanto pare anche quella tipa aveva tutte le intenzioni di metter mano ai fascicoli riguardanti il caso del naufragio. La cacciatrice osserò la donna parlare e dare ordini con un'autorità che le invidiava. L'agente non replicò nemmeno. Scattò e scomparve dietro una porta li vicino, chiaramente per recuperare quelle maledettissime carte.
A quel punto Ester si avvicinò alla ragazza e agrottando la fronte le sussurrò amichevolmente:
-Mi deve un favore, agente. Solo poi dovrà dirmi il motivo per cui ha mentito.

In quel momento si udì una grassa risata provenire dall'ufficio di Evans. La bionda fece una smorfia di dissenso e si lasciò scappare forse qualche parola di troppo.
-Da quando in qua la scomparsa di una persona è così divertente? Stronzo.

 
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Aryanne Eveline Coral
view post Posted on 8/11/2010, 16:15




Rimase a fissare Evans in silenzio, ad occhi sgranati e con le labbra strette dal disappunto per un lungo momento.
La risata del poliziotto l'aveva fatta irritare parecchio e l'energia sfrigolava dentro di lei così forte da farle temere di andare a fuoco.

Calma, Aryanne. Calma. Farti vedere mentre ti trasformi nella sorella segreta della Torcia Umana, nell'ufficio del Commissario...non è una buona idea.

Un respiro. Due. Tre.

-Merde...Ma le pare che avrei attraversato l'oceano soltanto per fare uno scherzo idiota a lei?! - esclamò poi, una volta sicura di aver contenuto le fiammelle pronte ad uscirle da ogni poro.
I grandi occhi chiari sgranati ad indicare l'entità del suo fastidio. La voce morbida di un'ottava più alta di prima.
Prese la borsa, ne tolse il fascicolo raccolto a Ouessant e lo poggiò con un gesto secco sul tavolo di Evans.
-Questo è tutto ciò che sono riuscita a scoprire, prima di prendere il primo aereo e venire qui. - disse, serissima.
-Mia nonna non è morta. Conosceva l'isola e le scogliere meglio di me e l'unico modo in cui avrebbe potuto morire annegata sarebbe stato il suicidio. - fece una pausa, di fronte al sopracciglio alzato dell'uomo che stava per dire, se lo sentiva, una cattiveria.
Si piegò in avanti con il busto verso di lui, fissandolo come se dagli occhi avessero potuto partirle dei fulmini.
-Ora mi ascolti bene. Mia nonna non si è suicidata. Non lo avrebbe MAI fatto. - un sospiro rumoroso- sono qui per chiederle aiuto. Ma se lei non volesse darmelo allora sappia che farò le mie ricerche da sola.
Concluse, pronta ad alzarsi. Decisamente nervosa.

Ignara della presenza di CJ fuori dalla porta, sentì però con chiarezza di non essere sola in quel luogo. Un profumo particolarmente dolce spennellò il suo panorama percettivo, senza consentirle però di essere riconosciuto.
 
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Catherine_Jane_Scarlet
view post Posted on 8/11/2010, 16:38




CJ si voltò verso Ester, finalmente la guardava dritto negli occhi, dall'alto verso il basso perchè... già, era decisamente più alta di lei
- Io devo un favore a te? - le chiese con una dose di ironia piuttosto evidente - Guarda, forse eri distratta e non hai seguito che cosa è accaduto qui! - disse infastidita ora, poi abbassò il tono e mormorò con decisione - Mentre io sono un agente MI-6, tu sei tutto meno che un agente dell'FBI, quindi... evitami la messa in scena di questo spettacolino! - poi riprese il suo contegno che le schiaffava in faccia la scritta *British* e tornò a guardare l'agente che le metteva davanti un sacco di fogli di carta che, con calma e pazienza, l'agente segreto firmò tutti dopo aver lasciato che lui controllasse e fotocopiasse i suoi documenti.

Quando CJ mise la penna sul bancone dopo aver finito di firmare
- L'agente Light può andare avanti, io la seguirò dopo! - disse all'agente del dipartimento mentre, senza dare nessuna spiegazione, si avvicinò alla porta dello sceriffo. Ticchettò un paio di volte con le nocche e senza aspettare risposta l'aprì. Non si curò minimamente della faccia contrariata di quel povero umano, si rivolse direttamente a Aryanne - Tutto bene? - le chiese sorridendole caldamente.

Anche se non aveva ancora trovato la sua Grazia, l'angelo che si celava in lei riusciva già a percepire alcune persone, riconosceva la verità, riconosceva il dolore, la rabbia... sentiva anche quando veniva trattenuta a malapena. Continuò ad ignorare il commissario che tentava di lamentarsi con lei per l'irruzione poco professionale, ma c'era qualcuno di minimamente professionale in quel dipartimento, al momento?
 
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Ester Colt
view post Posted on 11/11/2010, 17:38




Ester rimase a bocca aperta di fronte alla reazione dell'agente. Ma che le era preso? Stavano impazzendo tutti? Balbettò a fatica qualcosa in preda al nervoso, ma subito si zittì pensando alla cazzata che aveva appena detto a quella donna.

"Mi devi un favore"

PORCA PUTTANA, mi devi un favore?!
La sua permanenza a Misty Hill, oltre che il lume della ragione, le stava facendo perdere la capacità di esprimersi correttamente. Prima che potesse scusarsi, Catherine aveva già firmato tutte quelle scartoffie e si era diretta a passo spedito verso l'ufficio di Evans.
L'altro agente invece, invitò Ester a seguirla all'archivio.

-Mi dispiace non posso lasciarla sola in questa stanza, quindi faccia in fretta. Non ho tempo da perdere con storielle di ventanni fa, io- borbottò l'uomo in divisa mentre le consegnava il fascicolo contenente tutto ciò che riguardava il caso del naufragio avvenuto nel 1986.

Ester si sedette al tavolo e, senza curarsi delle lamentele dell'agente, iniziò a sfogliare con cura ogni singolo documento. Alle foto dei cadaveri gonfi d'acqua e disposti in più file, Ester arricciò il naso disgustata ma non potè fare a meno di continuare a guardarle. In lontananza si poteva distinguere chiaramente il faro imponente che faceva da Guardiano solitario alla scogliera.
La scogliera... Qualcuno sembrava aver ripetuto in un sussurro quelle parole. Ester sollevò lo sguardo dalle foto e fissò indispettita l'agente.

-Come, prego?- gli chiese, credendo fosse stato l'uomo a parlare. Ma quello non la stava ad ascoltare, i suoi occhi erano puntati alle spalle di Ester e sembravano uscire dalle orbite. La biondina si voltò istintivamente per guardare in quella direzione e scoprì di non essere per niente sorpresa nel constatare che alle sue spalle c'era qualche cosa. Qualcosa che però si dissolse ancor prima che Ester potesse vederla.

-Fuori di qui!- Gridò alla ragazza l'agente, che aveva già impugnato la pistola d'ordinanza e la teneva puntata verso il nulla.

La biondina posò a sua volta la mano sulla propria Magnum che attendeva riposta nella fondina, ma sapeva che sarebbe stata inutile. Una risata infantile aleggiò nella stanza, accompagnata da un lieve spostamento d'aria che soffiò dritto in faccia ad Ester. Poi più nulla.
L'agente rimase con la pistola puntata per qualche secondo, infine sembrò che anche lui si fosse convinto che non c'era più nessuno là dentro. Si voltò verso Ester e senza badare al fatto che i documenti sulla Revenge erano ancora mezzi sparsi sul tavolo, afferrò la ragazza per un braccio e la portò di peso fuori dalla stanza. La richiuse a chiave ed infine si passò una mano sul viso.
Ester capì molte cose, da quel gesto stanco e arrendevole: non era assolutamente la prima volta che accadeva una cosa simile, anzi, avrebbe scommesso che la gente lì a Misty Hill avesse imparato a convivere con certi fantasmi, come se fossero anch'essi darte integrante della città.
Insomma, cose di ordinaria amministrazione.

-Lei non ha visto niente. Quando se ne andrà da qui, e le consiglio di farlo al più presto, non dirà niente.- l'intimò l'uomo che ora la guardava severo.

-Crede di spaventarmi? Guardi che nemmeno Evans può perm...- l'uomo la zittì con un gesto della mano e le si avvicinò a pochi centimetri dal suo viso.

-No, forse non ha capito. Non c'entra un cazzo se sia l'ispettore in persona a dirglielo o un fottuto stronzo come me. Lei se ne deve andare al più presto, se vuole salvarsi il culo...- l'agente allargò le braccia come ad indicare tutto il luogo circostante. -Lei crede che nessuno si sia mai interessato di questo caso, non è così? E' quello che le ha fatto credere anche Evans no? La realtà è che...

Non avrebbe mai detto cos'era la realtà, perchè scosse la testa, come a rimproverarsi da solo per il fatto d'aver parlato troppo, e si allontanò. Verso l'ufficio del commissario.
Doveva metterlo al corrente.

Ester lo seguì e prima che potesse bussare alla porta dell'ufficio, lo afferrò per un braccio e gli chiese con voce incerta:
-Perchè sembra che non vogliate essere aiutati? Mi dica almeno con chi potrei parlare in questa cazzo di città senza essere sbattuta fuori dalla porta o insultata!

L'uomo in divisa le lanciò uno sguardo indescrivibile. Non sapeva se quello che stava provando ora era odio o paura. Forse entrambi.
-Nessuno può aiutarci. Nessuno può salvarci. Qualcuno con cui parlare? Alla scogliera, ci troverà sicuramente quel vecchio pazzo di Noah. A lui potrà parlare finchè vuole. Non le risponderà, nè la manderà via. Lui parla solo con loro.

Detto questo, l'agente lasciò Ester sola nel corridoio ed entrò in ufficio dal Capo.

Ester Colt non si liquida così! Pensò la cacciatrice, mentre seguiva l'uomo in divisa e con una mano bloccava la porta prima che si richiudesse. Aveva bisogno ora più di prima, di parlare con Evans.



Edited by Ester Colt - 13/11/2010, 13:29
 
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Aryanne Eveline Coral
view post Posted on 12/11/2010, 15:03




Mantenne lo sguardo serissimo fisso su Evans, sforzandosi di contenere la rabbia che ancora le scaldava le viscere e le mani delicate, dalle quali impercettibili volute di fumo già sfuggivano, attraverso le punte delle dita, ben nascoste ed incastrate nei palmi chiusi.

-Signorina...si rende conto di quello che mi sta chiedendo? Sarebbe più facile cercare un ago in un maledetto pagliaio che...- la frase venne interrotta dall'ingresso di CJ.

Verso la quale Evans rivolse uno sguardo tutt'altro che amichevole, accompagnato da un

-Che diavolo! Non si usa più bussare? Cosa ci fa lei qui? - quasi ringhiato.

Aryanne restò sbalordita nel riconoscere la ragazza incontrata nel Parco.
La fissò per qualche istante sbattendo più volte le palpebre e poi rispose, scuotendo la testa in un delicato cenno di diniego.

-CJ!...Qu'est...cosa ci fai qui? - ok, non era proprio una risposta. Così aggiunse, indicando Evans con un cenno del mento.

-Stavo chiedendo al Commissario aiuto per la ricerca di una persona scomparsa...ma lui ha pensato ad uno scherzo di pessimo gusto.

E fu in quel momento che anche l'Agente Light fece di nuovo ingresso nell'Ufficio, causando ad Evans un accesso di bile davvero mal trattenuto.

Il Commissario piantò le mani sul tavolo e si alzò, guardando le due "agenti". La mora e la bionda.

-Cosa diamine ci fate tutte e due ancora qui?
 
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Catherine_Jane_Scarlet
view post Posted on 12/11/2010, 15:50




CJ guardò prima Aryanne e poi Evans
- Cosa ci faccio qui? Di certo non aspetto i suoi comodi! - sbuffò con un certo moto di orgoglio. Inspirò a fondo tornando a guardare Aryanne - Ho qualche informazione... su quel... tizio, quello del parco giochi. Stavo giusto venendo a cercarti, ma visto che sei qui... - balla, ben cielata, ma sempre balla! Avrebbe anche aggiunto altro se all'improvviso non avesse avvertito tutta quella paura alle proprie spalle. Si staccò dal montante della porta e guardò in fondo al corridoio - What the hell... - mormorò con il suo accento British. Assottigliò appena lo sguardo notando tutto quello che stava accadendo fra Light e l'agente in servizio.

Pochi istanti dopo sembravano tutti concentrati in quella stanza, come se fosse un segno del destino
- Fuori tutte! - la voce di Evans tuonò, dopo che l'agente del distretto gli aveva sussurrato qualcosa all'orecchio - Ogni una di voi torni a casa propria! E non intendo qui a Misty Hill, ogni una nella sua casa di origine, qui non c'è niente per voi! - aggiunse ringhiando quasi ed indicando la porta.
CJ lo guardò, sentiva che non c'era rabbia nell'animo del commissario, ma... che fosse paura? Si inumidì le labbra e fece un passo indietro
- Non mollerò tanto facilmente! - rispose l'angelo al commissario. Tanto più che al momento casa sua... era un po' poco definita e aveva altro a cui badare qui, a Misty Hill.
 
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Ester Colt
view post Posted on 13/11/2010, 13:47




Ma che bella riunione di famiglia, pensò Ester che nel frattempo si era soffermata sull'uscio e aveva seguito con lo sguardo l'agente avvicinarsi al commissario per bisbigliargli qualcosa all'orecchio. Non le ci volle molto per intuire quel che gli stava dicendo.
Quando Evans urlò contro le tre ragazze, Ester rimase lì ferma con le braccia conserte, tuttavia iniziava a dubitare seriamente che parlare con quell'uomo avrebbe mai portato a qualche cosa di utile.
Il commissario le stava letteralmente cacciando via, non sarebbe comunque stato disponibile a fare quattro chiacchere sul caso Revenge, nè tantomeno a proposito di quel che era appena avvenuto nell'altra stanza.

- State cacciando chi invece potrebbe aiutarvi. - ribattè Ester ai consigli poco gentili di Evans.

Detto questo indietreggiò di qualche passo per uscire dall'ufficio ed infine dal dipartimento. Ma non salì in macchina, non tornò a casa. Quel posto era pericoloso davvero. Forse le altre due ragazze avrebbero dovuto seguire l'ordine di Evans... Doveva parlare con loro. E capire il motivo per cui quell'agente le aveva parato il culo; sembrava interessata anche lei a certi fatti.

Perciò la bionda attese a braccia conserte che uscissero dall'edificio anche quelle due sconosciute. Che si sarebbe inventata? Nulla, avrebbe detto loro la verità. Al massimo le avrebbero riso in faccia.
Se solo avesse saputo chi fossero, si sarebbe certo risparmiata l'ennesima brutta figura che stava per fare...

 
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Aryanne Eveline Coral
view post Posted on 14/11/2010, 14:31




Si ritrovò ad offrire a C.J. un sorriso lieve ma grato, per la sua presenza.
Non era sicura che fosse proprio la verità, ciò che usciva dalla bocca dell'inglese.
Ma a dirla tutta in quel momento restava comunque l'unica persona "amica" presente in quella stanza.

-Capisco...-le disse, annuendo con delicatezza.
-Allora avremo modo di...-s'interruppe sull'esclamazione di Evans. Sentiva la rabbia crescere dentro di sè in modo sempre più forte.
Arduo dominarla ed evitare di prendere fuoco. Doveva riuscirci però, se voleva evitare un incendio alla stazione di polizia e soprattutto di perdere l'ennesimo abito. Perchè aveva imparato di essere immune alle fiamme, ma la stessa cosa non valeva per gli abiti, purtroppo.
Si alzò, fissando Evans con astio evidente, misto a una certa dose di delusione.

-Voi non avete idea di quello che accade qui. Non sapete come gestirlo. E l'unica cosa che riuscite a fare è allontanare chi ha bisogno di aiuto...e forse potrebbe ricambiarlo. - disse, quasi facendo eco alla bionda Agente Light, sulla quale tenne lo sguardo per un attimo prima di volgere il passo verso la porta.

-Ma se pensa che me ne andrò da qui senza aver fatto quello per cui sono venuta....si sbaglia di grosso.

Affermò, stentorea, per poi uscire dalla stanza senza guardare nessuno fino a quando non raggiunse l'esterno.

Solo allora si fermò per controllare se CJ e l'agente Light fossero ancora nei pressi.

-Questa gente è gradevole come la carta vetrata sulla pelle! -esclamò, sospirando rumorosa, rivolta ad entrambe le ragazze.
Ruotò il braccio destro in un gesto ampio e fluido.

-E parlo sia di quella viva che di quella morta.
 
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Catherine_Jane_Scarlet
view post Posted on 15/11/2010, 11:18




CJ era rimasta indietro di qualche metro rispetto a Aryanne che aveva già preso la via della porta. Aveva fissato intensamente Evans, aveva inspirato a fondo e poi aveva seguito le due ragazze fuori. Doveva avere risposte su quell'incidente. Anche il minimo dettaglio avrebbe potuto aiutarla a ritrovare la sua Grazia che le era stata strappata ed era stata gettata dal Paradiso come spazzatura.

L'inglese camminava lungo il corridoio fissando il vuoto davanti a se, nessuna espressione specifica. Allungò le mani per aprire la porta che la separava dal nebbioso e freddo esterno. Si infilò la mano in tasca tirando fuori le chiavi della sua Elise parcheggiata poco distante dalla macchina di Ester. Si avvicinò guardandola dall'alto verso il basso, di nuovo, passando al fianco di Aryanne e cogliendo quell'affermazione
- Hanno solo paura - disse quasi atona. Stava evidentemente pensando a qualcosa, così tanto intensamente da aver perso il contatto con la realtà o semplicemente si stava distaccando piano a piano? No, il suo lato umano riemergeva ancora, perchè si voltò a sorridere ad Aryanne - Vieni, andiamo a chiarire un po' di questioni... - le disse facendo un cenno con la mano e dirigendosi verso Ester, dalla quale si aspettava un po' di dettagli.
 
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23 replies since 4/11/2010, 18:05   184 views
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